Pubblicato il 14 marzo 2017, nella seduta n. 783
AUGELLO - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
in data 22 giugno 2016 venivano pubblicati due bandi di Atac SpA per la rottamazione e demolizione rispettivamente di 137 e di 300 autobus;
il primo appalto è stato assegnato con regolare contratto il 19 ottobre 2016 alla Co.fer.met, con sede in Casalnuovo di Napoli, il secondo alla C.gi.car., con sede a Nola e Afragola;
in pratica, le due società avrebbero dovuto ricevere i bus da rottamare, provvedendo quindi alla demolizione, in base alla convenzione con l'Atac, che non prevedeva alcun subappalto, secondo le vigenti disposizioni di legge;
peraltro il capitolato (art. 2) risultava chiaramente finalizzato ad individuare un soggetto idoneo esclusivamente a procedere alla rottamazione e alle successive fasi di vendita-recupero dei materiali riutilizzabili;
invece i 137 mezzi, di cui al primo capitolato di gara, sono usciti dall'azienda sprovvisti dei formulari (Fir) previsti dall'art. 193 del decreto legislativo n. 152 del 2006, accompagnati da semplici documenti di trasporto, spesso imprecisi nella compilazione, quasi si trattasse di mezzi ceduti attraverso un normale contratto di vendita;
l'azienda era tuttavia consapevole che si trattasse formalmente e giuridicamente di rifiuti, tanto da precisare nel contratto la necessità di aggiungere al documento di trasporto il codice CER;
ad oggi solo 15 di questi mezzi si trovano presso un rottamatore a Guidonia Montecelio (Roma) in via dei Faggi, sprovvisti di Fir, in aperta violazione delle vigenti norme in materia di conferimento e smaltimento dei rifiuti;
i 137 bus sono stati assegnati alla Co.fer.met per un controvalore di soli 600 euro ciascuno, a fronte di un valore dei materiali di recupero tra i 1.800 e i 2.000 euro;
attualmente, secondo informazioni raccolte dall'interrogante, circa ottanta dei 137 bus non sarebbero stati demoliti e risultano inspiegabilmente intestati alla Co.fer.met, come se li avesse acquistati dall'Atac;
la circostanza induce a sospettare che in parte i mezzi destinati alla rottamazione siano invece stati riciclati come bus usati e avviati verso il mercato extracomunitario per continuare a circolare, moltiplicando illecitamente il guadagno della ditta appaltatrice;
per quanto riguarda il secondo appalto (quello relativo ai 300 bus assegnati a dicembre 2016 alla C.gi.car.) dopo l'aggiudicazione sono ancora in corso le operazioni di conferimento, ma visti i precedenti c'è da temere che possano verificarsi le medesime violazioni;
anche i mezzi relativi al secondo appalto sono stati assegnati al prezzo di 600 euro l'uno,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo possa sollecitare il prefetto affinché approfondisca le circostanze richiamate, non solo dal punto di vista degli eventuali risvolti penali che la vicenda pare oggettivamente evocare, ma anche per accertare se questi episodi siano effettivamente tali o rappresentino procedure seriali reiterate all'interno dell'azienda municipalizzata.