Atto n. 1-00150

Pubblicato il 25 luglio 2019, nella seduta n. 138
Ritirato

FEDELI , MARCUCCI , BONINO , DE PETRIS , MALPEZZI , PITTELLA , GINETTI , ALFIERI , BOLDRINI , CUCCA , GARAVINI , GIACOBBE , NANNICINI , PATRIARCA , RAMPI , ASTORRE

Il Senato,

premesso che:

a Ventotene, isola pontina e luogo di confino politico durante gli anni del fascismo, con la scrittura del "Manifesto" di Spinelli, Rossi e Colorni, nacque nel 1941 l'idea di un'Europa unita e pacificata. Un'Europa in cui tutti si sentissero uniti sotto una stessa bandiera, simbolo di valori e scelte condivise. Un'Europa capace di guardare criticamente alla sua storia presente e passata e di farsi baluardo di pace, cooperazione, accoglienza, democrazia, uguaglianza e solidarietà tra i popoli;

ripartendo dai principi ispiratori del "Manifesto di Ventotene", cominciando dalla lettura e dalla riflessione su quel testo e sull'esperienza delle guerre, delle dittature e della violenza da cui quelle parole di pace scaturivano, a tanti anni di distanza, e in un momento storico così difficile per il mondo intero, è necessario rilanciare proprio quel progetto di Europa. È necessario coltivare un nuovo cosmopolitismo che sia in grado di fare da argine alle paure, alle disuguaglianze, alle discriminazioni, alle violenze quotidiane, che sia lo strumento e la guida per dare una risposta alle grandi questioni del nostro tempo, dalla crisi ambientale, alle migrazioni, alla ricerca di un modello economico che produca benessere per i più, non solo per alcuni. È necessario costruire una cultura cosmopolita per risolvere problemi di carattere cosmopolita;

occorre mettere mano a profonde riforme dell'Unione europea, recuperando quello spirito sociale per cui era nata e che si è perso nel tempo per il predominio di una logica esclusivamente contabile; tali riforme non possono che avere come base la predisposizione di una cittadinanza europea da abbinarsi e integrarsi a quella italiana, proprio nell'accezione del Trattato di Roma; l'Italia, Paese fondatore, ha l'obbligo morale e la capacità politica e sociale di farsi promotrice di iniziative di formazione e sociali che possono diventare d'esempio per gli altri Paesi europei;

sotto la spinta e lo stimolo delle istituzioni, i protagonisti di questo progetto devono essere i giovani d'Europa affinché si facciano promotori di quel processo di integrazione e condivisione che ha nella conquista e nel mantenimento della libera circolazione il suo presupposto ineludibile e nell'acquisizione profonda della cittadinanza europea il suo obiettivo più alto. A loro bisogna parlare d'Europa in modo nuovo e, per la prima volta, a partire dalla scuola. È qui che un'educazione civica europea deve smettere di rappresentare un'opzione ma deve diventare una necessità culturale urgente. È qui, a scuola, che la cultura del dialogo deve attraversare trasversalmente tutte le discipline per educare al rispetto, alla conoscenza dell'altro, al superamento di stereotipi e pregiudizi;

premesso inoltre che, a Ventotene, nella scuola statale "Altiero Spinelli" ci sono già le aule, i banchi, le attrezzature multimediali, gli spazi per vivere la contemporaneità senza dimenticare la storia, ma mancano i ragazzi, dato che l'isola vive un drammatico spopolamento durante l'inverno; una "Scuola d'Europa" rappresenta l'occasione per far incontrare ragazze e ragazzi da tutta Europa per fare esperienza viva di cittadinanza; una specifica convenzione è già stata siglata tra l'associazione "La nuova Europa", fondatrice della Scuola d'Europa e il Comune di Ventotene, e l'iniziativa ha già ottenuto il patrocinio della rappresentanza in Italia della Commissione europea, del Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, della Regione Lazio e del Consiglio regionale del Lazio. Tale iniziativa ha peraltro già coinvolto nella sua fase sperimentale una trentina di scuole europee e circa 300 ragazzi tra i 16 e i 18 anni. La nuova Europa ha anche costituito con 15 scuole italiane una specifica rete di scopo per rafforzare il suo progetto di laboratori di cittadinanza;

considerato che l'esperienza dell'associazione La nuova Europa, fondatrice della Scuola d'Europa, va apprezzata ma integrata e rafforzata con un impegno di tutte le istituzioni e del più ampio arco parlamentare per la sua natura bipartisan; è interesse di tutte le forze politiche promuovere un ampio dibattito in Europa sulle riforme necessarie al rafforzamento delle istanze sociali nell'Unione e questo dibattito può partire proprio dalla scuola italiana e dal rinnovato studio dell'educazione civica, della Costituzione e dei Trattati, grazie a iniziative come la Scuola d'Europa a Ventotene,

impegna il Governo:

1) a mettere a disposizione risorse ad hoc e strumenti per realizzare il progetto della Scuola d'Europa come percorso innovativo di lunga durata e ad alto impatto sociale;

2) a riconoscere la Scuola di Ventotene come luogo di interesse pubblico e quindi a concorrere all'elaborazione di un curricolo di educazione civica europea che contempli le questioni fondamentali dell'Europa di oggi in chiave storica, politica, giuridica, scientifica, artistica e culturale, e che costituisca parte integrante del percorso formativo della scuola superiore attraverso un modello didattico fatto di lezioni frontali e di esperienze laboratoriali;

3) a sostenere, anche attraverso iniziative come la Scuola d'Europa, un percorso formativo e conoscitivo delle giovani generazioni verso una consapevole acquisizione di cittadinanza europea che abbia alla sua base lo studio della storia del '900 e dell'Europa unita.