sinora i tibetani residenti in India, privi di cittadinanza per impossibilità di acquisire la cittadinanza indiana, sono stati dotati dall'Unione indiana di un documento speciale, l'identity certificate, che permette loro di ricevere un visto di ingresso in gran parte dei Paesi europei, americani e asiatici;
finora la Repubblica italiana è sempre stata tra i Paesi, che hanno coraggiosamente rifiutato ogni imposizione, e, nonostante le numerose minacce di rottura dei rapporti diplomatici da parte della Repubblica Popolare Cinese, ha concesso ingressi e visite al Dalai Lama e alla comunità di esuli dal Tibet che vive in India;
considerato che:
da qualche tempo l'Ambasciata e i Consolati italiani in India, non possono più rilasciare visti d'ingresso in Italia ai tibetani residenti in India che non abbiano un regolare passaporto indiano, ma solo un identity certificate per tibetani;
la notizia che non verranno più accettate richieste di visti per richiedenti tibetani in possesso dell'identity certificate, pubblicata sul sito web del Consolato generale d'Italia a Mumbai è recente e datata 18 maggio 2017;
secondo le informazioni del Centro visti della Direzione generale per gli Italiani all'estero e le politiche migratorie del Ministero in indirizzo, l'unico modo per concedere l'ingresso in Italia a chi non sia titolare di un documento valido è il rilascio di un visto a validità territoriale limitata che consente l'ingresso solo in Italia e che viene apposto su un apposito lasciapassare;
si tratta di una misura eccezionale che l'Ambasciata italiana in India deve valutare caso per caso a seguito di una verifica sulla sussistenza di motivi umanitari o di interesse nazionale, ovvero in presenza di obblighi internazionali (art. 25.1 del Regolamento (CE) n. 810/2009, Codice europeo dei visti);
considerato altresì che con questa decisione in termini pratici l'Italia sbarra le porte a un piccolo e pacifico gruppo di persone dall'importante ruolo simbolico, che da decenni viene in Italia su invito di università, istituti di ricerca, centri culturali, religiosi e fondazioni,
si chiede di sapere:
quali siano le ragioni che hanno indotto il cambiamento di atteggiamento da parte dell'Ambasciata e dei Consolati italiani in India nei confronti dei tibetani rifugiati in India e in particolare del rifiuto di concedere il visto di ingresso in Italia ai tibetani rifugiati in India e muniti di un identity certificate;
se vi siano stati recenti sviluppi relativi ai rapporti diplomatici che abbiano indotto alla cessazione del riconoscimento dell'identity certificate per tibetani rifugiati in India e quali essi siano;
se le restrizioni siano irrevocabili o se la cessazione del riconoscimento dell'identity certificate per tibetani sia temporanea e in tal caso quale ne sia la durata e a quali condizioni sia subordinata;
se e quali passi il Governo italiano e in particolare il Ministero in indirizzo intenda compiere per risolvere il problema illustrato.