Premesso che:
nel post "Si potevano salvare le chiese? Si poteva almeno provarci", pubblicato il 3 novembre 2016 sul blog "articolo 9" de "la Repubblica" on line, il professor Tomaso Montanari riporta la lettera, a lui indirizzata, del professor Antonio Borri, ordinario di Scienza delle costruzioni nell'università degli studi di Perugia e presidente del centro studi Mastrodicasa;
nella lettera, il professor Borri dichiara di aver coordinato una squadra di ingegneri strutturisti che, a partire dai primi giorni del settembre 2016, ha fornito un supporto tecnico ai funzionari del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, incaricati di effettuare i rilievi dei danni al patrimonio culturale colpito dal sisma del 24 agosto 2016;
i sopralluoghi effettuati su quasi tutte le chiese della Valnerina servivano a valutare l'agibilità o meno di queste costruzioni e ad indicare le eventuali necessità di provvedimenti di pronto intervento;
sia i funzionari del Ministero che gli strutturisti universitari hanno operato come volontari spesso in condizioni di rischio;
considerato che:
secondo quanto riportato dal professor Borri, in molti casi sarebbero stati necessari interventi rapidi puntualmente segnalati al Ministero;
tuttavia alle indicazioni e alle proposte di provvedimenti pervenute dalla squadra diretta da Borri non sarebbe stato dato seguito, con le note conseguenze degli ultimi giorni. In particolare, la scossa di magnitudo 6.5 del 30 ottobre 2016 ha causato il crollo di moltissime chiese, che erano state oggetto dei suddetti sopralluoghi, vanificando così tutto il lavoro svolto, con i rischi connessi;
considerato inoltre che:
le lesioni piccole e grandi, causate dal terremoto del 26 ottobre e prima ancora da quello del 24 agosto, sono aumentate, provocando la gran parte dei crolli degli ultimi giorni: la basilica di San Benedetto e la cattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia, la torre civica e della chiesa di Sant'Agostino ad Amatrice, la chiesa di San Cassiano e l'abbazia di Piobbico a Sarnano, il campanile della chiesa di Madonna del Ponte di Porta Cartara ad Ascoli Piceno, la chiesa dei Pilotti a Penna San Giovanni, del campanile di Santa Maria in Via e della Porta Malatesta a Camerino ed altri ancora;
secondo quanto affermato dal professor Borri, il disastro si sarebbe potuto limitare, se, fin dall'inizio, fossero state individuate le chiese maggiormente significative e rilevanti e si fosse intervenuto in modo adeguato almeno su queste;
considerato infine che, a parere degli interroganti:
i precedenti eventi sismici, drammatici e distruttivi, che hanno colpito L'Aquila e l'Emilia-Romagna hanno dimostrato l'inadeguatezza del Ministero, quando una parte importante del patrimonio culturale si è letteralmente sgretolata;
in contrasto con quanto annunciato nelle conferenze stampa dei giorni scorsi, non si può non sottolineare come l'auspicata, e si spera immediata, ricostruzione riporterà alla luce una minima parte del patrimonio ormai perso, che, si ribadisce, poteva essere almeno in parte salvato con interventi preventivi,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del lavoro svolto dalla squadra guidata dal professor Borri e per quale motivo non sia stata eseguita nessuna operazione di messa in sicurezza dei beni ritenuti a rischio;
quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la ricostruzione ed il recupero dei beni culturali colpiti dal sisma.