Atto n. 4-01666

Pubblicato il 14 maggio 2019, nella seduta n. 112

PAPATHEU - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

il 26 dicembre 2018 un sisma di magnitudo 4.9 della scala Richter, con epicentro a Viagrande collegata all'attivazione di una faglia del vulcano Etna, colpì l'area orientale della Sicilia e nello specifico i comuni della zona etnea: Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant'Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea;

la scossa fu avvertita in gran parte della provincia di Catania e determinato gravi danni, con il crollo di alcune abitazioni ed altre lesionate, tra Santa Venerina, Aci Sant'Antonio e soprattutto a Fleri, frazione di Zafferana Etnea, dove avvenne il crollo parziale di una palazzina;

a seguito di tali drammatici accadimenti si registrarono 28 feriti, e 1.115 sfollati che ancora oggi versano nelle medesime condizioni di disagio ed emergenza, senza una casa, con altrettanto pesanti ripercussioni alle proprie attività economiche, ed un futuro più che mai incerto;

l'emergenza post terremoto è stata affrontata e gestita con impegno sul territorio dalle amministrazioni locali e dalla Regione Siciliana, per quanto di propria competenza, ma tale dedizione non può bastare e rischia di essere vanificata, poiché carente, lenta e palesemente inadeguata è parsa sinora l'azione del Governo nazionale;

tale condotta a parere dell'interrogante inadeguata dell'Esecutivo nazionale sta pregiudicando l'aspettativa di un ritorno ad una normale vivibilità della gente, costringendo la comunità catanese ed in particolare gli abitanti delle zone più colpite, come Zafferana, le frazioni di Fleri, Poggiofelice e Pisano, al perdurare di una surreale quotidianità in condizioni di assoluta emergenza;

inoltre, molti cittadini hanno dovuto abbandonare le loro case, altri hanno deciso di rimanere in edifici danneggiati, e nella cosiddetta "zona rossa", come nel caso di Fleri, i militari dell'Esercito italiano sono impegnati in un'attività di presidio dei fabbricati per 24 ore al giorno per prevenire reati predatori e fenomeni di "sciacallaggio";

è obbligatorio, pertanto, chiedersi e capire per quanto altro tempo ancora questi cittadini dovranno vivere tra le macerie, in una condizione di evidente prostrazione e incidibile emergenza, in attesa di una ricostruzione ad oggi da considerare un miraggio;

le attività di ricostruzione che il Governo propaganda come già avviate, mediante l'emanazione del recente decreto ministeriale, appaiono in realtà ferme o giunte ad uno stato di avanzamento a dir poco relativo;

ad oggi risulta critica la situazione a Zafferana e sono stati effettuati circa 3.110 sopralluoghi negli edifici interessati dall'evento tellurico di Santo Stefano, con altri 20 ancora da effettuare. In tutto sono state emesse e notificate circa 1.150 ordinanze di inagibilità e altre 200 saranno emesse a breve;

a riprova di un profondo disagio economico-sociale sono circa 400 i nuclei familiari che percepiscono il C.a.s. (contributo autonoma abitazione) con relative spettanze erogate per il mese di gennaio (da conguagliare), febbraio e marzo 2019, per circa 350.000 euro complessivi. Sono state presentate numerose pratiche con C.i.l.a. (comunicazione inizio lavori asseverata) di cui diverse ancora in fase di istruttoria;

appare insufficiente il numero delle demolizioni realizzate e sono stati messi in sicurezza solo pochi fabbricati e alcuni muri pericolanti. Risultano in corso di affidamento sul territorio, in attesa di completamento di iter autorizzativo, opere di riassetto ambientale propedeutico alla riapertura alla viabilità, e per la messa in sicurezza della chiesa madre di Zafferana,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia in grado di riferire sullo stato complessivo dei luoghi nelle aree colpite dal sisma del 26 dicembre 2018, evidenziando, inoltre, attraverso una relazione dettagliata, quali interventi ad oggi per la ricostruzione siano stati effettuati ed un crono-programma delle opere ancora da effettuare e valutando, vista la gravità della situazione, l'opportunità di una rimodulazione temporale delle previsioni finanziarie attualmente contenute nel testo del decreto-legge "Sblocca Cantieri" ed in tale decreto dilazionate nel lungo periodo 2019-2023.