Atto n. 4-06825

Pubblicato il 20 maggio 2004
Seduta n. 610

BASSANINI, MODICA, VILLONE. - Al Ministro per la funzione pubblica. -

Per sapere se sia a conoscenza:

del fatto che il senatore Learco Saporito, al fine di perseguire un interesse di natura strettamente personale, quale quello all’acquisizione dell’idoneità a svolgere le funzioni di professore universitario di prima fascia, interesse di per sé assolutamente legittimo, ha tuttavia compiuto atti e tenuto comportamenti che possono apparire incompatibili con la propria attuale carica di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ed in particolare con la delega al medesimo delle “funzioni inerenti alle iniziative normative di riforma delle magistrature amministrativa e contabile e dell’Avvocatura generale dello Stato, nonché dell’organizzazione e del funzionamento dei relativi organi di autogoverno”;

del fatto che detti atti e comportamenti derivano dall’esito, sfavorevole al sen. Saporito, della procedura di valutazione comparativa per la copertura di un posto di professore universitario di prima fascia per il settore scientifico-disciplinare NO9X (Istituzioni di diritto pubblico) indetta dall’Università degli studi di Teramo con il decreto rettoriale del 26.9.2000, n. 872/P;

del fatto che il sen. Saporito, che già si è visto respingere il ricorso proposto contro l’esito di questa procedura con una sentenza del T.A.R dell’Abruzzo, ha poi impugnato tale sentenza dinanzi al Consiglio di Stato, e che la questione è ora sottoposta per la decisione all’adunanza plenaria del Consiglio di Stato;

del fatto che l’Avvocatura dello Stato, per legge difensore istituzionale nel caso specifico dell’Università di Teramo, ha assunto un atteggiamento tale da costringere il Rettore di quell’Università ad affidare la difesa del suo ateneo ad un avvocato del libero foro, così da lasciare sorgere il sospetto del timore di una posizione strumentale dell’Avvocatura a favore del sen. Saporito quale parte ricorrente;

del fatto che il sen. Saporito pochi giorni or sono, nell’ulteriore tentativo di procrastinare nel tempo la decisione finale dell’Adunanza plenaria, ha contestato, impugnandoli dinanzi al T.A.R. del Lazio, gli atti mediante i quali il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa ha fissato i criteri di composizione dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato e poi deliberato tale composizione per l’anno 2004, con un ricorso contro, tra gli altri, la stessa Presidenza del Consiglio dei ministri e il Presidente del Consiglio di Stato;

del fatto che una simile impugnazione, rivolgendosi in generale a contestare la composizione del massimo organo giurisdizionale amministrativo, tende a scardinare non solo il giudice del processo in cui il sen. Saporito è parte ma anche, evidentemente, tutti gli altri processi attualmente affidati alla decisione dell’Adunanza plenaria, con effetti destabilizzanti per l’esercizio della funzione giurisdizionale amministrativa nella sua più alta espressione;

del fatto che un comportamento del genere, oltre a configurarsi come assolutamente anomalo sul piano strettamente giuridico, perché diretto a contestare la composizione del proprio giudice naturale al di fuori del giudizio, risulta altresì carico di gravissime implicazioni dal punto di vista politico-istituzionale, puntando a far dubitare non solo della legittimità dell’operato del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, ma anche della legittimità dell’operato della stessa Adunanza Plenaria che, nella composizione contestata pretestuosamente dal sen. Saporito, ha già emesso numerose pronunzie;

del fatto che il sen. Saporito, in altri termini, da una parte è chiamato in forza della delega affidatagli quale Sottosegretario di Stato a svolgere le delicatissime funzioni inerenti alle iniziative normative di riforma della magistratura amministrativa, nonché dell’organizzazione e del funzionamento del relativo organo di autogoverno, e dall’altra, per perseguire uno scopo esclusivamente personale non esita ad attaccare lo stesso organo di autogoverno della giustizia amministrativa, e lo stesso supremo organo giurisdizionale amministrativo, mirando a delegittimarne il ruolo ed a comprometterne il prestigio,

si chiede di conoscere altresì quali valutazioni dia il Ministro per la funzione pubblica dei fatti e dei comportamenti sopra richiamati e quali iniziative intenda eventualmente assumere in relazione ai medesimi.