Pubblicato il 29 gennaio 2019, nella seduta n. 85
PUGLIA , VACCARO , SANTILLO , DONNO , DE LUCIA , CORRADO , LANZI , GALLICCHIO , GAUDIANO , MATRISCIANO , CASTELLONE , ANASTASI , LANNUTTI , ENDRIZZI , L'ABBATE - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che i treni Frecciarossa e Frecciarossa 1000, gli ETR.500 ed ETR.400 rappresentano la punta di diamante della flotta alta velocità (AV) Trenitalia e nel tempo sono diventati una presenza abituale sulle principali linee ferroviarie italiane. Numerosi sono, infatti, i convogli e complessivamente milioni sono i chilometri percorsi, con prestazioni che richiedono continui e accurati controlli per garantirne l'esercizio in piena sicurezza. Conseguentemente, i mezzi di trasporto sono sottoposti a manutenzione e verifiche pressoché quotidiane, ma anche a revisioni più approfondite allo scadere di percorrenze prestabilite, effettuate in tre impianti specializzati: Vicenza per la revisione ciclica, Napoli Gianturco polo manutentivo principale, Milano Martesana impianto di manutenzione corrente (IMC) di primo livello;
considerato che:
l'impianto IMC-AV-Napoli è uno degli impianti di manutenzione dei rotabili più importanti, per la sua strategica posizione geografica e per il ruolo che ha assunto nel tempo. Nell'impianto, attualmente, insistono tre linee di produzione diverse. La situazione attuale sulla manutenzione prevede un sistema ibrido sbilanciato verso l'esterno, ossia le attività sono affidate a ditte esterne, le quali, da quanto risulta agli interroganti, sembrerebbero applicare contratti privi di clausole sociali, cosiddette di salvaguardia dei livelli occupazionali, nei casi di cambio d'appalto. L'esternalizzazione sembrerebbe ricoprire una percentuale pari al 75 per cento;
la semplificazione dei processi di produzione, a svantaggio della sicurezza ferroviaria, e la riduzione drastica dell'attuale manutenzione ciclica, hanno fatto sì che mentre nel passato venivano realizzati lavori su 12/15 treni all'anno dall'impianto in questione, riducendo il numero delle scadenze di verifica intermedia di sicurezza (Vis), per il 2019, si arrivi a soli 6 treni. Questo fattore, sommato alla sperimentazione sull'allungamento delle scadenze, provoca danni all'indotto e anche al lavoro dei ferrovieri, dati i cambi d'appalto frequenti;
considerato inoltre che l'appello lanciato dai lavoratori interessati dalla vicenda, unitamente ai sindacati, è volto a scongiurare il rischio, attualmente probabile, di un ridimensionamento produttivo e occupazionale dell'azienda,
si chiede di sapere:
quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere, al fine di verificare, nel dettaglio, la situazione descritta;
se intendano convocare un Tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti, affinché non vengano compromessi i livelli occupazionali, con il conseguente ridimensionamento del ruolo del sito produttivo.