Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01538

Atto n. 3-01538

Pubblicato il 21 aprile 2004
Seduta n. 586

CADDEO, MURINEDDU, NIEDDU. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

il CIPE, con l'attività svolta sino alla sua ultima riunione del 29 dicembre del 2003, ha provveduto ad assegnare finanziamenti necessari alla realizzazione delle grandi opere già approvate in base alla legge obiettivo;

le principali assegnazioni riguardano:

la Salerno-Reggio Calabria

la Metropolitana Napoli Alifana linea 1

il Grande Raccordo Anulare di Roma

il Sistema Mose

l'acquedotto Gela-Aragona

l'adeguamento della strada statale n. 156 Monti Lepini

la Metropolitana di Napoli: Dante-Centro Dir.

le Grandi Stazioni

l'Accessibilità alla Fiera di Milano

il Nuovo Tronco Catania- Siracusa

lo Schema acquedotto Molisano centrale

la Metropolitana di Roma Linea C

la Metropolitana di Bologna

il Ponte sullo Stretto di Messina

la Linea AV Milano-Genova

l'Hub portuale di Taranto

la Ferrovia Genova Voltri-Brignole

il Passante di Mestre

la Linea AV Milano-Genova

il Raccordo Civitavecchia-Orte-Rieti

la Torino-Lione

la Linea ferroviaria Passo Corese-Rieti;

il costo complessivo delle opere approvate dal CIPE ammonta a 31 miliardi di euro mentre restano ancora da reperire risorse per 20 miliardi di euro per garantire il loro completo finanziamento;

ad integrare i finanziamenti dovrebbe provvedere la prossima riunione del CIPE utilizzando le risorse previste dall'articolo 4, comma 177, della legge finanziaria per il 2004, destinate a interventi da realizzare ad opera di soggetti privati, diversi dalle pubbliche amministrazioni, con il project financing, in modo da mobilitare risorse aggiuntive a quelle pubbliche;

con questo meccanismo verranno quindi finanziate strade, linee ferroviarie, ponti, opere idriche, ecc., che dovranno essere realizzate dall’Anas spa, dalle Ferrovie dello Stato spa, da altre società concessionarie e che dovranno essere in grado, una volta portate a termine, di recuperare i costi con gli introiti derivanti dall'utilizzo delle opere;

il nodo finanziario costituisce quindi l'incognita principale per la realizzazione del Piano decennale delle grandi opere promosso dal Ministro delle infrastrutture e, come sta avvenendo, questo finisce per assorbire tutte le risorse finanziarie pubbliche destinandole al project financing;

nell'elenco delle opere approvate e parzialmente finanziate dal Cipe ed in quello degli interventi del Piano delle opere strategiche in attesa d'essere approvati non compare alcun progetto specifico riguardante la Sardegna;

l'unico riferimento riguarda un generico programma di opere idriche al Sud per 4 miliardi di euro ancora senza alcuna dotazione finanziaria;

nell'isola, con una popolazione di 1.600.000 cittadini e una densità demografica di 63 abitanti per Kmq, non risulta applicabile diffusamente il sistema del project financing e la regione risulta esclusa a priori dai finanziamenti per le grandi opere pubbliche;

la discriminazione aggrava la sottodotazione di infrastrutture e di servizi civili e acuisce il differenziale di sviluppo rispetto alle realtà più avanzate condizionandone la capacità competitiva;

i sardi si trovano a pagare le stesse tasse del resto degli italiani, godono però di standard infrastrutturali non paragonabili e per di più, con il Piano decennale delle grandi opere, si vedono negare la quota di risorse che spetterebbe loro per gli investimenti perché il sistema di finanziamento non si adatta alla loro peculiare situazione;

tutto ciò contrasta con i principi e le esperienze del federalismo e ne rappresenta anzi la negazione,

si chiede di conoscere:

quale sia il programma dettagliato di grandi opere del Piano decennale della legge obiettivo localizzato o da localizzare in Sardegna;

quali siano le valutazioni del Governo sulla situazione che si è venuta a creare per la Sardegna a causa delle particolari prescrizioni e procedure adottate per il finanziamento delle grandi opere comprese nel Piano predisposto dal ministro Lunardi;

se non ritenga di garantire all'isola la quota di finanziamenti per opere pubbliche tradizionalmente ad essa riservata nel passato sulla base della popolazione e del territorio, prescindendo dall'obbligo di ricorrere alla finanza di progetto e finalizzando gli interventi al recupero della sottodotazione delle sempre più indispensabili grandi infrastrutture.