Atto n. 4-07832

Pubblicato il 18 luglio 2017, nella seduta n. 860

MARTON , SANTANGELO , CRIMI , GIARRUSSO , LUCIDI , DONNO , PUGLIA , PAGLINI , BLUNDO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e della difesa. -

Premesso che:

l'ex stabilimento militare di materiali elettronici e di precisione di via Guido Reni (ex SMMEP) si trova nel quartiere Flaminio di Roma, in un'area densa di strutture e servizi della città, quali il museo MAXXI (anch'esso costruito a seguito di dismissione di caserme) e l'Auditorium di Roma, in un contesto cittadino ad alta valenza culturale e sportiva anche per la presenza di strutture attive quale quelle del Foro italico e alcune in via di sistemazione, quale lo stadio Flaminio;

come noto, la struttura militare è stata ceduta gratuitamente dal Ministro della difesa al demanio nel 2009, per poi essere inserita nel 2013, dopo vari progetti delle diverse giunte capitoline, tra gli edifici pubblici da valorizzare per riportare il debito italiano nei parametri europei. Infatti, è stata ceduta alla Cassa depositi e prestiti, peraltro ad un prezzo a parere degli interroganti irrisorio rispetto al suo valore di mercato, con un ovvio pregiudizio per la finanza pubblica;

questo compendio immobiliare si estende su un'ampia area di oltre 50.000 metri quadri ed è costituito da 23 corpi di fabbrica delimitati da un muro perimetrale ed utilizzati in passato come opifici, magazzini e laboratori. Tale struttura, peraltro non sottoposta a vincolo dei beni culturali, nonostante la presenza nel sottosuolo di complessi funerari di epoca romana, rappresenta tuttora un grave rischio per la salute della popolazione residente e per quella che usufruisce dei numerosi servizi della zona. Infatti, sulla copertura della zona destinata al progetto del museo della Scienza, sempre interna all'ex SMMEP, si riscontra la presenza di amianto;

la problematica fu denunciata nel 2009 dai cittadini del quartiere, che riuscirono ad ottenere solo l'incapsulamento del materiale nocivo, ma non la sua definitiva rimozione,

si chiede di sapere:

quali siano le ragioni della mancata rimozione del pericoloso materiale nell'ex caserma Guido Reni e quali misure siano state assunte al fine di garantire che la nuova proprietà attui l'urgente e improrogabile intervento, giacché è a rischio la salute della popolazione residente, di tutti i visitatori del nuovo centro, nonché dei numerosi frequentatori delle attività culturali e sportive presenti nel quartiere;

chi debba effettuare tale rimozione e quali siano gli eventuali costi associati all'intervento stesso, nonché al successivo smaltimento dei rifiuti pericolosi nel rispetto della normativa in materia;

se l'intervento di incapsulamento del 2013 sia stato effettuato a spese del Ministero della difesa e quindi della finanza pubblica, nonostante la struttura fosse proprietà di un soggetto privato;

se, inoltre, l'intervento di incapsulamento sia avvenuto conformemente al decreto ministeriale 20 agosto 1999, cioè se alla ditta esecutrice dell'intervento sia stata richiesta l'attestazione di conformità del prodotto incapsulante applicato e l'attestazione di conforme esecuzione dei lavori, e, se al termine dei lavori, fu avviato dalla nuova proprietà un "programma di manutenzione e controllo" così da monitorare l'andamento dell'incapsulamento (distacchi, sfaldamenti e fessurazioni nel rivestimento della superficie trattata).