CAMERA DEI DEPUTATI

COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI (1ª)

MARTEDÌ 18 MARZO 2003

Presidenza del presidente Donato BRUNO

Interviene il ministro per gli affari regionali Enrico La Loggia

e il sottosegretario di Stato per l'interno Antonio D'Alì.

 

 

SEDE REFERENTE

La seduta comincia alle 11,30.

Adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale n. 3 del 2001.

C. 3590 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio)

La Commissione prosegue l'esame, rinviato da ultimo nella seduta di giovedì 13 marzo 2003.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta del 13 marzo 2003 il relatore ed il rappresentante del Governo hanno espresso il parere sulle proposte emendative presentate.
Avverte quindi che il Comitato per la legislazione ha espresso parere favorevole con condizioni e la XI Commissione ha espresso parere favorevole con osservazioni, mentre le Commissioni III e XIV hanno espresso parere favorevole sul disegno di legge in esame.
Comunica che gli emendamenti Mascia 9.5 e 9.6, nel prevedere che le leggi regionali siano promulgate dal Presidente della Repubblica o dal Presidente del Consiglio regionale, sono da considerare inammissibili per palese contrasto con l'articolo 121, quarto comma, della Costituzione che prevede che sia il Presidente della Giunta a promulgare le leggi regionali.
Comunica altresì che l'articolo aggiuntivo Mascia 10.01, nel prevedere che i provvedimenti legislativi nazionali riguardanti i principi fondamentali su materie regionali sono assunti dal Parlamento previo parere dei Consigli regionali, è da considerare inammissibile in quanto introduce un limite alla funzione legislativa del Parlamento incongruo rispetto all'attuale assetto costituzionale.
Comunica infine che l'emendamento Mascia 6.3, nel prevedere che anche le regioni possano intervenire con un potere sostitutivo nei confronti degli enti a cui è affidata la funzione gestionale ed erogatrice dei servizi, appare incongruo in quanto attribuisce un potere alle regioni non previsto dall'attuale assetto costituzionale. Invita pertanto la presentatrice a riformulare l'emendamento eliminando dal testo tale inciso al fine di renderlo ammissibile.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U), dichiarato di fare proprio l'emendamento Mascia 6.3, lo riformula, espungendo le parole "e delle regioni".

Nicolò CRISTALDI (AN), relatore, precisa che in più occasioni l'espressione di un parere contrario è stata motivata dalla presentazione di emendamenti volti a recepire molte delle osservazioni espresse nel corso della discussione di carattere generale, ovvero da una valutazione sul carattere tautologico o ultroneo di alcune proposte emendative. Manifesta quindi la disponibilità a mutare il parere espresso nella seduta precedente qualora nel corso dell'esame emergessero considerazioni meritevoli di attenzione.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Mascia 1.1, 1.2, 1.3, 1.4 e 1.5, fatti propri dal deputato Bressa.

Gianclaudio BRESSA (MARGH-U), nell'illustrare le finalità del suo emendamento 1.7, identico all'emendamento Mascia 1.6, osserva che, in presenza di una delega riguardante l'adozione di decreti legislativi meramente ricognitivi dei principi fondamentali nelle materie previste dall'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, il riferimento ai principi di esclusività, adeguatezza, chiarezza, proporzionalità ed omogeneità rischia di tradursi in un ampliamento dell'ambito discrezionale dell'azione del Governo, anziché in uno strumento di garanzia. Con riferimento al principio di esclusività, rileva che in virtù dello stesso l'eventuale omissione dai decreti legislativi di un principio pur presente nell'ordinamento potrebbe di fatto risolversi nella tacita soppressione di tale principio.
Invita quindi il Governo a riflettere sull'opportunità di espungere dal testo il riferimento ai principi anzidetti.

Il ministro Enrico LA LOGGIA dichiara di non condividere le considerazioni del deputato Bressa, ritenendo che, in assenza dei principi indicati nel comma 4 dell'articolo 1, la delega conferita apparirebbe senza limite e quindi in contrasto con la sua natura ricognitiva.
Ribadita l'intenzione già espressa al Senato di garantire il sistema delle autonomie, invita al ritiro degli emendamenti volti ad espungere dal testo il riferimento ai principi di esclusività, adeguatezza, chiarezza, proporzionalità ed omogeneità.

Nicolò CRISTALDI (AN), relatore, dichiara di condividere le valutazioni del ministro La Loggia, evidenziando che la procedura prevista dal comma 4 dell'articolo 1 è tale da assicurare più livelli di controllo.

Gianclaudio BRESSA (MARGH-U) ritira il suo emendamento 1.7.

La Commissione respinge l'emendamento Mascia 1.6.

Gianclaudio BRESSA (MARGH-U) con riferimento all'emendamento Boato 1.8, sottolinea che l'assenza del riferimento alla completezza - espunta dal novero dei principi e criteri direttivi di delega con l'approvazione al Senato di un emendamento del relatore - qualora non si ritenga implicitamente assunto nel principio di esclusività, potrebbe non risultare congruente con la natura meramente ricognitiva dell'opera delegata al Governo. Ritiene pertanto che occorrerebbe ripristinare il principio di completezza o espungere dal testo anche quello di esclusività.

Riccardo MARONE (DS-U) rileva che l'andamento della discussione ha evidenziato un elemento di ambiguità nel termine "esclusività", rispetto al quale sono emerse differenti interpretazioni. Considera pertanto utile un chiarimento sull'effettivo significato dello stesso.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Boato 1.8 e Mascia 1.9.

Enzo BIANCO (MARGH-U) invita il relatore e il Governo a riconsiderare il parere sugli emendamenti Bressa 1.10 e Enzo Bianco 1.20, presentati su indicazione unanime dei rappresentanti dell'ANCI e dell'UPI. Considera infatti essenziale l'acquisizione del parere della Conferenza unificata su materie di stretta competenza degli enti locali.

Il ministro Enrico LA LOGGIA evidenzia che i decreti legislativi da emanare attengono alle materie su cui le regioni esercitano l'attività legislativa concorrente.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Bressa 1.10, Enzo Bianco 1.20 e Mascia 1.11.

Nicolò CRISTALDI (AN), modificando l'orientamento espresso nella precedente seduta, esprime parere favorevole sull'emendamento Boato 1.12.

La Commissione approva l'emendamento Boato 1.12.

Marco BOATO (Misto-Verdi-U) invita il Governo a riconsiderare il suo emendamento 1.13, che consente di superare, in parte, i dubbi sull'opportunità di affidare al Governo la ricognizione dei principi fondamentali nelle materie indicate dall'articolo 117, comma terzo, della Costituzione.

Riccardo MARONE (DS-U) ritiene che l'emendamento Boato 1.13 sia in linea con il disegno di legge, che prevede il conferimento di una delega per l'adozione di decreti legislativi meramente ricognitivi, tale da escludere qualsiasi margine di discrezionalità del Governo.

Gianclaudio BRESSA (MARGH-U) osserva che la facoltà del Governo di omettere o modificare le disposizioni degli schemi di decreto legislativo in conformità alle indicazioni contenute nel parere non rientra nel percorso logico che sottende il comma 4 dell'articolo 1.

Il ministro Enrico LA LOGGIA ritiene che le procedure previste nel disegno di legge siano tali da offrire garanzie soddisfacenti.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Boato 1.13, approva l'emendamento Leoni 1.14, respinge gli emendamenti Mascia 1.15 e 1.16.

Donato BRUNO, presidente, rinvia il seguito dell'esame al termine della seduta pomeridiana dell'Assemblea.

(…)

La seduta termina alle 12.25.

  

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