Atto n. 4-08099

Pubblicato il 21 settembre 2017, nella seduta n. 882

SIMEONI , DE PIETRO , BIGNAMI , MUSSINI - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

da diversi giorni impazza la notizia del contagio del virus "Chikungunya", la cui diffusione pare essere destinata ad aumentare quasi esponenzialmente di giorno in giorno. Dai primissimi casi degli inizi di settembre 2017, in poche settimane si è assistito ad un crescente numero di contagi, in particolare nei territori del basso Lazio, tanto che il bollettino serale del Servizio regionale di sorveglianza malattie infettive laziale ha segnato in data 20 settembre 86 notifiche di casi di Chikungunya; 10 in più rispetto all'ultima rilevazione effettuata nella giornata di martedì 19 settembre;

la stragrande maggioranza delle persone contagiate risiede o ha soggiornato ad Anzio, città del litorale sud di Roma, dove è stato individuato il primo focolaio; diversi casi sono stati registrati, successivamente, a Roma, nonché a Latina, sebbene il virus abbia fatto la sua comparsa anche in Emilia-Romagna, Lombardia e Marche;

la capacità di propagazione endemica del virus ha, pertanto e comprensibilmente, generato un clima di forte preoccupazione non soltanto nella popolazione locale; invero, anche organismi europei ed internazionali hanno rilevato l'emergenza in corso: il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc), in un documento di valutazione del rischio legato ai focolai italiani, ha evidenziato la circostanza per la quale "è prevedibile che altri casi di Chikungunya vengano identificati nel Lazio nei prossimi giorni, vista l'area di contagio favorevole allo sviluppo delle zanzare e il clima ancora estivo". Il rapporto del centro europeo sostiene, altresì, che "Il fatto che il primo contagio potrebbe essere avvenuto a metà luglio, che i casi sono riportati in due aree separate e che diversi casi asintomatici sono sotto indagine suggerisce che la trasmissione locale è molto efficace"; "la probabilità di ulteriore trasmissione nel Lazio è alta", suggerendo, quindi, una serie di misure immediate agli stati membri, quale, in primis, l'esclusione dalla donazione di sangue per tutti i turisti di ritorno dalle aree infette;

anche l'Organizzazione mondiale della sanità non esclude che nei prossimi giorni possano verificarsi ulteriori casi in Italia: difatti, la zanzara tigre "è ormai stanziale nel bacino del Mediterraneo, ha dimostrato la capacità di sostenere focolai di Chikungunya in passato, e l'area in cui si sono verificati i casi è densamente popolata e turistica, soprattutto nei mesi estivi";

considerato che:

la Chikungunya è una malattia virale, la cui trasmissione non avviene per contatto diretto tra persona e persona e, al momento, non esiste un vaccino per prevenirla. La malattia si manifesta con sintomi, quali febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e dolore agli arti, trascorso un periodo di incubazione di circa 2-12 giorni. Non è mortale, se non in casi rarissimi ed eccezionali;

identificata in oltre 60 Paesi di Asia, Africa, Europa e delle Americhe, la Chikungunya si trasmette da persona a persona attraverso la puntura di una zanzara femmina del genere "Aedes", come "Aedes aegypti" ed "Aedes albopictus", quest'ultima nota come "zanzara tigre"; il virus, invece, appartiene alla famiglia delle togaviridae, del genere degli alphavirus;

in merito alle suddette indicazioni relative alla patologia, l'Ecdc, nel documento di valutazione, ha altresì ribadito come l'emergenza che ha colpito il territorio non giunge affatto inattesa "in aree dove le zanzare aedes albopictus sono presenti e in un periodo in cui le condizioni ambientali favoriscono l'abbondanza e l'attività delle zanzare";

ancora, il bollettino meteo di "Vape Foundation", divulgato da Anticimex, azienda internazionale specializzata nel settore dei servizi di igiene ambientale, aveva già, nel mese di luglio 2017, segnalato l'indice potenziale di infestazione delle zanzare tigre al livello più alto della scala di intensità per i territori limitrofi all'area di Latina, facilmente, peraltro, ipotizzabile, trattandosi di terreni originariamente paludosi;

pertanto, un'accorta politica di prevenzione, avrebbe probabilmente potuto limitare l'insorgenza della trasmissione del virus, evitando, sia l'attivazione di interventi urgenti di disinfestazione, sia la maxi emergenza sangue verificatasi successivamente al blocco delle donazioni nelle aree colpite. Invero, il centro nazionale sangue ha sottolineato come si tratti proprio di "una maxiemergenza", giacché il fabbisogno aggiuntivo stimato pare consistere tra le 200 e le 250 sacche di sangue al giorno, richiedendo delle raccolte straordinarie delle stesse da effettuarsi in tutto il territorio nazionale;

inoltre, occorre necessariamente rilevare come l'emergenza degli sbarchi dei migranti, che sta interessando il Paese ormai da anni, non può non costituire un problema da un punto di vista igienico-sanitario, in quanto la massiccia presenza di popolazioni provenienti da aree affette da patologie qui debellate o sconosciute, può riverberarsi nell'accensione di nuovi focolai epidemici,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

quali provvedimenti urgenti intendano adottare, al di là del "Piano Nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes sp.) con particolare riferimento ai virus Chikungunya, Dengue e Zika - 2017" a cura del Ministero della salute, nonché delle "Misure di prevenzione della trasmissione dell'infezione da virus Chikungunya mediante la trasfusione di emocomponenti labili, comuni di Roma e Anzio" a cura dell'Istituto superiore di sanità, al fine di contrastare e debellare la diffusione del virus;

quali provvedimenti intendano adottare al fine di contrastare e/o debellare l'insorgenza, in futuro, di ulteriori focolai, sia del virus Chikungunya, sia di altre patologie che potrebbero essere, anche inavvertitamente e inconsapevolmente trasmesse dalla popolazione migrante;

se intendano fornire delucidazioni circa l'esatta procedura con cui vengono effettuati i controlli sanitari e le rilevazioni circa lo stato di salute dei migranti, al momento dell'arrivo e nelle diverse fasi del percorso di accoglienza, ad ora contraddistinti da elevati livelli di incertezza e discrezionalità, e se non intendano, alla luce di quanto sta occorrendo con riguardo al virus Chikungunya, promuovere ulteriori controlli.