Pubblicato il 17 aprile 2018, nella seduta n. 5
ARRIGONI - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
il Ministero dell'interno, a seguito dell'esecuzione dell'accordo tra l'ANCI e il Viminale di fine 2016, aveva assegnato al Comune di Macerata (che già da alcuni anni aveva attivato progetti SPRAR) la quota di 139 richiedenti asilo;
attualmente presso il comune di Macerata è in essere un progetto SPRAR che ha in carico 110 richiedenti asilo;
la Prefettura di Macerata, con bando di aprile 2017, ha predisposto il rinnovo del progetto CAS (centri di accoglienza straordinaria), assegnando alla fine 272 richiedenti asilo a diversi enti attuatori;
sarebbero dunque 382, tra richiedenti asilo e coloro che hanno già ottenuto protezione, i soggetti attualmente ospitati a Macerata, un numero quindi ben al di sopra della quota assegnata dal Ministero (139);
la clausola di salvaguardia, prevista dalla direttiva del Ministero dell'interno dell'11 ottobre 2016, che permette ai Comuni che ospitano uno SPRAR che abbia in carico almeno un numero di richiedenti asilo pari a quello indicato dal Viminale come numero "sostenibile", di non accogliere ulteriori migranti richiedenti asilo, non poteva essere fatta valere perché nello SPRAR vi erano, appunto, 110 persone;
per lungo tempo il sindaco di Macerata non ha posto in essere atti formali per chiedere lo spostamento di soggetti richiedenti asilo dal CAS allo SPRAR, in modo da arrivare alla cifra sufficiente per far valere la clausola di salvaguardia;
invece, solo in data 28 marzo 2018, la Giunta del Comune di Macerata ha approvato una delibera con la quale avrebbe chiesto al Ministero di poter aumentare dagli attuali 110 a 139 il numero dei richiedenti asilo da ospitare nelle proprie strutture di accoglienza nell'ambito dei progetti SPRAR al fine di attivare la cosiddetta clausola di salvaguardia, e così ridurre a zero l'accoglienza straordinaria nei CAS;
sempre dalla stampa, si apprende in questi giorni che, tra le premesse della richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia da parte della Giunta di Macerata, vi sarebbe il fatto che l'accoglienza straordinaria gestita dalla Prefettura "risulta essere non controllata dall'ente locale e sprovvista di percorsi di integrazione e inclusione sociale. In provincia i Comuni che hanno attivi progetti di accoglienza per richiedenti protezione internazionale sono 15 su 55, con una conseguente disomogeneità nella distribuzione dei migranti sul territorio";
inoltre, sempre secondo quanto riportato dai quotidiani, a seguito della riunione del Comitato provinciale di ordine e sicurezza pubblica, riunitosi il 19 marzo 2018 sul tema dell'accoglienza dei migranti, la stessa Prefettura, "preso atto dell'esistenza di criticità nella percezione di sicurezza da parte della comunità di Macerata in relazione alla presenza di stranieri migranti" avrebbe, quindi, "condiviso l'opportunità di procedere a una progressiva riduzione del numero dei cittadini richiedenti protezione internazionale presenti nella città capoluogo";
considerato che, a quanto risulta:
è di tutta evidenza che il prefetto di Macerata con il proprio bando del 2017 ha disatteso le indicazioni della nota del Ministero dell'interno dell'11 ottobre 2016, avente ad oggetto "regole per l'avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile dei richiedenti asilo e dei rifugiati sul territorio nazionale attraverso lo SPRAR" inviata a tutti i prefetti, nella quale si legge, tra l'altro: "le SS. LL. vorranno attivare una politica di Governance applicando una clausola di salvaguardia che renda esenti i Comuni che appartengono alla rete SPRAR dall'attivazione di ulteriori forme di accoglienza";
nella nota, inviata oltre un anno e mezzo fa a tutti i prefetti, il Ministro li invitava, peraltro, già allora ad "operare affinché i centri di accoglienza temporanea eventualmente presenti sul territorio dei Comuni aderenti alla rete SPRAR vengano gradualmente ridotti , ovvero ricondotti ove possibile a strutture della rete SPRAR medesima, fino al raggiungimento della predetta quota di posti";
fino alla recente delibera approvata dalla Giunta di Macerata, tuttavia, né Comune né la Prefettura hanno posto in essere atti formali, neanche propedeutici, alla realizzazione delle raccomandazioni ministeriali, ma anzi, addirittura, la Prefettura ha disposto, nell'aprile 2017, il rinnovo del progetto CAS, senza prevedere alcun piano di rientro nello SPRAR e addirittura richiedendo (per l'intero territorio provinciale) un numero di richiedenti asilo superiore (1.098) rispetto a quello che poi è stato assegnato (808, di cui 272 sul comune di Macerata);
esiste quindi a Macerata un'innegabile impasse nella gestione dei progetti SPRAR e CAS, evenienza peraltro assai critica in una città in cui, dopo le note tragiche vicende di sangue avvenute a gennaio 2018 (uccisione di Pamela Mastropietro, tentata strage imputata a Luca Traini), è aumentata la percezione dell'insicurezza da parte dei cittadini, peraltro acuita da giornalieri episodi di cronaca che riportano continui episodi di spaccio, furti e quant'altro, assai spesso imputabili a cittadini stranieri clandestini o facenti parte dei progetti di accoglienza,
si chiede di sapere:
se quanto sopra riportato corrisponda al vero;
quali siano i motivi per i quali la Prefettura di Macerata avrebbe disatteso le direttive impartite con la nota ministeriale dell'11 ottobre 2016 di attivare una politica di governance locale con progressiva riduzione dell'accoglienza straordinaria ed invece avrebbe proceduto con il bando dello scorso anno al rinnovo dei progetti CAS;
quali siano i motivi per i quali fino ad oggi né il Comune né la Prefettura avrebbero posto in essere alcun protocollo o accordo per adeguarsi alle direttive ministeriali adottate già nel 2016, ciò determinando una presenza di richiedenti asilo oggi a Macerata pari quasi a tre volte quella indicata dall'accordo con l'ANCI;
quali azioni il Ministro in indirizzo intenda porre in essere per superare l'impasse, riassumibile con il totale immobilismo di Comune e Prefettura di Macerata;
quale sia il numero dei richiedenti asilo e dei soggetti che hanno ottenuto protezione e quale forma, suddivisi per nazionalità, effettivamente presenti nel comune di Macerata;
quali siano le modalità e la tempistica con le quali intenda procedere al fine di collocare in altri comuni i richiedenti asilo attualmente ospitati nei centri di accoglienza straordinaria di Macerata;
infine, come ritenga di sopperire alle evidenti mancanze dovute alla lacunosa governance locale, al fine di riportare il numero dei richiedenti asilo, a Macerata, nel numero previsto di 139 unità.