Atto n. 4-01222

Pubblicato il 7 febbraio 2019, nella seduta n. 89

MONTEVECCHI , LANZI , MANTOVANI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

il 2 febbraio 2019 è crollato l'argine del fiume Reno a Boschetto di Castelmaggiore (Bologna): 50 metri per 2 di altezza di barriera hanno ceduto alla spinta della forza della piena;

la massa d'acqua riversatasi dalla falla arginale nella pianura nord di Bologna ha allagato una vastissima area (comuni di Castelmaggiore, Argelato, Pieve di Cento, Castello d'Argile, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale). Circa 2 milioni di metri cubi di acqua hanno travolto tutto quello che incontravano davanti a sé per cinque ore, coinvolgendo un'area di circa 5 chilometri quadrati e costringendo almeno 280 persone ad abbandonare le proprie abitazioni;

anche se una valutazione esatta dei danni è ancora prematura, oltre ai disagi subiti dai cittadini "sfollati", il primo grido di allarme arriva da Coldiretti che rileva come da un primo esame le stime dei danni appunto sembrerebbero aggirarsi intorno a un valore di 10 milioni di euro e che riguarderebbero oltre 200 ettari di terreno agricolo coltivato soprattutto a seminativo;

le campagne finite sott'acqua erano già state seminate a grano ed esiste il concreto rischio che l'intero raccolto di un anno possa andare perduto con grave danno economico per decine di aziende. Dalle dichiarazioni di Coldiretti provinciale si evince anche il pericolo che se l'inondazione non defluirà velocemente "le radici delle piantine di grano soffocheranno". Inoltre, poiché i terreni erano già stati preparati per le semine primaverili di mais e barbabietole e poiché l'alluvione ha cosparso i campi di fango frammisto a rami, sassi e rifiuti, è probabile che il terreno sarà inutilizzabile nell'immediato futuro compromettendo anche la produzione delle colture;

inoltre gli ultimi bollettini dell'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell'Emilia-Romagna (Arpae) e della Regione, hanno previsto stati di allerta "arancione" per criticità idraulica nella pianura emiliana orientale e sulla costa ferrarese dovuta al lento esaurimento delle piene in atto; criticità "arancione" idrogeologica nei bacini emiliani dovuta alla possibilità di innesco di fenomeni franosi. Allerta "gialla" per criticità idraulica nei bacini emiliani orientali e nella pianura emiliana centrale e per criticità idrogeologica nei bacini romagnoli;

considerato che:

i cambiamenti climatici stanno causando, ormai inequivocabilmente, un aumento degli eventi meteorologici estremi. I danni alle abitazioni, alle aziende, e quindi all'economia, e soprattutto i morti e i feriti causati da intense piogge torrenziali, che provocano devastanti alluvioni, segnalano vieppiù la necessità e l'urgenza della messa in sicurezza dei territori. L'esondazione del Reno ne è un chiaro esempio; sembrerebbe infatti che un cantiere "sospeso" e non chiuso per tempo, in pieno inverno, abbia favorito la rottura dell'argine e la conseguente esondazione delle acque e dei fanghi;

l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sulla base delle nuove mosaicature, ha proceduto nel 2018 all'aggiornamento degli indicatori nazionali di rischio, per frane e alluvioni, relativi a popolazione, imprese e beni culturali e ha elaborato nuovi indicatori su famiglie ed edifici. Gli indicatori relativi a popolazione, imprese e beni culturali sono strategici in quanto consentono di individuare obiettivi prioritari di intervento per la salvaguardia della vita umana, delle attività produttive e dei servizi, e del patrimonio culturale,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare in favore delle popolazioni colpite dall'alluvione;

quali iniziative intenda assumere per contrastare il grave problema del dissesto idrogeologico dell'area interessata dall'inondazione nonché per mettere in sicurezza tutto il territorio emiliano-romagnolo, poiché anche in questa occasione le criticità idrogeologiche si riscontravano anche per le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna e di conseguenza la popolazione, il tessuto economico-produttivo e il patrimonio culturale;

quali iniziative intenda intraprendere per verificare eventuali responsabilità in capo alle amministrazioni locali per l'esondazione del fiume Reno e la conseguente alluvione.