Atto n. 4-00597

Pubblicato il 25 settembre 2018, nella seduta n. 39
Risposta pubblicata

DE PETRIS - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

come accade periodicamente oramai da anni, anche in queste ultime settimane sulla stampa locale del sud pontino si è acceso il dibattito sulla presenza del "pontile petroli" ENI in pieno centro urbano a Gaeta (Latina), con tutti i gravi rischi per la popolazione in caso di possibili incidenti connessi con le attività di carico e scarico di prodotti petroliferi;

contrariamente a quanto da sempre assicurato dai vertici dell'autorità portuale di Civitavecchia (la cui circoscrizione di competenza fu estesa nel 2002 al porto commerciale di Gaeta, includendo l'intero golfo), anziché provvedere alla delocalizzazione del pontile petroli, al fine di assicurare lo svolgimento delle operazioni commerciali in condizioni di massima sicurezza, tanto per l'ecosistema marino e costiero quanto e soprattutto per la popolazione in considerazione della prossimità dell'abitato e delle attività umane, con delibera n. 12 del 17 febbraio 2014, viene previsto lo spostamento del pontile petroli nell'ambito del porto commerciale, che ha suscitato forti proteste da parte dell'amministrazione formiana, degli operatori turistici e balneari e delle associazioni di cittadini del comprensorio, in quanto la nuova ubicazione risultava in prossimità della spiaggia di Vindicio, con tutti i conseguenti rischi e pericoli che non venivano eliminati ma solamente trasferiti;

oltre a ciò, veniva fatto notare come la nuova localizzazione prescelta risultasse sempre essere nell'ambito dell'area sensibile individuata dalla Regione Lazio ai sensi della direttiva 91/271/CEE del 21 maggio 1991;

per contro, è stato ritenuto da più parti che la soluzione ottimale, capace di contemperare le esigenze di natura economica e commerciale con la sicurezza e la salvaguardia dell'ambiente, poteva essere lo spostamento del terminal petrolifero offshore a una congrua distanza di sicurezza dalla costa ed al di fuori dell'area sensibile, proprio come avviene da sempre nel porto di Fiumicino (anch'esso amministrato dall'autorità portuale di Civitavecchia) e come di recente delocalizzato nel porto di Civitavecchia, analogamente a quanto avviene in altre parti d'Italia e del mondo;

nei giorni scorsi, l'assemblea contro il pontile petroli, sito nel cuore della città di Gaeta, ha dato il via a due raccolte firme per la dismissione del pontile ENI anche in considerazione della recente scadenza della concessione alla stessa società, che favorirebbe, in questo periodo di riassestamento, una soluzione definitiva del problema;

la multinazionale del petrolio insiste per un rinnovo decennale e per un ingrandimento del pontile, oltre che per il suo spostamento a ridosso della spiaggia di Vindicio, sul confine con il comune di Formia;

se le richieste di Eni venissero accolte, aumenterebbero i rischi legati alla sicurezza per la presenza di un sito tanto delicato e pericoloso nei pressi di un centro abitato con un impatto ancor più negativo sull'ambiente, sulle attività turistiche e di pesca;

i cittadini del golfo di Gaeta chiedono, invece, che il pontile ENI venga dismesso con conseguente riqualificazione dell'area interessata e riallocazione dei lavoratori attualmente impiegati nella struttura petrolifera o, in extrema ratio, che si preveda una delocalizzazione della struttura offshore, con una concessione che riduca l'ipoteca decennale sul futuro delle zone costiere,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario e urgente assumere le opportune iniziative per l'immediata delocalizzazione del pontile petroli di Gaeta in un luogo più sicuro, conformemente alla normativa in materia di sicurezza, al fine di garantire, compatibilmente alle esigenze di natura economica e commerciale, anche la salute e la sicurezza dei cittadini.