Atto n. 4-00196

Pubblicato il 5 giugno 2018, nella seduta n. 9

GRASSO , LAFORGIA - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

il palazzo di giustizia di via Nazariantz a Bari che ospita gli uffici della Procura e del Tribunale penale versa in una situazione di grave criticità;

le verifiche strutturali effettuate hanno spinto le autorità amministrative competenti alla decretazione di un'ordinanza di sgombero;

la decisione di sospendere l'agibilità dell'immobile è stata presa dalla ripartizione Urbanistica del Comune, che ha anche avviato il procedimento finalizzato alla revoca del certificato di agibilità, che dal 1999 ad oggi ha consentito l'uso dell'edificio;

la Procura ha aperto un fascicolo con le ipotesi di pericolo di crollo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. I magistrati, che hanno commissionato una consulenza tecnica, vogliono capire per quale motivo il palazzo sia stato costruito con calcestruzzo pericoloso e con una serie di evidenti limiti progettuali che ne alterano la stabilità;

la storia giudiziaria del palazzo del Tribunale di Bari non rappresenta una novità essendo essa cominciata più di 15 anni fa. I problemi della struttura, infatti, erano già emersi dalla prima consulenza disposta dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta per abusi edilizi che, alcuni anni indietro, aveva coinvolto i costruttori. Il processo finì con condanne in primo grado e prescrizione in appello. Stessa sorte ebbe il procedimento successivo, per frode nelle pubbliche forniture;

la situazione della struttura, con locali pericolanti non in grado di garantire la sicurezza e l'incolumità pubblica, il degrado degli uffici e lo stato di assoluta assenza di manutenzione, era dunque nota da anni attraverso denunce e segnalazioni;

considerato che:

a causa della sospensione dell'agibilità, le udienze vengono tenute in tre tensostrutture, con bagni chimici all'esterno, montate dalla protezione civile nel parcheggio antistante al palazzo di giustizia;

il presidente del Tribunale di Bari ha disposto il rinvio di tutte le udienze "non urgenti" ad eccezione di direttissime, riesami, udienze preliminari con detenuti e convalide di arresti;

le udienze con detenuti sono state spostate nel vecchio palazzo di giustizia e attuale sede della Corte d'appello, in piazza De Nicola, e nell'aula bunker di Modugno ma, al momento, non vi sono altri spazi in cui svolgere le udienze ordinarie;

tra le soluzioni vi è anche quella di far traslocare gli uffici della Procura e l'ufficio del giudice per le indagini preliminari in un altro immobile dove si lavorerà "a rotazione";

la situazione di grave criticità ha spinto sia l'Associazione nazionale magistrati, sia l'ordine degli avvocati, a mobilitarsi per richiamare le autorità competenti ad adottare i provvedimenti opportuni per risolvere urgentemente la situazione;

tenuto conto che:

le udienze di rinvio a date future e incerte, tenute nelle tende, non fanno altro che aumentare il rischio di prescrizione dei reati e l'impunità;

l'instabilità dell'edificio che ospita il Tribunale non deve in alcun modo avere ripercussioni negative sulla rapidità dei procedimenti e sulla giustizia da garantire ai cittadini;

il complesso dei beni strumentali e dei documenti indispensabili per l'esercizio delle funzioni giudiziarie coinvolgono interessi di rilevanza costituzionale e pertanto non possono essere improvvisamente interrotte o trasferite;

l'adeguatezza delle strutture e del personale che anima la macchina giudiziaria deve essere una priorità del Governo in quanto diretta espressione del principio della "ragionevole durata" espresso nell'art. 111 della Costituzione;

lo Stato deve inoltre garantire la salubrità e la sicurezza dei luoghi di lavoro, anch'essa espressione di importanti principi costituzionali,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno attivarsi, con tutte le misure necessarie, affinché si risolva la grave situazione di criticità del Tribunale di Bari.