Pubblicato il 7 agosto 2019, nella seduta n. 144
PESCO , CASTELLONE , NOCERINO , GUIDOLIN , BOTTO , LANNUTTI , LEONE , FENU , AGOSTINELLI , DELL'OLIO , DI NICOLA , RICCARDI , TRENTACOSTE , CROATTI , VACCARO , PARAGONE , PIRRO , EVANGELISTA , CRUCIOLI , ROMAGNOLI , PELLEGRINI Marco , ABATE , CORBETTA , VONO , MANTOVANI , GALLICCHIO , FEDE , FLORIDIA , CATALFO , GARRUTI , COLTORTI , L'ABBATE , PACIFICO , PETROCELLI , DI GIROLAMO , LUCIDI , AIROLA , CORRADO , FERRARA , URRARO , RICCIARDI , PIARULLI , ACCOTO , MORONESE , PRESUTTO , D'ANGELO , NATURALE , PUGLIA , LOMUTI , DRAGO , BOTTICI , GAUDIANO , ROMANO , DONNO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
l'università Statale di Milano il 29 luglio 2019 ha pubblicato il bando di gara inerente alla "Procedura aperta per l'affidamento del contratto di concessione avente ad oggetto la progettazione, realizzazione e gestione della nuova sede del Campus" dell'ateneo, "attraverso procedimento di finanza di progetto", per un valore totale stimato pari a 826,76 milioni di euro, IVA esclusa. Il capitolato e gli allegati tecnici non risultano in ogni modo accessibili a tutti. L'ultimo piano finanziario dell'operazione di trasferimento, già deliberata dal consiglio d'amministrazione il 25 settembre 2018, prevede oneri così ripartiti: "€ 179.458.552 a carico del privato; € 158.000.000 a carico dell'Ateneo di cui: € 135.000.000 provenienti dal finanziamento statale e € 23.000.000 coperto con fondi del bilancio universitario". A questi costi vanno aggiunti altri 50 milioni di euro per arredi e attrezzature. A fronte di un investimento privato da parte dell'aggiudicatario di soli 179 milioni di euro, indicati nella delibera, l'ateneo si impegnerebbe a versare 519,7 milioni complessivi, in 27 anni, suddivisi in due distinti canoni: uno per la disponibilità dell'opera, l'altro per un pacchetto di servizi gestionali. Questi canoni vengono ricompresi nel medesimo bando di gara, diventando vincolanti e funzionali alla realizzazione dell'opera infrastrutturale. L'emanazione di un unico bando di gara parrebbe una forzatura, essendo nei fatti la sommatoria di servizi eterogenei;
dalla documentazione disponibile sul sito dell'ateneo, l'università dovrebbe farsi carico di circa altri 15 milioni di euro per l'acquisto dei terreni di proprietà Arexpo (14,5 oltre a Iva) ed a concedere. Salvo ulteriori spese, probabili ma non quantificabili a priori, l'università si starebbe apprestando dunque a farsi carico, tramite fondi propri, di una spesa pari o superiore a 607,2 milioni di euro (più Iva), a fronte di 307 milioni (più 32 di Iva) circa di costo di messa in opera delle nuove infrastrutture (arredi esclusi) e di cui solo 179 milioni da parte del concessionario;
non risulterebbe disponibile alcuna analisi che giustifichi i maggiori oneri finanziari derivanti dalla scelta di una finanza di progetto rispetto ad un finanziamento tradizionale tramite mutuo. Non è stata rilevata alcuna stima riguardo al maggior costo sostenuto a forfait per più di 12 milioni all'anno (compresa IVA) relativo alle spese energetiche e di manutenzione ordinaria. Non sono nemmeno disponibili valutazioni in merito ai costi per un'eventuale ristrutturazione mirata del comparto immobiliare già di proprietà dell'università, che rivalorizzerebbe il quartiere e gli edifici di cui è proprietaria, che rischiano di dover essere messi in vendita deprezzati, in caso di necessità. Le operazioni in project finance sono molto complesse e diverse tra loro. La rappresentanza sindacale unitaria universitaria, con un comunicato del marzo 2019, ha parlato di un rischio originario a carico dell'ateneo pari al 90 per cento. Tale rischio, in seguito all'instaurarsi di un rapporto di "vigilanza collaborativa" con l'ANAC, pare ridotto, ma non è dato sapere in quale misura. Rimarrebbero, comunque, aperte altre questioni importanti, come l'ammontare del finanziamento e il beneficiario diretto; le garanzie fornite dal beneficiario o da terzi, e a quali condizioni; l'ammontare delle commissioni, e le condizioni contrattuali, comprese le garanzie a titolo oneroso; l'esistenza di un qualunque strumento di finanza derivata a supporto dell'operazione;
a corredo si significa inoltre che l'opera è ricompresa nel patto per la Lombardia siglato tra la Regione e la Presidenza del Consiglio dei ministri nell'anno 2016, e che per l'operazione erano previsti 380 milioni di euro così ripartiti: 130 derivanti da risorse regionali-nazionali già stanziate, 130 milioni dal fondo nazionale di sviluppo e coesione, 120 milioni da valorizzazioni immobili dell'università. Ad oggi, all'appello, risulterebbero presenti e stanziati solo i 130 milioni del fondo di sviluppo e coesione,
si chiede di sapere:
se sia possibile avviare e ottenere un'analisi dettagliata del rapporto tra costi e benefici in merito allo spostamento delle facoltà, così come prospettato, che tenga conto non solo degli effettivi costi di costruzione dei nuovi edifici, ma anche di tutti quelli correlati a: costi generali di trasloco; smontaggio e revisione delle esistenti apparecchiature di laboratorio; costi di adeguamento alle norme di sicurezza degli attuali edifici, per tutta la durata di realizzazione dei nuovi; costi per la manutenzione e l'affitto degli attuali immobili che dovranno essere sostenuti fino all'effettiva conclusione della vendita da parte dell'università e trasloco nella nuova sede; costo degli arredi; valutazione di impatto sulla mobilità e sostenibilità ambientale attraverso la definizione di un PSCL per lavoratori e studenti;
se sia possibile eseguire un'analisi comparativa tra la quota di investimento affidata al privato in project financing e l'eventuale accensione di un mutuo trentennale di pari valore, al fine di valutare la reale convenienza finanziaria per l'ateneo;
se sia stata valutata l'effettiva sostenibilità economica dell'operazione, che, presentando un canone annuale per l'università di circa 20 milioni di euro, rischia di compromettere la possibilità per l'istituto di continuare a svolgere attività di ricerca;
se sia ritenuta congrua una spesa a forfait di 12 milioni di euro annui per 27 anni, dovuta per i servizi di manutenzione, energia, pulizia e portierato o se non sia finanziariamente conveniente realizzare tali servizi in proprio;
se sia prevista la sottoscrizione di contratti di finanza derivata che coinvolgano l'ateneo e a che titolo.