Atto n. 4-07804

Pubblicato il 12 luglio 2017, nella seduta n. 857

CAPPELLETTI , LEZZI , BERTOROTTA , PUGLIA , MONTEVECCHI , BLUNDO , MORONESE , GIARRUSSO , SANTANGELO , MANGILI , SERRA , DONNO - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

sono più di centomila gli investitori della Banca popolare di Vicenza vittime delle decisioni del Consiglio d'amministrazione sul valore gonfiato delle azioni; in un intervallo temporale piuttosto limitato, meno di un anno, gli azionisti hanno subito di fatto un azzeramento del valore dei propri risparmi: si è passati da un valore di 62,5 euro ad azione ad un importo di 0,10 euro; nel 2015 la Procura della Repubblica di Vicenza ha aperto un'indagine nei confronti degli ex vertici dell'istituto di credito;

da fonti di stampa ("Corriere del Veneto" del 1° marzo 2016) si apprende che per la Procura "i reati principali rimangono quelli di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, ma è logico pensare che si dovrà estendere il campo d'azione anche alla valutazione di altre fattispecie, come il falso in bilancio e il vincolo associativo. I reati, per così dire 'satellite', sono quelli di truffa o, a seconda delle interpretazioni e delle valutazioni che potremo fare, di estorsione";

agli interroganti risulta che già nel 2001 la Procura della Repubblica di Vicenza, in seguito ad alcune segnalazioni e ad un'ispezione della Banca d'Italia, aveva aperto un procedimento penale, seppur conclusosi con l'archiviazione, e aveva iscritto nel registro degli indagati il presidente pro tempore della Banca popolare di Vicenza, Giovanni Zonin, e gli altri vertici con l'accusa di false comunicazioni sociali e truffa;

fonti di stampa ("il Fatto Quotidiano" del 29 giugno 2017) riportano che l'ex magistrato Cecilia Carreri, in servizio come giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Vicenza dal 1993 al 2006, ha dichiarato che dai documenti ispettivi "emergevano operazioni e finanziamenti che Zonin avrebbe deciso in palese conflitto di interesse (...) tra le sue aziende private e la Banca usata come cassaforte personale";

considerato che, secondo quanto risulta agli interroganti:

da fonti di stampa ("Il Giornale di Vicenza" del 2 luglio 2017) si apprende che l'ex magistrato Carreri ha dichiarato "di essere stata indotta ad abbandonare la toga perché si era messa di traverso a Gianni Zonin, quando nel 2002 non firmò come gip il decreto di archiviazione che il procuratore capo Antonio Fojadelli, caldeggiava (...) si capiva perfettamente leggendo gli atti che il procuratore non aveva voluto andare avanti, approfondire"; la medesima fonte di stampa riporta che anche l'ex pubblico ministero Tonino De Silvestri "si era scontrato con Fojadelli quando era stata l'ora di avviare l'azione penale (...) De Silvestri cui l'inchiesta sulla popolare costerà la pensione anticipata a 60 anni nel 2003, voleva processare Zonin"; il procedimento penale a carico del presidente Zonin e degli altri vertici della Banca popolare di Vicenza è stato comunque archiviato in seguito all'accoglimento della richiesta di archiviazione di un altro giudice assegnatario;

inoltre, fonti di stampa ("il Fatto Quotidiano" del 29 giugno 2017) riferiscono che l'ex giudice Carreri avrebbe raccontato di essere stata fermata per strada dal procuratore Fojadelli, che le avrebbe sollecitato l'archiviazione dell'inchiesta a carico di Giovanni Zonin e altri e che lo stesso procuratore "è andato poi a lavorare per la società Nem Sgr controllata al 100% dalla banca di Zonin";

risulta che la NEM SGR è una società il cui capitale è interamente detenuto dalla Banca popolare di Vicenza e che si occupa di promuovere, istituire e gestire fondi comuni di investimento mobiliare di tipo chiuso;

da fonti di informazione on line ("L'Espresso" del 23 febbraio 2015) si apprende che l'ex procuratore Fojadelli "non è l'unica toga arruolata dal gruppo creditizio veneto. Nel consiglio di Banca Nuova, l'istituto con base a Palermo controllato dalla Popolare di Vicenza, siede da più di due anni Manuela Romei Pasetti. Ovvero l'ex giudice, già presidente della Corte d'Appello di Venezia";

considerato, infine, che:

da fonti di stampa ("Il Giornale di Vicenza" del 2 luglio 2017) si evince che l'ex giudice Carreri avrebbe mosso delle critiche anche nei confronti dell'attuale conduzione delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Vicenza "perché ha evitato di mettere in galera Gianni Zonin e non gli ha tolto nemmeno il passaporto, lasciandolo libero. Gli ha fatto un gran regalo perché ha potuto inquinare tranquillamente le prove, facendo sparire carte e documenti decisivi, dare disposizioni finanziarie, spostare soldi, conti bancari, rendersi nulla tenente, precipitandosi ad intestare i beni ai figli e ad altre società";

a giudizio degli interroganti è opportuno che sia intrapresa ogni iniziativa di competenza, al fine di garantire che il procedimento penale in corso sul disastro finanziario della Banca popolare di Vicenza sia svolto secondo i principi costituzionali, in particolare quelli dell'obbligatorietà dell'azione penale e della terzietà del giudice,

si chiede di sapere:

quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro in indirizzo al fine di verificare la regolarità delle procedure adottate, anche in riferimento alle dichiarazioni riportate;

se ritenga quantomeno inusuale la circostanza secondo cui il procuratore Fojadelli, dopo il suo pensionamento, sia stato assunto in una società il cui capitale è interamente detenuto dalla Banca popolare di Vicenza, sulla quale lo stesso procuratore aveva condotto delle indagini;

se ritenga, inoltre, singolare che il giudice Manuela Romei Pasetti sia stata nominata nel consiglio di una banca, anch'essa controllata dalla Banca popolare di Vicenza.