Atto n. 1-00052

Pubblicato il 19 giugno 2023, nella seduta n. 77
Esame concluso il 20 giugno 2023 nella seduta n. 78 dell'Assemblea

PAITA, GELMINI, BORGHI Enrico, SCALFAROTTO, FREGOLENT, LOMBARDO, VERSACE, SBROLLINI

Il Senato,

premesso che:

il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è parte del progetto europeo denominato NextGenerationEU (NGEU), proposto dalla Commissione europea nell’aprile 2020 e approvato nel luglio dello stesso anno per finanziare la ripartenza dell’economia dell’Unione europea;

il PNRR rappresenta il più grande piano di riforme e investimenti dell’era repubblicana e una irripetibile occasione per accompagnare il necessario cambiamento strutturale dell’economia italiana al fine di rimediare alla stagnazione della produttività, promuovere un modello di crescita sostenuto e sostenibile e favorire l’aumento del reddito nazionale, che rappresentano condizioni imprescindibili per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e la competitività del Paese;

il PNRR offre all’Italia la disponibilità di 68,9 miliardi di euro sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto, e di un massimo di 122,6 miliardi di euro in finanziamenti tramite prestiti del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF);

il Governo italiano ha deciso di utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite la RRF, portando il totale degli investimenti del PNRR a 191,5 miliardi di euro, rendendo l’Italia la prima beneficiaria del NGEU a livello europeo in termini assoluti;

il Governo italiano ha istituito, tramite il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, il Piano nazionale complementare (PNC), il quale ammonta ad un totale di 30,6 miliardi di euro ed ha la funzione di fornire fondi supplementari al completamento di alcuni investimenti previsti dal PNRR, nonché di finanziare ulteriori e diversi investimenti;

il PNRR è, in virtù dell’ammontare dei finanziamenti ad esso dedicati e in combinazione con quelli forniti dal PNC, un’occasione unica per l’Italia dal punto di vista della capacità di spesa e di esecuzione di investimenti strategici;

il Governo italiano ha approvato e presentato alla Commissione europea il PNRR il 30 aprile 2021, e quest’ultima ha pubblicato, il 22 giugno 2021, il proprio parere positivo al Piano nazionale italiano, e il 13 luglio 2021 il PNRR è stato definitivamente approvato con la decisione di esecuzione del Consiglio;

l’erogazione dei fondi, prevista in una rata di prefinanziamento e dieci rate semestrali, è soggetta al raggiungimento di determinati obiettivi e traguardi prestabiliti dal PNRR, e il raggiungimento degli stessi viene verificato dalla Commissione europea;

l’Italia ha ad oggi ricevuto parte dei fondi del PNRR per un totale di 66,9 miliardi di euro, di cui 24.9 miliardi relativi al prefinanziamento e 42 miliardi equamente divisi tra la prima e la seconda rata;

sono noti i ritardi accumulati fino ad oggi sul raggiungimento degli obiettivi e i traguardi necessari all’adempimento delle condizioni per la ricezione della terza rata, valida per una parte del finanziamento pari a 19 miliardi di euro, ma anche sul piano dell’attuazione dei progetti finanziati con il PNC;

taluni miglioramenti nella fase di implementazione si registrano grazie agli opportuni interventi di semplificazione introdotti, che confermano l’opportunità di proseguire su questo crinale per rendere il nostro Paese realmente competitivo sul piano globale;

come accertato dall’ultima relazione della Corte dei Conti, pubblicata nel marzo 2023, l’Italia ha speso solo il 12 per cento dei fondi totali del PNRR, per un totale di circa 23 miliardi di euro, confermando la scarsa capacità di spesa del nostro Paese;

il Governo ha espresso la volontà di rinegoziare parte del PNRR, e il percorso di condivisione con l’Unione europea in merito alle suddette modifiche e alla predisposizione del Piano RePowerEU deve necessariamente concludersi entro il 31 agosto 2023;

ad oggi nessuna bozza di revisione del PNRR o della versione del capitolo REPowerEU è stata trasmessa al Parlamento e sono pertanto ignoti i contenuti che andranno a obbligare le Camere da qui al 2026;

punti cardinali della nuova versione del PNRR devono essere, anche alla luce degli avvenimenti più recenti, gli investimenti e interventi di contrasto al dissesto idrogeologico (ripristinando l’apposita unità di missione “Italia sicura”, istituita a tal fine nel 2014) e volti a garantire la sicurezza energetica e la diversificazione degli approvvigionamenti in linea con gli obiettivi stabiliti in sede europea, nonché la conferma e il rafforzamento di “Industria 4.0”;

sicurezza dei territori, politiche energetiche di prospettiva e incentivi volti al rafforzamento del tessuto economico-produttivo sono aspetti imprescindibili di una politica industriale che voglia confermare la centralità dell’Italia sul piano dell’attrattività, competitività e delle prospettive di sviluppo,

impegna il Governo:

1) a trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre i termini previsti, le schede descrittive di revisione del PNRR e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU, al fine di consentirne un tempestivo e completo esame da parte dei competenti organi parlamentari, così come avvenuto in occasione della predisposizione delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e successivamente della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza;

2) a garantire il pieno coinvolgimento del Parlamento e delle opposizioni sia nella fase di elaborazione della nuova versione del PNRR sia nella successiva e conseguente fase di implementazione;

3) a includere nella nuova versione del PNRR interventi normativi volti a riattivare l’unità di missione “Italia sicura”, con le funzioni e prerogative originariamente previste e coordinate al nuovo quadro istituzionale, nonché ad adottare nel prossimo provvedimento sul RePowerEU, che integrerà il PNRR, il ripristino delle misure di “Industria 4.0” e la loro estensione agli interventi di formazione ed agli investimenti sulla transizione ecologica, in modo da coinvolgere le imprese ed i privati nell’utilizzo delle risorse idonee a realizzare una politica industriale innovativa che garantisca solidità al sistema produttivo del nostro Paese;

4) a prevedere interventi di semplificazione che assicurino la pronta realizzazione di una politica energetica nazionale che possa garantire al Paese autonomia strategica sul piano degli approvvigionamenti, procedendo rapidamente al rafforzamento delle infrastrutture e degli impianti esistenti e di quelli da realizzare.