Pubblicato il 13 dicembre 2017, nella seduta n. 916
PALERMO , ZELLER , ORELLANA , BERGER , LAI , FRAVEZZI , PANIZZA , MASTRANGELI , LO GIUDICE , FERRARA Elena , PAGLIARI , ROMANI Maurizio , CONTE - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
dei 22 milioni di abitanti della Repubblica del Camerun, il 20 per cento, residente soprattutto nella regione del nordovest e nella regione del sudovest che confinano con la Nigeria, parla l'inglese come lingua principale, mentre, nel resto del Paese, la popolazione parla principalmente il francese, per cui molti camerunesi anglofoni si sentono da anni una minoranza discriminata e ultimamente questa discriminazione è sfociata in un conflitto molto serio;
la ragione di questa divisione è da ricercare nelle origini di questo Stato: dopo la fine del dominio coloniale tedesco, il Paese era diviso in un'area a mandato britannico e in una parte più ampia sotto il controllo francese. Quando, nel 1960, il Camerun divenne uno Stato indipendente, originariamente non comprendeva le regioni occidentali facenti parte del Camerun britannico: allora il territorio della Repubblica era quello dell'ex colonia francese a cui Parigi aveva concesso di raggiungere la piena sovranità nazionale. Solo a seguito di un referendum popolare tenutosi l'11 febbraio 1961, si procedette ad unire i due Camerun costituendo la Repubblica federale del Camerun. Tuttavia questo avvenne dopo che la comunità e le istituzioni anglofone avevano ricevuto ampie garanzie rispetto al loro autogoverno;
per tener conto della comunità anglofona, il Governo di Yaoundé varò una costituzione federale che accordava alle diverse regioni del Camerun un'ampia autonomia e il francese e l'inglese furono dichiarati lingue ufficiali;
nel 1972 il sistema federale venne abolito in favore della Repubblica unita del Camerun, che divenne quindi uno Stato centralizzato con Yaoundé come capitale;
da allora la comunità anglofona ha subito le conseguenze di una politica del Governo centrale che mira all'assorbimento e all'assimilazione della stessa ad un modello di vita socio-economico francese ed in ultima analisi ad un annullamento dell'identità socio-culturale degli anglofoni;
i camerunesi anglofoni rappresentano il 20 per cento della popolazione e vivono prevalentemente in un'area che corrisponde al 9 per cento della superficie totale del Camerun. La loro marginalizzazione si manifesta anche nella vita economica dove le due province anglofone registrano un elevato tasso di sottosviluppo paragonato alle rimanenti 8 province francofone. Dopo la riforma del 1972 che ha cancellato la già ridotta autonomia regionale, vi fu una graduale marginalizzazione dei leader politici anglofoni nei processi decisionali e una diminuzione dei rappresentanti della comunità anglofona nelle posizioni chiave a livello amministrativo, militare e parastatale;
dopo vari tentativi falliti di invertire questa tendenza alla marginalizzazione, nell'ottobre 2016 la comunità anglofona nel nordovest e nel sudovest iniziò a manifestare apertamente la sua frustrazione portando la protesta in strada. Alla protesta iniziale contro un sistema giudiziario dominato dai francofoni con conoscenze limitate del sistema giudiziario anglosassone, presto si aggiunse la protesta della confederazione inglese dei sindacati degli insegnanti e l'unione degli insegnanti che denunciavano l'impiego di personale francofono nelle due regioni anglofone e chiedevano la possibilità di avere insegnamenti in lingua inglese loro scuole;
gli scioperi degli insegnanti continuano, le scuole e le università sono quindi chiuse da oltre un anno. Ogni lunedì è proclamato il "Ghost town" dove la vita pubblica si ferma: i negozi ed i mercati rimangono chiusi, i taxi e le merci non circolano e le persone rimangono nelle loro case. Il mancato gettito fiscale funge da strumento di pressione per ottenere ascolto presso il Governo;
il 22 settembre 2017 si è tenuta una manifestazione pacifica di separatisti che, nonostante non fosse stata autorizzata dalle autorità, ha avuto un grande seguito. Da qui la svolta estremista dei movimenti anglofoni che hanno annunciato la dichiarazione di indipendenza il 1° ottobre 2017 per ottenere una completa secessione come "Repubblica di Ambazonia";
il 1° ottobre l'esercito ha aperto il fuoco sui manifestanti sparando sia da terra che dall'aria. Centinaia di uomini sono stati arrestati e incarcerati in luoghi spesso sconosciuti ai parenti, tra cui anche l'attivista Nasako Besinge. Molte persone risultano tuttora disperse e soprattutto gli uomini si sono rifugiati nella foresta, in cui sono stati rintracciati vari corpi e ci sono i segni di saccheggi e distruzioni ad opera degli uomini dell'esercito;
alle proteste e alle richieste da parte della comunità anglofona di avere insegnamenti in lingua inglese nelle scuole e l'applicazione della common law britannica nei tribunali, il Governo centrale ha sempre opposto un muro. Da parte sua, il Governo di Yaoundé considera i separatisti come terroristi, soprattutto dopo le recenti esplosioni di bombe a Bamenda e Douala, la capitale economica del Paese, e l'uccisione di numerosi poliziotti;
il numero delle persone decedute, dei dispersi e dei rifugiati (il numero dei rifugiati in Nigeria è stimato dai 20.000 ai 40.000) ha raggiunto un livello che lascia presagire l'inizio di una guerra civile con conseguenze inimmaginabili, oltre a una nuova ondata di profughi che non si fermerà soltanto sul territorio africano;
considerando inoltre che:
alla comunità anglofona e ai territori da questa abitati è stata garantita sin dalla nascita della Repubblica federale del Camerun un'ampia autonomia e l'uso della propria lingua in tutte le istituzioni, e nel corso del tempo questi diritti sono stati progressivamente soppressi fino alla marginalizzazione della comunità anglofona;
le due identità culturali dovrebbero essere rispettate nelle istituzioni, nella legislazione, nelle singole politiche, nelle assegnazioni dei posti negli apparati pubblici per creare la base per una pacifica convivenza in Camerun;
una soluzione del problema richiede la creazione di un gruppo di mediatori competenti, imparziali e affidabili che sia in grado di aprire la via ai negoziati tra il Governo e i rappresentanti della comunità anglofona;
alla luce della situazione il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si è dichiarato "profondamente preoccupato",
si chiede di sapere:
se le notizie riportate rispetto alla drammatica situazione risultino fondate al Governo italiano;
se e quali iniziative voglia porre in essere nei rapporti con la Repubblica del Camerun, d'intesa con gli altri Paesi dell'Unione europea, affinché la protesta e la discriminazione possano avere termine e venga trovata una soluzione pacifica.