Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06656
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Atto n. 4-06656
Pubblicato il 27 aprile 2004
Seduta n. 591
LAURO. - Ai Ministri dell'ambiente e per la tutela del territorio, dell'interno e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
lungo le strade di Aversa nel Casertano - epicentro dell'emergenza - sono state sparse circa 1.300 tonnellate di rifiuti: è quanto ha prodotto la città (70.000 abitanti) in 14 giorni nel mese di marzo 2004;
scuole e università sono state chiuse e non vi sono stati mercatini rionali;
inoltre nella città, che segna il confine tra le province di Caserta e Napoli, si è verificata una nuova emergenza: l'incendio dei cassonetti;
i sindaci di 14 comuni del Casertano maggiormente colpiti - Aversa, Trentola Ducenta, Parete, Lusciano, San Cipriano D'Aversa, Casapesenna, Villa di Briano, San Marcellino, Villa Literno, Gasai di Principe, Frignano, Cesa, Teverola e Castelvolturno - hanno persino deciso di emettere ordinanza di chiusura di scuole, mercati e uffici pubblici;
constatato che:
riguardo alle risorse che sono state trasferite dal Governo alla Regione dal 1990 ad oggi per il Commissariato ai rifiuti, alle bonifiche e alla tutela delle acque, il Ministero dell'ambiente ha indicato nella prima settimana di marzo i seguenti dati: una cifra totale di 615,788 milioni di euro; 321,850 milioni per la gestione dei rifiuti; 72,233 per interventi di bonifica; 221,705 per la tutela delle acque;
solo per fare fronte all'emergenza esplosa lo scorso anno la presidenza del Consiglio dei ministri ha assegnato al Commissario straordinario 5 milioni di euro, risorse finalizzate a sostenere la raccolta differenziata e ad incentivare i comuni che ospitano impianti e siti di stoccaggio;
esponenti del mondo scientifico napoletano (il prof. Mariano Migliaccio, ordinario di macchine presso il Dipartimento di ingegneria meccanica per l'energia dell'Università di Napoli Federico II e l'ing. Felice Esposito Corcione, Direttore dell'Istituto motori del CNR di Napoli) hanno più volte ribadito la necessità di un piano di smaltimento dei rifiuti che consideri più strade per raggiungere l'obiettivo, e che la prima di queste da percorrere è quella della raccolta differenziata dei rifiuti, con un riciclaggio degli stessi. In questo modo le quantità che andrebbero utilizzate come CDR si ridurrebbero drasticamente;
considerato che dall'esame delle quantità annuali di polveri ed altri inquinanti prodotti si desume che è necessario oggi utilizzare tecnologie più moderne come i termodistruttori, che con processi di pirolisi e gassificazione consentono di abbattere in maniera drastica sia i gas che le polveri,
si chiede di sapere:
quali provvedimenti si intenda prendere al fine di evitare il crearsi di emergenze simili, che rischiano di paralizzare interi comuni;
se non si ritenga opportuno:
1) dimensionare gli impianti di trattamento dei rifiuti su bacini di utenza di 200/250.000 abitanti, prevedendo circa 250/300 tonnellate al giorno di RSU complessivi (umido/secco). Il sistema indicato consentirebbe: una più rapida costruzione degli impianti, unita ad una reale autonomia dei bacini di utenza interessata, che sarebbero i gestori e gli attuatori del sistema; un minore impatto ambientale, sia per il dimensionamento dell'impianto sia per la minore concentrazione degli inquinanti prodotti dal processo di termovalorizzazione; una più facile accettazione degli impianti da parte della popolazione;
2) attivare sistemi di raccolta differenziata. La scelta consente di selezionare meglio i rifiuti che debbono essere avviati al riciclaggio o ai sistemi di trattamento;
3) prevedere per almeno il 40% del differenziato la destinazione alla filiera del riciclo. Riciclando in maniera intensiva ed estensiva si riduce la produzione di inquinanti, anche se con un maggior utilizzo di risorse energetiche;
4) privilegiare le scelte verso sistemi di trattamento combinati: compostaggio con recupero di biogas e termovalorizzazione. Il sistema integrato consente di eliminare quasi totalmente le discariche, e comunque queste sarebbero ridotte a discarica di materiale inertizzato;
5) ricorrere alla termovalorizzazione, con metodologie a basso impatto ambientale, pirolisi e/o torcia al plasma. Per il metodo torcia al plasma i punti di forza della tecnologia sono: impatto ambientale minimo, senza sottoprodotti pericolosi; nessuna emissione nociva, né diossine, né ceneri tossiche; completa eliminazione o segregazione degli elementi tossici; tutte le sostanze tossiche organiche sono eliminate, mentre quelle inorganiche sono permanentemente inglobate nella scoria, e tutti i residui sono usati in modo sicuro come materiale da costruzione; massimo riutilizzo delle risorse contenute nel rifiuto: il doppio dell'energia prodotta dalla migliore tecnologia alternativa; sistema compatto, con bassi costi di investimento e di esercizio: otto volte più piccolo di un inceneritore, con il minimo fabbisogno di terreno; costi di investimento ed esercizio inferiori rispetto all'inceneritore; esercizio sicuro ed affidabile: nessuna parte in movimento, automazione completa, blocchi di sicurezza intrinseci.