Pubblicato il 11 giugno 2019, nella seduta n. 120
CAMPAGNA , ROMANO , TRENTACOSTE , LANNUTTI , ANASTASI , LEONE , CASTALDI , NOCERINO , ANGRISANI , RUSSO , GAUDIANO , CORRADO , LA MURA , DONNO , ACCOTO , GUIDOLIN , LICHERI , GIANNUZZI , BOTTO , AUDDINO , DI MICCO , LOREFICE , PISANI Giuseppe , CASTELLONE , MATRISCIANO , MARILOTTI , DE LUCIA - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
il Tribunale di Termini Imerese, a seguito della revisione delle circoscrizioni giudiziarie di cui ai decreti legislativi n. 155 e n. 156 del 7 settembre 2012, così come previsto dall'art. 1 della legge 14 settembre 2011, n. 148, di conversione del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari", ha subito, in seguito all'accorpamento dei Comuni di Bagheria e di Ficarazzi al circondario di Termini Imerese, un incremento del 24 per cento della popolazione;
all'ampliamento dell'estensione del Tribunale non è seguito alcun adeguamento della dotazione organica dei giudici e del personale giudiziario, che invece è rimasta da allora invariata e dunque assolutamente insufficiente a fronteggiare l'enorme domanda di giustizia che, sotto ogni forma e in tutti i settori della giurisdizione, proviene dal territorio. L'accorpamento, infatti, avrebbe dovuto imporre per il Tribunale di Termini Imerese, in considerazione dell'estensione notevole del suo circondario, della vastità del suo bacino di utenza e della specificità delle realtà socio-economiche e criminali di buona parte del suo territorio, una ben maggiore consistenza numerica in termini di organico sia di magistrati che di personale giudiziario;
considerato che:
l'edificio del Tribunale (un complesso costato oltre 20 miliardi di lire), a causa di infiltrazioni piovane e della conseguente umidità, presenta crepe sul tetto della stanza del capo della Procura, della sua segreteria, della biblioteca, di vari uffici ed in pratica su quasi tutta la copertura del palazzo;
risulta agli interroganti che, nonostante siano stati effettuati urgenti provvedimenti tampone sul tetto, questi si sono dimostrati insufficienti, perché sarebbe necessario un intervento più completo, per il quale occorrerebbero fondi più cospicui;
considerato inoltre che:
il progetto di rideterminazione dei circondari e della nuova organizzazione dei tribunali ordinari, che secondo la volontà del legislatore del 2011 doveva rispondere all'esigenza di migliorare l'efficienza degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei fondati sulla estensione del territorio, sul numero degli abitanti, sui carichi di lavoro, sulle sopravvenienze, sulla specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale e al tasso d'impatto della criminalità organizzata, per il Tribunale di Termini Imerese, non solo non ha raggiunto il risultato sperato, ma anzi ha determinato un insostenibile intasamento nei singoli settori;
ciò, come prevedibile, non consente la dovuta risposta di giustizia in tempi accettabili, che in prospettiva si risolverà non solo nel progressivo costante aumento delle pendenze, ma anche in un ulteriore prolungamento dei tempi di definizione dei processi che, nel settore penale, potrebbe altresì determinare la scadenza di importanti termini processuali, quali quelli della custodia cautelare ovvero il maturarsi della prescrizione dei reati;
considerato altresì che, per garantire la continuità del servizio giustizia, magistrati, personale amministrativo e avvocati si trovano a operare in un ambiente certamente poco sicuro e poco salubre per le condizioni indecorose del Tribunale dovute ad anni di incuria, e, a parere degli interroganti, tale fondamentale servizio non dovrebbe mai svolgersi in condizioni lesive per la dignità delle persone,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;
se non ritenga urgente assumere le necessarie determinazioni per sanare le condizioni di carenza strutturata di organico e di inadeguatezza dell'edificio, al fine di ristabilire normali e sicure condizioni di lavoro di magistrati e personale giudiziario e conseguentemente di evitare la paralisi dell'attività della giustizia.