Atto n. 3-00180 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 7 agosto 2018, nella seduta n. 33

BINI - Al Ministro della salute. -

Premesso che in data 3 agosto 2018, in occasione delle comunicazioni sulle linee programmatiche del suo Dicastero, il Ministro in indirizzo, durante la seduta della Commissione congiunta 12ª del Senato e XII della Camera dei deputati, ha dichiarato che "la politica antidroga passerà al Ministero della Famiglia", dichiarazione che gli interroganti considerano grave, oltre che di particolare pericolosità;

premesso, inoltre, che:

le dipendenze patologiche riguardano il funzionamento sociale e medico delle persone che ne sono affette e sono in forte aumento;

appare, pertanto, necessario approntare politiche efficaci per il contrasto all'uso e allo spaccio, in particolare per quanto riguarda l'eroina, che sul finire degli anni 2000 aveva visto una forte diminuzione e adesso vede, invece, una nuova emergenza di uso, con modalità di assunzione diverse, ma comunque molto pericolose;

il consumo di droghe comporta i cosiddetti "danni correlati" per la salute della comunità, si pensi a malattie infettive quali epatiti, HIV, AIDS o incidenti stradali droga-correlati;

i servizi per le dipendenze sono legati alle Asl di zona e, dunque, di pertinenza del Ministero salute;

considerato che a quanto risulta all'interrogante:

il 33 per cento degli studenti italiani,circa 800.000, ha provato almeno una sostanza illegale, tra queste la più utilizzata risulta la cannabis per il 32 per cento, seguita dalla cannabis sintetica, SPICE, per l'11 per cento;

secondo diversi studi in materia, il 23 per cento degli studenti utilizzatori di cannabis ha un consumo definibile come problematico. Inoltre, i predetti studi hanno evidenziato un ritardo di diversi anni tra l'inizio di uso di sostanze tra i minori e la prima richiesta di terapia;

i consumatori che fanno richiesta di trattamento sono mediamente più giovani di quelli già in cura (32 anni) la maggior parte dei quali ricorre al predetto trattamento per uso primario di eroina, mentre il 34 per cento sarebbe composto da dipendenti da cocaina;

considerato, infine, che circa un quarto della popolazione carceraria risulta composta da detenuti tossicodipendenti, 14.157 persone circa,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, alla luce dei fatti esposti in premessa, non ritenga necessario e urgente chiarire quali siano le motivazioni che hanno portato ad una scelta di evidente disfunzionalità e inefficacia;

se non ritenga, altresì, doveroso chiarire come intenda conciliare la decisione in oggetto con l'attuale impianto di politiche della salute in materia di dipendenze.