Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06527

Atto n. 4-06527

Pubblicato il 1 aprile 2004
Seduta n. 579

CICCANTI. - Ai Ministri della difesa e dell'economia e delle finanze. -

Premesso:

che il Comune di Ascoli Piceno con idonei, legittimi e concludenti atti amministrativi ha approvato a suo tempo lo “schema di accordo di programma tra lo Stato maggiore della Difesa per la permuta di immobili (ex poligono di tiro di Porta Romana con poligono di Campolungo, ex capannone Tofare con alloggi ex caserma A.Vecchi)”;

che tale procedura è stata attuata in relazione al dettato normativo stabilito con l’art. 3, comma 112, della legge 23.12.1996, n. 662, e successive modificazioni ed integrazioni, in forza del quale – per esigenze organizzative e finanziarie connesse alla ristrutturazione delle Forze armate – il Ministero della difesa può predisporre un apposito programma di dismissione dei propri beni immobili che, nel caso di beni di interesse locale, possono essere ceduti agli stessi mediante “accordi di programma”;

che, a seguito di tale evoluzione legislativa, gli immobili appartenenti al demanio militare denominati “ex capannoni Tofare 2 ed ex poligono di tiro a segno nazionale” ubicati nel territorio del Comune di Ascoli Piceno, sono stati individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11.08.1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 234 del 7.10.1997, tra i beni immobili nella disponibilità del Ministero della difesa che hanno i requisiti per essere inseriti nei programmi di dismissione previsti dall’art. 3, comma 112, della ricordata legge 23.12.1996, n. 662;

che, nell’ambito del quadro legislativo richiamato, l’Amministrazione comunale di Ascoli Piceno ed i Ministeri della difesa e dell’economia e delle finanze in data 7.5.1998 hanno sottoscritto un accordo di programma relativo alla permuta dell’immobile demaniale denominato “Poligono T.S.N.” con l’analoga struttura, realizzata a cura e spese del Comune di Ascoli Piceno in zona Marino del Tronto, ponendo così in atto attività ed azioni amministrative concludenti, utilizzando quindi danaro pubblico locale per costruire immobili già in uso secondo le destinazioni previste;

che sull’area denominata “tiro a segno” di Porta Romana, così come definita catastalmente e secondo il valore di stima stabilito in accordo con gli Uffici dello Stato competenti, accettato e condiviso attraverso atti idonei ed efficaci assunti dagli organi competenti del Comune di Ascoli Piceno, è stata presentata su iniziativa di imprese locali una proposta di recupero e riqualificazione ambientale con relativa realizzazione di servizi di pertinenza ai sensi dell’art. 37-bis e seguenti della legge n. 109/94 (Legge Merloni);

che il Consiglio comunale di Ascoli Piceno ha approvato con modifiche la predetta proposta, sottoponendola alle procedure di variante urbanistica mediante la competente conferenza dei servizi per l’acquisizione dei pareri di rito;

che in detta sede è stata chiesta la titolarità dell’area di che trattasi (area Tiro a Segno di Porta Romana), rispetto alla quale esistono tutte le procedure preliminari accettate e condivise tra le parti, meno quella definitiva di firma del contratto per il formale trasferimento del diritto di proprietà;

che in detta circostanza – che era prevedibile come scontata – le Autorità militari competenti si sono “rifiutate” di sottoscrivere l’atto conclusivo, rimettendo al Comune di Ascoli Piceno attraverso nota del 23.2.2004 del Comando Insfrastrutture Centro di Pescara l’atto stesso, in quanto mancante di un frustolo demaniale intestato al “Demanio dello Stato – ramo difesa esercito – iscritto al NCT del Comune di Ascoli Piceno al F. 76, particella 151, di 320 mq., posto all’esterno dell’area “tiro a segno” di Porta Romana, oggetto di permuta, quindi estranea agli accordi con i citati Ministeri, in quanto interessata a sede stradale esterna all’immobile preso in considerazione sia dal Comune che da codesti Ministeri;

che la preoccupazione espressa dalle Autorità militari di definire anche la citata particella nei rapporti con il Comune di Ascoli Piceno può essere superata attraverso l’approvazione di separati atti, in quanto diverse e separate sono le circostanze da regolare;

che il rinnovo totale della procedura, per includere negli accordi di permuta anche il frustolo di terreno dianzi specificato, ancorché di modeste dimensioni, rischia di negare l’esito di quanto è maturato in oltre un decennio di relazioni tra gli enti interessati, stante il riconoscimento, nel corso della procedura, del diritto alle Soprintendenze di esercitare il diritto di prelazione, dopo aver posto nel 2003 il vincolo dell’area “tiro a segno” ai sensi del decreto legislativo n. 490/99;

che, pertanto, la decisione delle Autorità militari del Ministero della difesa, incomprensibile sul piano logico e della proporzionalità ed adeguatezza dell’azione amministrativa rispetto ai risultati ottenibili, rischia di pregiudicare obiettivi sociali di valorizzazione del territorio ed interessi economici e finanziari, rispetto ai quali saranno suscitate azioni di tutela che esporranno la Pubblica Amministrazione, nei diversi gradi di responsabilità, a richieste di ingenti risarcimenti danni,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, secondo le rispettive responsabilità, non intendano rivedere, con annullamento immediato, le decisioni comunicate dal Comando Infrastrutture Centro di Pescara con nota del 23.02.2004 al Comune di Ascoli Piceno, mantenendo fede agli impegni assunti in via di negoziazione preliminare, da dove sono scaturiti diritti ed obbligazioni che vincolano le parti contraenti;

se non ritengano, con la decisione delle Autorità militari, che lo Stato sia esposto al contenzioso giudiziario con il Comune di Ascoli Piceno e con le imprese che sono coinvolte nella procedura di project financing, con rischio di soccombenza dello Stato stesso, con conseguenti danni per sorte ed interessi, che inequivocabilmente emergono dallo stato della procedura in atto tra Stato e Comune di Ascoli Piceno;

se non ritengano di dover instaurare un corretto e sano rapporto di leale collaborazione tra Stato e Comune di Ascoli Piceno, cercando di risolvere le problematiche emerse, invece che complicare, appesantire, allungare e pregiudicare le procedure ed il perseguimento degli obiettivi di interesse generale, che hanno motivato le azioni amministrative finora poste in essere.