SENATO DELLA REPUBBLICA
------------------- XVII LEGISLATURA --------------------


9a Commissione permanente
(AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE)


*21ª seduta: mercoledì 9 ottobre 2013, ore 8,45


ORDINE DEL GIORNO


ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA

Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, dell'atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà:
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla produzione e alla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo vegetale (testo unico sul materiale riproduttivo vegetale). - Relatrice alla Commissione FATTORI.
(Osservazioni della 3ª Commissione)
(n. COM (2013) 262 definitivo) Seguito e conclusione esame. Approvazione della risoluzione: Doc. XVIII, n. 23


IN SEDE REFERENTE


I. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. PIGNEDOLI ed altri. - Modifiche all'articolo 14 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, in materia di semplificazione di controlli sulle imprese agricole ed agroalimentari a sostegno della competitività.
(Pareri della 1a, della 5a, della 10a, della 12a, della 13a e della 14a Commissione)
(135)
2. PIGNEDOLI ed altri - Misure di semplificazione a sostegno della competitività e della responsabilizzazione delle imprese agricole e delega al Governo per il riordino della normativa agricola.
(Pareri della 1a, della 2a , della 5a, della 10a, della 11a, della 12a, della 13a e della 14a Commissione)
(136)
- Relatore alla Commissione DI MAGGIO. II. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. PIGNEDOLI ed altri. - Disposizioni per il riordino del sistema degli enti e degli organismi pubblici vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e delle società strumentali.
(Pareri della 1a, della 5a e della 14a Commissione)
(137)
2. PIGNEDOLI ed altri - Delega al Governo per il riordino, la soppressione e la riduzione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e per la modernizzazione dei servizi all'agricoltura.
(Pareri della 1a, della 5a e della 14a Commissione)
(139)

3. STEFANO. - Disposizioni per la riforma dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA).
(Pareri della 1a, della 5a, della 11a e della 14a Commissione)
(990)
- Relatore alla Commissione RUVOLO.

III. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. BERTUZZI ed altri. - Misure per la competitività dell’imprenditoria giovanile e il ricambio generazionale in agricoltura.
(Pareri della 1a, della 2a , della 5a, della 6a, della 7a, della 10a, della 11a, della 13a e della 14a Commissione)
(287)
2. STUCCHI. - Disposizioni per favorire lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo.
(Pareri della 1a, della 5a, della 6 a e della 14a Commissione)
(751)

- e della petizione n. 116 ad essi attinente


- Relatore alla Commissione PANIZZA.


IV. Seguito dell'esame del disegno di legge:

PIGNEDOLI ed altri. - Disposizioni per la valorizzazione e la promozione della dieta mediterranea. - Relatore alla Commissione FORMIGONI.
(Pareri della 1a, della 3a, della 5a, della 7a, della 10a, della 12a e della 13a Commissione)

(313)

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni. interrogazioni svolte
INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO

CANDIANI- Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. -
Premesso che:
i dazi antidumping sono miranti a scoraggiare la pratica del dumping, cioè l'esportazione di beni ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato nel Paese d'origine. Con questa azione il produttore si assicura un certo grado di penetrazione nei mercati grazie alla concorrenzialità dei suoi prezzi;
la libera circolazione delle merci all'interno dell'Unione europea in una fase iniziale era stata concepita nell'ambito di un'unione doganale tra gli Stati membri con l'abolizione dei dazi doganali, delle restrizioni quantitative agli scambi e di tutte le altre misure di effetto equivalente, e con la fissazione di una tariffa doganale comune nei rapporti della Comunità con i Paesi terzi. In seguito, è stato posto l'accento sull'eliminazione di tutti gli ostacoli restanti alla libera circolazione in modo da realizzare il mercato interno, definito come uno spazio senza frontiere interne, ove le merci circolano liberamente come all'interno di un mercato nazionale;
la politica commerciale dell'Unione e il suo ruolo in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) riguardano la fissazione delle tariffe doganali per l'ingresso nell'Unione di beni prodotti in Paesi terzi, così come fatto con il regolamento della Commissione europea che istituisce i dazi antidumping sulle importazioni di fotovoltaici di provenienza della Repubblica popolare cinese;
la globalizzazione, oltre ad alcune conseguenze positive, come l'apertura di nuove opportunità di mercato per il nostro tessuto produttivo, ne ha prodotte altre assai nefaste. Il venir meno, secondo le regole imposte dall'OMC, delle barriere di carattere protezionistico alla libera circolazione delle merci ha indubbiamente alimentato il diffondersi di fenomeni negativi. Tra essi figurano: la dilagante violazione dei diritti di proprietà intellettuale, la contraffazione dei prodotti e dei marchi dei Paesi europei, l'ingresso nell'Unione di prodotti che non rispettano le normative ambientali, sociali e gli standard di sicurezza. Si tratta, quasi sempre, di pericoli provenienti da produttori situati nell'area asiatica e, in particolare, della Cina. Gli effetti negativi di questi fenomeni sono particolarmente preoccupanti per i settori produttivi del cosiddetto made in Italy e per i distretti produttivi locali che ne costituiscono l'ossatura portante;
la lentezza e l'atteggiamento renitente con cui la Commissione europea sta operando, si manifesta con l'assenza dei necessari provvedimenti antidumping che penalizza le molte piccole e medie imprese, in particolare del Nord che hanno scelto di produrre prodotti di qualità sul proprio territorio, e che oggi sono seriamente minacciate dalla sleale concorrenza proveniente dai Paesi del Sud-Est asiatico, dove i metodi di produzione sono difficilmente controllabili dall'Unione europea e la qualità dei prodotti non è sempre garantita;
il tessuto produttivo del comparto agricolo, già fortemente provato dalla crisi economica in atto, si trova anche a dover affrontare la concorrenza di Paesi, come la Cina, che non osservano le regole di un mercato equilibrato e leale, che usufruiscono di manodopera a bassissimo costo e di politiche di dumping a discapito dei lavoratori e dei consumatori italiani ed europei;
il 6 settembre 2012 l'Unione europea ha avviato il procedimento antidumping con riguardo all'importazione di pannelli fotovoltaici di provenienza dalla Cina e il 5 giugno 2013 (regolamento n. 513/2013) la Commissione ha imposto dei dazi provvisori nella misura dell'11,8 per cento per i primi due mesi, sino al 6 agosto 2013 e, successivamente, tra il 37,3 e il 67,9 per cento per i mesi successivi;
non si è fatta attendere la reazione da parte della Repubblica popolare cinese, che ha ufficialmente aperto un'indagine antidumping e antisussidi nei confronti del vino europeo;
otto delle principali associazioni della filiera produttiva del settore vinicolo nazionale hanno chiesto al Governo italiano e ai Ministri competenti un maggiore impegno nella vicenda;
il comparto vitivinicolo italiano non può essere sottomesso alle autorità cinesi nel confronto apertosi a seguito dei dazi che l'Unione europea intende applicare all'importazione di pannelli fotovoltaici prodotti in Cina;
l'Italia nel 2012 ha esportato vini in bottiglia di qualità e in piccola parte sfuso per 80 milioni di euro, con un trend di crescita negli ultimi anni molto promettente, in termini sia di volume sia economici. L'iniziativa cinese rischia di frenare la crescita delle esportazioni di vino made in Italy, che nel primo trimestre del 2013 è stata da record, registrando un aumento di ben il 377 per cento rispetto ai livelli del 2008 e cioè ai livelli pre-crisi;
si auspica che entro i primi giorni di agosto 2013 si possa giungere ad una soluzione del problema con le autorità cinesi, onde evitare che sia compiuta la selezione delle aziende campione da inserire nella lista di realtà esportatrici che dovranno partecipare alla procedura cinese. Si tratta di un iter molto complesso e costoso sia dal punto di vista economico, cui le singole società selezionate non potranno far fronte singolarmente, sia in termini di dati sensibili che, qualunque sia l'esito del confronto in essere, appartengono alle aziende e resteranno invece in mano alle autorità cinesi;
la Repubblica popolare cinese rappresenta anche il Paese nel quale si è registrato il più elevato tasso di crescita nei consumi mondiali, visto che gli acquisti di vino hanno raggiunto a livello nazionale quota 18 milioni di ettolitri. Un dato non molto lontano dai 20 milioni di ettolitri che rappresentano il volume dei consumi in un Paese di grande tradizione vitivinicola come l'Italia,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda chiarire la posizione del Governo su quanto sopra, facendosi portavoce in sede europea di una politica intesa ad applicare, quando possibile ed opportuno, le misure doganali necessarie per impedire pratiche di concorrenza sleale a tutela prodotti made in Italy, e tutelare le imprese italiane dai rischi e dai costi della procedura sui dazi attivata dalla Cina.
(3-00259)
PANIZZA- Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. -
Premesso che:
il 2 luglio 2013 il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha emanato il decreto (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 178 del 31 luglio 2013) recante "Disposizioni nazionali applicative del Regolamento (CE) n. 1243/2007 del Consiglio e del Regolamento (CE) n. 436/2009 della Commissione, per quanto concerne i documenti di accompagnamento che scortano taluni trasporti dei prodotti vitivinicoli";
le nuove disposizioni entreranno in vigore dal 1° agosto 2013;
alcuni organismi rappresentativi dell'intera filiera vitivinicola del Trentino-Alto Adige chiedono una modifica alle richiamate disposizioni normative, auspicata dagli imprenditori vitivinicoli sia locali che nazionali, che consenta: a) di mantenere la possibilità di utilizzare i documenti di accompagnamento dei prodotti vitivinicoli in formato cartaceo anche dopo la prevista attivazione dei documento di trasporto elettronico (ciò per garantire agli operatori la possibilità di regolare emissione di un documento di trasporto, cartaceo, nell'eventualità di una temporanea indisponibilità del sistema informatico dello speditore o del sistema informatico nazionale a ciò dedicato, il SIAN). Il decreto ministeriale prevede infatti possibili limitazioni all'utilizzo del documento cartaceo a seguito dell'attivazione del documento elettronico; b) di mantenere a titolo definitivo, anche se limitatamente ai trasporti di vini confezionati circolanti in ambito nazionale, la possibilità di utilizzare il documento di trasporto di cui al decreto ministeriale 14 luglio 1999 (ciò permetterebbe di mantenere l'attuale collaudato sistema di emissione dei documenti per le più frequenti ipotesi di trasporto rappresentate dalle spedizioni di vini confezionati in ambito nazionale limitando così al minimo l'impatto negativo delle nuove disposizioni di legge sugli operatori e sul mercato),
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda apportare le suggerite modifiche al decreto ministeriale 2 luglio 2013 volte a consentire una maggiore semplificazione della normativa riguardante i documenti di accompagnamento dei prodotti vitivinicoli.
(3-00291)