Atto n. 3-00181 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 7 agosto 2018, nella seduta n. 33

PARRINI , ALFIERI , MAGORNO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -

Premesso che:

secondo quanto riportato dal quotidiano "la Repubblica" del 6 agosto 2018 e da molti altri quotidiani, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti per attentato alla libertà del Presidente della Repubblica, offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato e sostituzione di persona;

l'oggetto dell'inchiesta riguarda le migliaia di messaggi di insulti e di inviti alle dimissioni rivolti al Presidente della Repubblica lo scorso mese di maggio e, precisamente, nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso (noto come tweetstorm "Mattarelladimettiti") nel tentativo di indebolire il Capo dello Stato che, nei giorni precedenti la formazione del Governo, aveva espresso la sua valutazione in merito alla possibilità che Paolo Savona diventasse Ministro dell'economia e delle finanze;

nel fascicolo si ipotizza anche il reato di sostituzione di persona per gli oltre 400 profili twitter, tutti riconducibili ad un'unica fonte, comparsi sul social network la notte tra il 27 e il 28 maggio;

premesso, inoltre, che:

secondo quanto riportato dal quotidiano "La Stampa" del 7 agosto 2018 e da molti altri quotidiani, la Procura di Roma, attraverso una rogatoria internazionale chiederà a "Twitter" i dati utili a capire il momento e le modalità con cui sono stati attivati i profili da cui la notte del 27 maggio sono partiti i messaggi di insulti contro il Presidente della Repubblica;

finora, secondo il citato quotidiano, non sono stati trovati riscontri oggettivi che la tweetstorm abbia avuto origine in Russia. La Polizia postale ha accertato che i tweet pubblicati dal sito americano "FiveThirtyEight" non hanno connessioni con quelli pubblicati in Italia contro il Presidente della Repubblica. Ciò nonostante gli eccessivi "rimbalzi" nel web e i continui processi di "anonimizzazione" dei profili spingono a non trascurare la pista della "fabbrica di troll" situata a San Pietroburgo, secondo quanto riportato dai quotidiani nei giorni scorsi;

inoltre, secondo quanto riportato dal citato quotidiano, per conoscere il Paese dove ha avuto origine questa campagna denigratoria contro il Presidente della Repubblica, si aspetta la risposta da Twitter in merito, soprattutto, alla comunicazione dell'IP (il tratto distintivo da cui si può desumere la fonte di partenza di un messaggio) e al momento esatto in cui sono stati creati i 400 account;

a questo proposito, in un'audizione resa in data 6 agosto 2018 al Copasir, il direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), Alessandro Pansa, ha detto, secondo quanto riportato dal quotidiano "La Stampa" del 7 agosto 2018, che: "sono in corso approfondimenti da parte delle strutture specializzate della nostra intelligence e che al momento non è possibile formulare conclusioni";

secondo quanto riportato dal quotidiano "Corriere della sera" del 7 agosto 2018, "le verifiche effettuate da intelligence e polizia postale" hanno accertato che "tutto è partito da un'unica fonte che ha generato 400 profili" e che "il punto di partenza sarebbe lo «snodo dati» di Milano "che ha fatto rimbalzare la creazione dei profili su server stranieri, proprio per inquinare ulteriormente la possibilità di risalire agli autori dell'attacco";

inoltre, secondo quanto riportato dal quotidiano "la Repubblica" del 7 agosto 2018, "Non c'è alcuna evidenza per pensare che dietro la tweetstorm di fine maggio lanciata contro il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci siano gli apparati russi. (...) Più probabile - sembrano indicare i primi accertamenti - che l'attacco sia partito dall'Italia e che la regia non sia stata unica. È un fatto, però, dimostrato dall'indagine del Fbi sul Russiagate, che i russi abbiano provato a influenzare attraverso Twitter anche l'opinione pubblica italiana, almeno fino all'ottobre scorso: perché lo abbiano fatto, e soprattutto, per conto di chi, lo dovrà stabilire la procura di Roma. L'indagine aperta dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte, infatti, riguarda non solo il "caso Mattarella" ma anche l'ttività in Italia dell'Internet Research Agency (Ira), l'agenzia di San Pietroburgo legata a uomini del presidente Vladitnir Putin";

sempre secondo quanto riportato dal citato quotidiano, "Si è scoperto, tra le altre cose, che 18.254 tweet prodotti da 140 account circa sono in lingua italiana: gli argomenti trattati sono i più disparati, ma la politica (e in particolare gli attacchi al Partito democratico e all'allora suo segretario Matteo Renzi) e i temi populisti e sovranisti sono i più frequenti. (...) la maggior parte dei messaggi in italiano che arrivavano da San Pietroburgo erano retweet, fatti per lo più da cinque profili fake. Ma ne esistevano altri tre (rossirossivin, sergio-maestri e marialuigi5) che producevano contenuti originali nella nostra lingua. Dettagli che fanno pensare agli inquirenti che Ira si sia avvalsa anche di esperti italiani volati a San Pietroburgo";

sempre secondo quanto riportato dal citato quotidiano, "è arrivata una prima informativa della Postale che ricostruisce quanto emerso fino a ora: e cioè che l'Ira non sembra aver avuto una parte in gioco, ma che qualcosa "di strutturato" è accaduto, perché la lista dei profili coinvolti ha delle caratteristiche comuni nel ricorso a combinazioni numeriche nei nomi e nel tipo dei post rilanciati";

considerato che:

è evidente che, come altre volte è accaduto in passato, la democrazia è soggetta a cambiamenti profondi. Diversamente dal passato, però, molti di questi cambiamenti non sono visibili e immediatamente percepibili, quali quelli definiti, con inquietante lucidità, "poteri digitali occulti";

il cambiamento, sempre più veloce e profondo, del modo di comunicare e di influenzare l'opinione pubblica è molto profondo e difficile da controllare e può rappresentare, come si è visto, un rischio di inquinamento per la democrazia,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti intenda adottare o abbia già adottato al fine di fare al più presto chiarezza sui fatti inquietanti riportati in premessa, gravemente lesivi della sicurezza nazionale e della libertà democratica;

quali iniziative urgenti intenda altresì adottare per tutelare e garantire l'integrità della democrazia del nostro Paese.