279a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

Interviene il ministro dei lavori pubblici Micheli.

La seduta inizia alle ore 15,30.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il presidente GIOVANELLi fa presente che è stata avanzata, ai sensi dell'articolo 33, quarto comma, del Regolamento, la richiesta di attivare l'impianto audiovisivo per lo svolgimento delle comunicazioni all'ordine del giorno. Avverte che, in previsione di tale richiesta, il Presidente del Senato ha già preannunciato il proprio assenso. La Commissione aderisce alla richiesta anzidetta e conseguentemente viene adottata detta forma di pubblicità.

PROCEDURE INFORMATIVE
Comunicazioni del Ministro dei lavori pubblici sulle linee generali di politica ambientale del suo Dicastero
(R046 003, C13a, 0009o)

Dopo brevi parole di introduzione e di saluto da parte del presidente GIOVANELLI, il ministro MICHELI prende la parola auspicando in primo luogo un dialogo con la Commissione costruttivo e proficuo di risultati. Fa quindi presente che il primo obiettivo dell'attività del proprio Dicastero è quello di continuare e incrementare il processo di ammodernamento del Paese, qualificandolo con gli indirizzi delineati nella recente manovra finanziaria e nello stesso tempo innovando le funzioni di programmazione, coordinamento, vigilanza, elaborazione normativa. Finora una pluralità di motivi (inadeguata capacità di spesa delle amministrazioni, effetti della «questione giudiziaria», carenza di un parco progetti cantierabili, vincoli di bilancio sempre più stringenti) hanno impedito che il processo di infrastrutturazione prendesse nuovo impulso; questo è dunque il momento di puntare l'attenzione, anche in rapporto alle direttive europee, su una nuova cultura della pianificazione territoriale e sulla formazione del capitale umano, nonché di adeguare rapidamente l'efficienza degli apparati amministrativi alle regole in atto presso gli altri paesi dell'Unione europea. Un primo aspetto di particolare importanza riguarda le modalità attraverso cui l'azione dello Stato deve coordinarsi con quella delle regioni e delle autonomie locali, per l'utilizzo delle opportunità offerte dai fondi comunitari. Un secondo aspetto concerne l'innovazione legislativa e procedurale per il complessivo settore delle opere pubbliche: a tal fine uno strumento molto utile può essere rappresentato dalla legge n. 415 del 1998 che dovrebbe consentire alle amministrazioni appaltanti di spendere rapidamente le risorse disponibili, offrendo occasioni al capitale privato e alla pubblica amministrazione di avere l'opera «compiuta». Anche la legge n. 431 del 1998 sulle locazioni rappresenta un salto di qualità ed un presupposto per la politica di rilancio dell'occupazione e dello sviluppo. Un altro aspetto è relativo alla necessità di porre in essere, come già si sta facendo, tutti gli strumenti normativi e di organizzazione utili a rendere tali innovazioni legislative applicabili il più rapidamente possibile.
Dopo aver sottolineato l'intenso processo di riforma delle amministrazioni centrali e periferiche che sta caratterizzando la legislatura in corso, con riferimento al Ministero dei lavori pubblici fa presente che aspetti essenziali di tale processo sono da una parte il massiccio trasferimento di competenze dallo Stato alle regioni ed enti locali operato dal decreto legislativo n. 112 del 1998, dall'altra le opzioni delineate nella relazione presentata al Consiglio dei ministri del 15 maggio 1998 in ordine all'accorpamento del Ministero dei lavori pubblici con quello dei trasporti: ciò al fine di dar vita ad un Ministero dell'assetto del territorio, delle infrastrutture e dei trasporti, secondo la linea prescelta dal proprio predecessore e che egli condivide.
Soffermandosi sul tema della difesa del suolo, il Ministro riconosce che in tale settore i problemi derivanti dalla presenza di un diffuso rischio idrogeologico sono stati aggravati dai fenomeni dell'abusivismo edilizio, della deforestazione, dell'antropizzazione dei bacini dei fiumi, della scarsità degli interventi. Secondo le analisi effettuate recentemente dal CNR e dal Gruppo Nazionale per la difesa dalle catastrofi nessuna regione italiana è al riparo da situazioni di rischio: sono ben 1.500 i comuni colpiti da alluvioni negli ultimi 50 anni ed oltre 2.000 quelli danneggiati a causa di frane e smottamenti. La fase attuale di passaggio di molte competenze alle regioni è ancora più delicata, in relazione alla necessità di dover comunque evitare che il trasferimento costituisca motivo di incertezza nelle strutture attualmente preposte ad attività da cui dipende la sicurezza delle popolazioni. Nel richiamare quindi un ordine del giorno votato dalla 13a Commissione nel luglio scorso, comunica di avere avviato, alla stregua delle indicazioni in esso contenute, alcune linee d'azione tese a conseguire una sistemazione definitiva dei bacini e sottobacini per i quali risultano già definiti programmi organici di intervento, ad elaborare programmi concernenti le città fluviali (volte a recuperare il rapporto fra corsi d'acqua e insediamenti umani) a promuovere un uso del territorio che favorisca la manutenzione del suolo e sia coordinato con le esigenze della rete idrogeologica e della stabilità dei versanti, ad avviare la razionalizzazione delle gestioni idriche e del loro regime tariffario (in un'ottica di supporto agli enti territoriali che devono attuare la legge istitutiva del servizio idrico). Ricorda altresì che, su sollecitazione del Ministero dei lavori pubblici, quasi tutte le regioni hanno provveduto a legiferare in materia di ambiti territoriali ottimali e che è stato sottoscritto il primo accordo di programma ai sensi della legge n. 36 del 1994 tra Puglia e Basilicata. Nei primi mesi di attività del nuovo Governo le azioni più rilevanti in materia di difesa del suolo e risorse idriche sono state le seguenti: la definizione di una nuova disciplina sulle concessioni di derivazione idrica, nell'ambito del recepimento delle norme di liberalizzazione del mercato elettrico e della direttiva sul trattamento delle acque reflue; l'emanazione del decreto di ripartizione delle competenze idrauliche del bacino Brenta-Bacchiglione; la predisposizione dello schema di decreto legislativo per la trasformazione dell'Ente autonomo acquedotto pugliese in società per azioni e dello schema di D.P.C.M. relativo al programma di interventi urgenti di cui al decreto-legge n. 180 del 1998. Risulta poi già pubblicato l'atto di indirizzo e coordinamento relativo alla perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, del quale sono stati già assegnati i primi 110 miliardi di lire previsti per il 1998. Il «tavolo tecnico-politico» per la difesa del suolo, riapertosi lo scorso 22 gennaio, ha affrontato l'esame di alcune questioni, quali le modifiche da apportare alla legge n. 267 del 1998, di conversione del citato decreto-legge n. 180, senza turbare l'ordinaria attività di pianificazione prevista dalla legge n. 183 del 1989. In tale ambito una netta distinzione dovrebbe essere operata tra i fondi della legge n. 267 (495 miliardi di lire per il 1999 e per il 2000) che continua a mantenere il carattere di strumento per interventi urgenti, e i fondi della legge n. 183, che rimane la fonte di finanziamento di interventi ordinari: essi sono da selezionare però secondo nuovi criteri, e non più ancora facendo riferimento ai parametri della superficie e della popolazione.
In merito al problema dell'abusivismo edilizio, collegato con quello della difesa del suolo, il Ministro ricorda che le leggi di sanatoria non hanno rappresentato per alcune zone del Paese il superamento del problema. Il Ministero dei lavori pubblici è in corso di definizione un'indagine sul fenomeno dell'abusivismo edilizio, ma già da uno studio diffuso da un'associazione di settore risulta che negli ultimi quattro anni sono state costruite 207.000 case abusive. Tale situazione ha rafforzato nel Ministero dei lavori pubblici la consapevolezza di dover intervenire sul piano normativo per disciplinare da una parte le demolizioni (prevedendo l'intervento diretto del Prefetto con l'ausilio del Genio militare nelle aree vincolate), dall'altra per ridurre i tempi di intervento e dell'azione repressiva: ciò vale sia per gli immobili vincolati che per le costruzione in difformità delle norme urbanistiche ed edilizie. Le nuove norme, che saranno operative quanto prima, fanno parte di un pacchetto di proposte destinato al risanamento delle aree urbane e di quelle di particolare pregio artistico e paesaggistico. Nel corso del 1999 saranno avviati 60 cantieri relativi ai programmi di riqualificazione urbana per un totale di investimenti pari a 8.000 miliardi di lire; non si può tuttavia parlare ancora di riqualificazione urbana o risanamento ambientale senza coniugare i relativi programmi con la definitiva lotta all'abusivismo edilizio ed è in questa direzione che da parte sua - e dei Ministri dell'ambiente e per i beni e le attività culturali - è stato profuso un impegno senza riserve.

Su richiesta dei senatori SPECCHIA e VELTRI e stante il concomitante inizio dei lavori d'Assemblea, il dibattito sulle comunicazioni del Ministro è rinviato ad altra seduta.

La seduta termina alle ore 16,30.