Pubblicato il 30 gennaio 2019, nella seduta n. 86
IANNONE - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
la normativa europea e quella nazionale prevedono che un rifiuto cessi di essere tale quando è stato sottoposto a un'operazione di recupero, incluso il riciclo e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi le seguenti condizioni: a) la sostanza o l'oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; c) la sostanza o l'oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; d) l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana;
la recente sentenza del Consiglio di Stato (sentenza n. 1229 del 28 febbraio 2018) ha messo in crisi il sistema, in quanto ha escluso che ogni singola Regione possa procedere a regolare autonomamente la cessazione "caso per caso" della qualifica di rifiuto;
in aggiunta a ciò, il Consiglio di Stato ha affermato che, in mancanza di indicazioni a livello normativo europeo, il regolamento ministeriale risulta l'unico atto idoneo ad intervenire ai fini della declassificazione "caso per caso",
si chiede di sapere che cosa intenda fare il Ministro in indirizzo per affrontare una situazione che sta provocando grandi disagi all'economia circolare incrementando, peraltro, il conferimento in discarica dei rifiuti.