Senato della RepubblicaXVIII LEGISLATURA
N. 1949
DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa dei senatori VALLARDI, Pietro PISANI, MONTANI, BAGNAI, BERGESIO, IWOBI, PIANASSO, PITTONI, BORGONZONI, SAPONARA, BARBARO, ALESSANDRINI, ARRIGONI, AUGUSSORI, BORGHESI, Simone BOSSI, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDIANI, CANDURA, CANTÙ, CASOLATI, CENTINAIO, CORTI, DE VECCHIS, FAGGI, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, GRASSI, LUCIDI, LUNESU, MARIN, MARTI, NISINI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, Emanuele PELLEGRINI, PEPE, PERGREFFI, PILLON, PIROVANO, PIZZOL, PUCCIARELLI, RICCARDI, RIPAMONTI, RIVOLTA, ROMEO, RUFA, SAVIANE, SBRANA, SIRI, STEFANI, TESTOR, TOSATO, URRARO, VESCOVI e ZULIANI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 29 SETTEMBRE 2020

Riconoscimento della « canzone del Piave » come patrimonio storico e artistico della Nazione

Onorevoli Senatori. – Questi mesi difficili ci hanno fatto sentire più che mai un unico popolo e ci hanno fatto avvertire la necessità di rafforzare il più possibile il valore della memoria.
La prima guerra mondiale può essere a ragion veduta considerata la « quarta guerra d'indipendenza » per aver liberato intere aree del settentrione italiano dal dominio austriaco. Questa lotta per la liberazione di parte del territorio italiano e per la libertà di quelle comunità che vi vivevano ha comportato la morte di moltitudini di donne e uomini, in abiti militari e civili. Alcune musiche e alcune parole hanno una particolare forza evocatrice e sono percepite da tutti gli italiani come simboli di capacità di sacrificio, resistenza e straordinario coraggio. La « canzone del Piave », chiamata anche « Leggenda del Piave », più di altre possiede questa forza evocativa, commemorativa e simbolica.
Il brano fu composto nel 1918 dal Maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E.A. Mario). Il 24 maggio 1915, dieci mesi dopo l'inizio delle ostilità in Europa, l'Italia entrava ufficialmente in guerra contro gli imperi centrali e, nel 1918, Giovanni Gaeta trasformò quel momento nella leggenda del Piave, un motivo destinato ad entrare nella memoria degli italiani.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il libero governo italiano l'adottò provvisoriamente come inno nazionale, al posto della Marcia reale, fino ai primi di giugno del 1944 quando, con la liberazione di Roma, fu reintrodotta la Marcia. L'inno nazionale definitivo avrebbe dovuto essere proprio la « canzone del Piave », ma « Fratelli d'Italia » venne adottato in via provvisoria dal Consiglio dei ministri del 12 ottobre 1946, divenendo ufficialmente inno nazionale solo nel 2017 (legge n. 181 del 2017).
Al Gaeta non furono riconosciuti i diritti d'autore da parte della Società italiana degli autori e degli editori (SIAE) proprio perché la « canzone del Piave » era considerata appartenente allo Stato per la sua natura pubblica di inno nazionale (di diritto o di fatto), condiviso da tutto il popolo italiano che vedeva in esso una sorta di memoria storica d'Italia.
La grande forza unificante della « canzone del Piave » fu sottolineata dallo stesso generale Armando Diaz che le riconobbe il merito di contribuire a tenere alto il morale delle truppe italiane oramai sfiancate dalla dura sconfitta a Caporetto.
Crediamo sia dovere del legislatore rafforzare il valore storico, culturale, etico e artistico di questo canto, reminiscenza degli italiani di ieri, oggi e domani, innalzandolo a dignità costituzionale sotto il baluardo dell'articolo 9 della Costituzione, riconoscendone la natura di patrimonio artistico e storico.

Il disegno di legge, composto da un unico articolo, suddiviso in tre commi, qualifica il brano in parola, difatti, patrimonio storico e artistico e affianca la « canzone del Piave » all'inno ufficiale di Mameli nelle commemorazioni ufficiali di feste nazionali (il 25 aprile, il 24 maggio, il 2 giugno e il 4 novembre) che celebrano eventi storici la cui portata morale, di ricordo e di ammonimento viene ulteriormente potenziata dalla loro esecuzione.
Infine, il comma 3 stabilisce, attraverso una novella alla legge 23 novembre 2012, n. 222, che le scuole di ogni ordine e grado hanno il compito di insegnarne il testo in modo che gli studenti italiani conoscano, insieme all'inno nazionale ufficiale, le ragioni storiche e ideali che hanno condotto alla sua creazione.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La Repubblica riconosce la « canzone del Piave » come patrimonio storico e artistico della Nazione, ai sensi dell'articolo 9 della Costituzione.

2. La « canzone del Piave » è eseguita, dopo l'inno nazionale, in occasione delle cerimonie ufficiali per le ricorrenze del 25 aprile, anniversario della liberazione, del 24 maggio, festa dell'Arma di fanteria, del 2 giugno, fondazione della Repubblica, e del 4 novembre, giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate.

3. All'articolo 1, comma 2, della legge 23 novembre 2012, n. 222, le parole: « dell'inno di Mameli e dei suoi fondamenti storici e ideali » sono sostituite dalle seguenti: « dell'inno di Mameli e della canzone del Piave e dei loro fondamenti storici e ideali ».