Pubblicato il 19 marzo 2019, nella seduta n. 99
ALFIERI , BELLANOVA , GIACOBBE , PINOTTI , RENZI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
sono passati poco più di 100 giorni da quando Silvia Romano, giovane cooperante italiana, è stata sequestrata a Chakama, città costiera nella contea di Kilifi, a circa 80 chilometri ad ovest di Malindi. L'ultimo contatto utile con i rapitori secondo indiscrezioni di stampa risalirebbe a circa un mese fa e l'ipotesi che viene ora maggiormente accreditata da intelligence e investigatori italiani è che i sequestratori abbiano superato non solo il fiume Tana, subito a nord del villaggio, ma anche la foresta di Boni, ancora più a nord, dirigendosi, dunque, in Somalia;
se confermata, la notizia apre a scenari considerevolmente gravi. Infatti, fin dal giorno del suo rapimento, il 20 novembre 2018, la polizia locale ha accreditato l'ipotesi che la cooperante fosse stata portata via da una banda di criminali locali, dunque, estranei ai pericolosi terroristi di Al Shaabab, sebbene proprio la foresta di Boni, con un'area di circa 1.350 chilometri quadrati, sia un territorio battuto anche da questi ultimi;
a dicembre si è giunti all'arresto di uno dei tre sospettati, Ibrahim Adan Omar, che si trovava nel villaggio di Bangale, nella contea di Tana River;
il 21 gennaio il comandante della polizia della regione costiera, Marcus Ochola, ha evidenziato elementi di problematicità e criticità nelle ricerche: in primo luogo le condizioni climatiche e la morfologia dell'area del Tana River, che non favorirebbero le attività della polizia locale, in secondo luogo, la mancata collaborazione delle tribù locali;
premesso, inoltre, che:
il passaggio in Somalia significherebbe, pertanto, l'impossibilità per le autorità keniote di proseguire le ricerche, con lo spostamento di tutte le operazioni volte alla liberazione della cooperante in un'area più instabile e di difficile agibilità;
come già evidenziato nell'atto di sindacato ispettivo 3-00415, presentato dagli interroganti in data 22 novembre 2018, "gli Al- Shabab, conosciuti come "i Giovani", rappresentano il gruppo islamico più potente e attivo in Somalia, dal 2012 riconosciuti formalmente come cellula locale di al-Qaeda e inseriti nella lista delle organizzazioni terroristiche di numerosi governi e servizi di sicurezza occidentali. L'attuale forza armata del gruppo terroristico conterebbe tra i settemila e i novemila uomini";
sebbene sia le autorità locali che quelle italiane abbiano tenuto da subito un atteggiamento di massimo riserbo, al fine di condurre al meglio le ricerche in un territorio caratterizzato da grande instabilità, il passare delle settimane rischia di pregiudicare la liberazione della volontaria della onlus marchigiana "Africa Milele",
si chiede di sapere quali iniziative in accordo con le autorità locali il Governo italiano stia intraprendendo al fine di garantire una rapida soluzione del sequestro della cooperante italiana.