Pubblicato il 6 ottobre 2021, nella seduta n. 365
CORRADO - Ai Ministri della cultura e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
il sommerso, fenomeno dilagante nel settore musicale dello spettacolo (soprattutto in occasione di piccoli eventi, ancorché di musica classica), affligge non poco gli artisti del raggruppamento A del Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (FPLS), già Ente nazionale previdenza e assistenza lavoratori dello spettacolo (ENPALS), quello decisamente più numeroso;
con delibera del 27 febbraio 2019, presso le Commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e VII (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati è stata predisposta una "indagine conoscitiva in materia di lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo", allo scopo di elaborare un documento che contenesse i risultati della ricognizione statistica e le eventuali ipotesi di intervento normativo in un settore da decenni bisognoso di mirati adeguamenti legislativi;
a partire dal 30 aprile 2019, sono state avviate le audizioni di INPS/FPLS, ISTAT, dirigenti ministeriali (dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della cultura), sindacati confederali e di un notevole numero di associazioni rappresentative del comparto dello spettacolo, tra cui l'associazione nazionale denominata, non a caso, "SOS musicisti", nata nel 2012 con lo scopo di portare all'attenzione delle istituzioni le criticità del settore, individuate con notevole puntualità sul proprio sito web nel "Manifesto dei musicisti", dove al primo posto figura proprio il sommerso;
nel corso dell'indagine, fin dalla prima audizione è stato posto l'accento sul sommerso, senza che emergesse adeguatamente, però, il fatto che tale fenomeno è in gran parte riconducibile alle complesse normative dei versamenti contributivi e agli alti costi dei contributi stessi in presenza di eventi minori con budget pressoché irrilevanti, e neanche il fatto che lo stesso lavoro sommerso, con evidente omissione contributiva, sembrerebbe non aver pari in alcun'altra categoria di lavoratori, come circostanziato nella memoria meticolosamente da SOS musicisti e presentata nel corso dell'audizione svolta il 21 ottobre 2020;
per avvicinarsi alle dimensioni del sommerso, tuttora sfuggenti e tali da determinarne una certa sottovalutazione, ci si potrebbe basare sul numero dei borderò consegnati dalla SIAE negli eventi in cui c'è musica, numero che la stessa SIAE attesta essere stato, in epoca pre COVID, prossimo a 1,5 milioni annui. Poiché a ciascun borderò corrisponde una prestazione musicale con una media verosimile di almeno tre elementi, si arriva, probabilmente per difetto, a circa 4,5 milioni di prestazioni musicali annue di singoli artisti, alle quali dovrebbero corrispondere altrettante giornate lavorative con relativo versamento contributivo. A fronte di un numero noto di contributi versati in un anno dal raggruppamento A, quello dei contributi omessi potrebbe allora ricavarsi da una semplice sottrazione;
l'indagine della Camera si è conclusa a marzo 2021 con un documento che auspica interventi sul welfare tesi ad avvicinarlo a quello dei lavoratori di categorie non di spettacolo: l'introduzione di indennità di discontinuità per i periodi di non lavoro tipici del settore, poiché a ciascuna performance corrispondono necessari periodi di prove (a volte di lunga durata), nonché di indennità di malattia, di genitorialità, eccetera, mentre il problema del sommerso dilagante è rimasto ai margini;
considerato che:
poco dopo la conclusione dell'indagine conoscitiva, in Senato sono state avanzate quattro proposte di legge di riforma del welfare per lo spettacolo, unificate in un documento di sintesi dal titolo: "Testo unificato adottato dalle Commissioni riunite per i disegni di legge n. 2039, 2090, 2127, 2218", dove il sommerso non compare affatto (si veda un articolo di "sosmusicisti");
lo stesso Ministro in indirizzo, nella replica ad un'interrogazione con risposta immediata (3-02385) della deputata Di Giorgi fornita il 7 luglio 2021, afferma: "Molte di queste misure, sono state anticipate dall'articolo 66 del decreto 'Sostegni bis' per farle entrare in vigore subito. Tra queste l'adeguamento al trattamento pensionistico a carattere discontinuo, così come le forme di tutela in caso di malattia e l'introduzione di un'indennità per la disoccupazione dei lavoratori autonomi dello spettacolo detta Alas. Il disegno di legge propone la riapertura della delega legislativa di riforma dello spettacolo in forza della quale il governo potrà adottare decreti legislativi per il coordinamento e il riordino delle disposizioni riguardanti l'intero settore. Il percorso parlamentare è del tutto aperto e il governo è disponibile ad accogliere tutte le osservazioni e le proposte che il Parlamento farà non solo perché su questo è evidentemente sovrano, ma perché sarebbero frutto di un lavoro che è durato mesi e che è culminato con l'indagine conoscitiva";
né nel disegno di legge di sintesi del Senato, né nel citato art. 66 del decreto-legge "sostegni bis" n. 73 del 2021 si ritrova, però, il benché minimo accenno di proposte di soluzione al problema del sommerso,
si chiede di sapere:
se il Ministro della cultura non ritenga di porre il problema del sommerso nel settore musicale dello spettacolo all'attenzione al "gruppo di lavoro" di esperti di cui al decreto ministeriale 25 marzo 2021 e di consentire anche la partecipazione dell'associazione SOS musicisti ai tavoli di confronto;
se il Ministro del lavoro non voglia farsi promotore, presso l'INPS, di un tentativo di accertamento dell'entità del sommerso basato sul calcolo richiamato in precedenza, in modo da favorire una più realistica percezione dell'entità del fenomeno e la ricerca di possibili soluzioni.