Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
in data 7 dicembre 2013, visto il decreto direttoriale del 6 dicembre 2013, è stato disposto l'avvio di una procedura per la selezione di 500 giovani laureati da formare, per la durata di 12 mesi, nelle attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano presso gli istituti ed i luoghi della cultura statale;
i candidati, aventi punteggio idoneo, hanno sostenuto, nel gennaio 2015, un esame scritto a quiz, il cui risultato è stato sommato al punteggio della valutazione dei titoli, creando una graduatoria definitiva a scorrimento, pubblicata sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nel marzo 2015;
a fine maggio è stato avviato il programma formativo ed il 30 giugno 2015 è stata pubblicata la circolare n. 33, con la ripartizione dei progetti per istituti e le loro specifiche;
considerato che:
inizialmente, il bando prevedeva un assegno annuale di 5.000 euro lordi, a parere degli interroganti del tutto sproporzionati rispetto al lavoro che i tirocinanti erano chiamati a svolgere e inappropriato rispetto alle qualifiche richieste;
a settembre 2015, i vincitori del concorso hanno iniziato a svolgere la loro attività, percependo, fino a dicembre, l'importo di 489 euro mensili;
a partire da gennaio 2016, i pagamenti sono stati interrotti, ma i tirocinanti hanno continuato a svolgere le proprie attività;
ad aprile 2016, sul sito del Ministero è stata pubblicata una circolare della Direzione generale educazione e ricerca, del seguente tenore letterale: "per quanto riguarda l'indennità di formazione residua, essa dovrà essere liquidata parametrando l'importo complessivo alla durata residua del percorso formativo e dividendo l'ammontare su base mensile. Per esempio, un importo complessivo a titolo di indennità residua pari ad euro 2.385,00, parametrato all'orizzonte temporale 1.1.2016-30.6.2016 genererà una rata mensile pari ad euro 397,50 di cui nella mensilità di aprile dovranno essere corrisposti anche gli arretrati di gennaio, febbraio e marzo". Pertanto dalla già, a parere degli interroganti, misera somma, sono state detratte le trattenute a titolo di IRAP e INAIL;
tuttavia, ad oggi, in alcune regioni, ad esempio Marche o Campania, i pagamenti non sarebbero stati effettuati;
considerato inoltre che, poiché i tirocini sono terminati, ma le attività non sono ancora completate, i tirocinanti hanno presentato istanza al Ministero per ottenere una proroga del tirocinio, al fine di completare il lavoro iniziato, ma senza ricevere alcun riscontro, anche alla luce del fatto che il Ministero ha pubblicato il 24 maggio 2016 un bando per 500 funzionari, che non tiene assolutamente conto dei titoli dei tirocinanti e quanto dagli stessi svolto, ai fini della partecipazione al concorso; in questi giorni, inoltre, è stato notificato un ricorso per l'annullamento del bando dinanzi al TAR del Lazio;
considerato infine che a parere degli interroganti, è opportuno assumere impegni concreti volti alla tutela dei giovani neo laureati, schiacciati dal ricatto precarietà o fuga all'estero, e del patrimonio artistico e culturale italiano, che non può permettersi di adattarsi alla precarietà,
si chiede di sapere:
quali iniziative intenda assumere il Ministro in indirizzo per risolvere la situazione, a parere degli interroganti imbarazzante, e reperire le risorse necessarie alla distribuzione dei pagamenti dovuti ai tirocinanti vincitori del bando;
quali opportune iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare, al fine di tutelare le figure professionali operanti nel settore dei beni culturali e archeologici.
Premesso che:
il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e l'Associazione italiana editori (AIE) hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che prevede l'obbligo per le scuole pubbliche italiane di ogni ordine e grado di comunicare su un apposito portale di AIE le liste dei testi scolastici adottati ogni anno, a seguito delle delibere approvate dai diversi collegi dei docenti. Conseguentemente, la stessa AIE raccoglie e organizza a livello nazionale i dati relativi alle adozioni di libri scolastici, che vengono messi a disposizione sia delle famiglie, per la loro consultazione, sia dei diversi operatori del mercato dell'editoria scolastica;
risulta agli interroganti che in virtù dell'accordo, l'AIE, attraverso il lavoro prezioso e volontario del personale scolastico pubblico, entra gratuitamente in possesso di un vero e proprio database delle adozioni scolastiche che poi venderebbe agli operatori della filiera, anche a seguito di accordi sottoscritti con le più importanti associazioni di categoria, come l'Associazione librai italiani (ALI), per un potenziale giro d'affari di 3 milioni di euro, nonostante tale vendita sia però vietata dal protocollo d'intesa citato, dove si sancisce che l'AIE non può utilizzare commercialmente i dati inseriti nel proprio portale;
a giudizio degli interroganti, sono state inconsistenti e risibili le giustificazioni addotte finora dall'AIE sulla possibilità di reperimento gratuito di questi dati;
risulta agli interroganti che il download gratuito dei dati non sia allo stato attuale effettivamente garantito, visto che gli stessi possono essere scaricati in forma gratuita esclusivamente in formato PDF di sola lettura dal sito "adozioniaie.it" solo per singola sezione e per non più di 4 sezioni al giorno. Considerando che gli istituti scolastici in Italia sono oltre 8.600 per un totale di 366.000 sezioni (dati del Ministero), all'operatore professionale sarebbero necessari, per poter scaricare tutti i dati dei libri adottati, circa 91.500 giorni, cioè quasi 250 anni;
considerato inoltre che:
a parere degli interroganti i vincoli che disciplinano i download sarebbero stati formulati dall'AIE con l'intento di costringere gli operatori scolastici ad acquistare tali informazioni, in palese contrasto con quanto stabilito nel protocollo d'intesa;
tale condotta ha prodotto la protesta di Federcartolai e del Sindacato italiano librai (SIL) che in più occasioni, tramite incontri e documenti ufficiali, hanno chiesto al Ministero la fruibilità editabile e gratuita dei dati sulle adozioni dei testi. Inoltre, Federcartolai attraverso alcuni suoi consulenti legali ha presentato un ricorso al TAR del Lazio, anche in conseguenza dell'atteggiamento finora oppositivo dell'AIE, che ha sempre negato l'accesso ai dati;
considerato infine che:
risulta agli interroganti che in accoglimento delle richieste delle predette associazioni di categoria il Ministero avrebbe intimato all'AIE di consegnare copia del database completo per l'anno scolastico in corso (2016/2017), allo scopo di pubblicarlo e renderlo scaricabile gratuitamente da tutti. Ciò sarebbe però avvenuto parzialmente e con grave ritardo e il Ministero ha potuto pubblicare una prima versione del database solo in data 5 luglio 2016, mentre l'AIE commercializzava il database già da settimane, peraltro con dati incompleti e insufficienti e in pieno contrasto con quanto previsto nel protocollo, producendo altresì continui aggiornamenti destinati esclusivamente ai clienti paganti;
a parere degli interroganti tale circostanza dimostrerebbe la volontà di ricavare profitto nonostante l'avvenuta intimazione da parte del Ministero,
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno abilitare un proprio portale generale per tali dati, garantendo l'accesso gratuito da parte di privati cittadini, famiglie e operatori della filiera, diversamente da quanto tuttora avviene con il database gestito dall'AIE, ovvero se e quali iniziative alternative intenda adottare, affinché sia definitivamente garantita, a partire già dall'anno scolastico 2017/2018, la gratuita fruibilità dei dati pubblici a famiglie e imprese;
se non consideri opportuno rivalersi sull'AIE per non aver garantito la fruibilità gratuita così come previsto nel protocollo d'intesa e per aver contestualmente condizionato l'accessibilità e l'utilizzo dei dati al formale acquisto;
se e quali iniziative intenda adottare nei confronti dei responsabili della mancata vigilanza del rispetto delle norme contenute nel protocollo siglato con l'AIE, considerando che migliaia di dipendenti pubblici retribuiti con fondi statali avrebbero lavorato gratuitamente per la società privata a vantaggio esclusivo di quest'ultima.