Pubblicato il 14 maggio 2019, nella seduta n. 112
DE PETRIS , ERRANI , GRASSO , LAFORGIA , DE FALCO , BUCCARELLA , DE BONIS , MARTELLI , NUGNES
Il Senato,
premesso che:
l'evidenza crescente dei cambiamenti climatici pone minacce senza precedenti per la biosfera, la disponibilità e l'approvvigionamento di alimenti e di acqua, le condizioni di vita e lo sviluppo economico. Le conseguenze a breve termine dei cambiamenti climatici possono destabilizzare la comunità internazionale e costituire il movente per la crescita esponenziale dei flussi migratori, nonché contribuire ad alimentare tensioni o conflitti, che già si manifestano con evidenza sullo scenario internazionale;
come sottolineato dal Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC) nell'ultimo Rapporto speciale sul riscaldamento climatico pubblicato nell'ottobre del 2018, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, richiede cambiamenti rapidi, lungimiranti e senza precedenti in tutti gli aspetti della società, trasformazioni necessarie, se si considera che l'aumento di temperatura media globale di 1° grado ha già condotto a gravi conseguenze, come l'incremento di eventi meteo estremi, l'innalzamento del livello del mare, la straordinaria contrazione del ghiaccio marino in Artico;
l'accordo di Parigi sul clima, raggiunto il 12 dicembre 2015 da 195 Paesi nell'ambito della "Cop 21" ed entrato in vigore il 4 novembre 2016, definisce l'obiettivo da raggiungere nel contenere l'aumento della temperatura media globale entro un grado e mezzo rispetto al livello precedente alla rivoluzione industriale, nonché garantire un processo di monitoraggio e revisione periodica degli obiettivi necessario a indirizzare i singoli contributi nazionali verso le finalità condivise;
il procedimento attuativo dell'accordo di Parigi ha evidenziato ritardi ed esplicite resistenze di alcuni dei principali Paesi responsabili delle emissioni climalteranti e la più recente Conferenza sul clima (COP24) tenutasi a Katowice, nel dicembre 2018, ha purtroppo confermato la scarsa efficacia ad oggi degli impegni assunti, in un contesto normativo non sufficientemente vincolante rispetto alla gravità dell'evoluzione climatica in corso;
oltre all'aumento medio globale della temperatura dell'atmosfera, desta particolare preoccupazione per il nostro Paese il trend osservato nell'area mediterranea, con un incremento superiore a quello globale, ed un'anomalia registrata nel 2018 dal Consiglio nazionale delle ricerche pari a 1,58 gradi centigradi al di sopra della media storica, un evidente incremento dei fenomeni metereologici estremi, dei fenomeni di desertificazione e dei disastri naturali, con costi crescenti per la comunità nazionale;
l'Italia deve pertanto rendersi protagonista di una efficace iniziativa in sede europea ed internazionale finalizzata ad accelerare la transizione energetica e il graduale superamento dei combustibili fossili, con l'obiettivo di adeguare la risposta della comunità internazionale al drammatico livello di rischio che la comunità scientifica, ormai in maniera unanime, ha evidenziato;
il Presidente della Repubblica, con riferimento al cambiamento climatico, ha recentemente affermato che "gli sforzi compiuti nelle diverse conferenze internazionali, che si sono succedute, hanno, sin qui, conseguito risultati significativi ma parziali ed ancora insufficienti. In secondo luogo, sul terreno delle concrete pratiche da parte delle istituzioni locali e nazionali, vanno respinte decisamente le tentazioni dirette a riproporre soluzioni già ampiamente sperimentate in passato con esito negativo, talvolta premessa per futuri disastri";
il movimento internazionale dei giovani, che nella giornata del 15 marzo 2019 ha dato vita allo sciopero per il clima "Climate strike", costituisce un elemento di rinnovata attenzione verso la questione chiave del cambiamento climatico, in grado finalmente di smuovere le coscienze, a partire da quella generazione che rischia di scontare conseguenze irrimediabili per il proprio futuro;
il Parlamento della Gran Bretagna, nella seduta del 1° maggio scorso, ha ritenuto di dare una risposta di eccezionale rilievo alle sollecitazioni che provengono dall'opinione pubblica, con l'approvazione di una mozione che dichiara lo stato di emergenza climatica ed ambientale del Regno Unito, ed afferma che "il riconoscimento del devastante impatto che un clima reso variabile ed estremo potrebbe avere sulla società, deve impegnare il governo ad accrescere l'ambizione degli obiettivi per raggiungere zero emissioni prima del 2050";
risulta ormai evidente che il raggiungimento di tali obiettivi richiede una profonda conversione ecologica dell'economia, leva indispensabile per promuovere il cambiamento, a partire da un radicale mutamento negli usi dell'energia e da un "Green New Deal" in grado di coniugare traguardi di ecosviluppo e di giustizia sociale, non pregiudicando i cicli naturali di cui l'essere umano è parte integrante,
impegna il Governo:
1) a dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ambientale del Paese, quale assunzione di consapevolezza e responsabilità politica, che consenta di avviare una straordinaria sinergia di azioni finalizzata a concretizzare il contributo dell'Italia al contrasto del cambiamento climatico globale, assumendo tale questione come priorità trasversale e filo conduttore delle politiche economiche nazionali e degli accordi da perseguire in sede internazionale;
2) a sostenere, nell'ambito del procedimento attuativo dell'accordo di Parigi, obiettivi più ambiziosi per contrastare il cambiamento climatico e per avviare azioni di decarbonizzazione dell'economia, anche assicurando un adeguato supporto finanziario e tecnologico ai Paesi più poveri, nonché la partecipazione nazionale al "Fondo verde per il clima", istituito nel 2010 dalla Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici;
3) ad attivarsi, in ambito nazionale ed internazionale, affinché si adottino opportune forme di fiscalità ambientale, che rivedano le imposte sull'energia e sull'uso delle risorse ambientali nella direzione della sostenibilità, anche attraverso la revisione della disciplina delle accise sui prodotti energetici in funzione del contenuto di carbonio, al fine di accelerare la conversione degli attuali sistemi energetici verso modelli a emissioni basse o nulle;
4) ad avviare appropriate iniziative rivolte alla rimozione degli incentivi e dei sussidi diretti e indiretti all'uso di combustibili fossili, spostando gli investimenti sulla ricerca e sullo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, sul risparmio energetico, nonché sull'efficiente produzione dell'energia, rivedendo a tale scopo la strategia energetica nazionale, anche ridefinendo in senso restrittivo l'attuale disciplina in materia di estrazione di idrocarburi sul territorio nazionale e nelle acque territoriali;
5) ad assumere ogni idonea iniziativa finalizzata a sollecitare la partecipazione degli enti locali alla definizione del nuovo quadro energetico ed ambientale determinato dalla dichiarazione di emergenza climatica, anche valutando l'esclusione dal «patto di stabilità» delle spese delle regioni e degli enti locali, rivolte verso misure di riduzione delle emissioni climalteranti e di adattamento al cambiamento climatico, con particolare riguardo alle risorse finalizzate al risparmio ed all'efficienza energetica, allo sviluppo delle energie rinnovabili ed alla messa in sicurezza del territorio per la prevenzione del dissesto idrogeologico e della siccità.