DIFESA (4
a
)
MARTEDI' 27 GIUGNO 2000
234
a
seduta
Presidenza del Presidente
DI BENEDETTO
La seduta inizia alle ore 20,10.
IN SEDE REFERENTE
(4675)
Conversione in legge del decreto-legge 19 giugno 2000, n. 163, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace.
(Esame e rinvio)
Il PRESIDENTE dà preliminarmente conto del parere non ostativo espresso dalla Commissione Bilancio.
Riferisce quindi il relatore NIEDDU precisando preliminarmente che il provvedimento reca disposizioni volte: a) ad assicurare il proseguimento della partecipazione italiana alle missioni internazionali in svolgimento nei territori della ex-Jugoslavia, in Kosovo, in Albania e ad Hebron; b) alla realizzazione di opere ed acquisizione di apparati tecnici per gli aeroporti di Dakovica e Pristina; c) alla costruzione di nuclei alloggiativi per il personale impegnato nell'area dei Balcani; d) a chiarire, superando dubbi interpretativi, che il possibile richiamo in servizio, su base volontaria, del personale militare in congedo, consente il loro impiego anche all'estero; e) a consentire al personale civile e militare operante in missioni all'estero di utilizzare i sistemi di comunicazione di servizio, fintanto che non sia reso disponibile il collegamento telefonico ad uso privato.
Ciò premesso, rileva che il provvedimento rappresenta una conferma dell'impegno assunto dall'Italia di contribuire alla gestione delle crisi, particolarmente nell'area dei Balcani, la cui instabilità mette in gioco gli interessi nazionali. In secondo luogo, sottolinea che la scelta di impegno non è episodica. A tale proposito ricorda che il Parlamento, nell'autorizzare la partecipazione militare dell'Italia alle missioni internazionali di pace, ha consapevolmente considerato le rilevanti implicazioni che da tale scelta derivano sul piano economico e di adeguamento dello strumento militare oltreché per la politica estera del Paese, nell'immediato e per il futuro. Infatti il non occasionale bensì continuativo impegno militare italiano, in ambito ONU, UEO e NATO, determina un accresciuto peso specifico del Paese in campo europeo ed internazionale, che comporta insieme a nuove responsabilità anche maggiori opportunità di tutela degli interessi strategici del paese.
Dunque l'Italia, che vuole irrobustire la sua presenza internazionale, coerentemente si assume le responsabilità conseguenti. Da questo nuovo impianto delle linee di politica estera e di difesa consegue la necessità di accelerare la progressiva riforma dello strumento militare, ormai definita ed in corso, così da sostanziare adeguatamente il nostro apporto alla difesa comune nell'ambito dell'alleanza atlantica.
Procede poi alla illustrazione dell'articolato. Con l'articolo 1, comma 1, si proroga al 31 dicembre 2000, la partecipazione alle operazioni in Macedonia, Kosovo, Albania, nei territori ex-Jugoslavia e ad Hebron. Il personale complessivamente impegnato all'estero è di 9477 uomini, dei quali 5.300 dell'Esercito, 365 dell'Arma dei Carabinieri e 6 della Guardia di finanza in ambito NATO nei Balcani (Kosovo, Fyrom ed Albania); 950 dell'Esercito quale incremento della componente di Comando italiano KFOR; 457 dell'Aeronautica per gli aeroporti di Dakovica e Pristina, 1340 dell'Esercito in ambito SFOR nella ex-Jugoslavia; 346 dell'Arma dei Carabinieri quale forza di polizia specializzata (MSU) e 23 a Brcko in ambito IPTF. Altresì sono impegnati 519 uomini della Marina in Kosovo e Albania e 17 della Guardia di finanza nell'operazione MAPE in Albania e 130 dell'Aeronautica, sempre in Albania. Il contingente dei Carabinieri nei territori occupati di Hebron è di 24 persone.
Con il comma 4 dell'articolo 1 si autorizza il ministero della Difesa, in deroga alle vigenti disposizioni di contabilità generale dello Stato, ad acquisti e lavori in economia entro il limite massimo di 40 miliardi, per opere e strumentazioni tecniche negli aeroporti di Dakovica e Pristina e per nuclei alloggiativi destinati al personale.
Con l'articolo 2 si prevede la possibilità di richiamare, a tempo determinato, su base volontaria, il personale in congedo ai fini del completamento degli organici necessari alle missioni richiamate. Con il comma 2 dell'articolo 2 si disciplina il trattamento economico di questo personale. Con il comma 3 dell'articolo 2 si richiamano le fattispecie che consentono la cessazione anticipata del richiamo a tempo determinato del menzionato personale.
Con l'articolo 3 si dispone che, qualora non siano disponibili utenze telefoniche di uso privato, il personale all'estero, civile e militare, potrà utilizzare gratuitamente le linee di servizio, nei limiti posti dalle esigenze operative.
L'articolo 4, infine, individua la copertura finanziaria, valutata complessivamente in 555 miliardi da rinvenire nel fondo di riserva per le spese impreviste dell'anno 2000, ai sensi dell'articolo 1, comma 63 della legge 28 dicembre 1995, n. 549.
Si apre la discussione generale.
Il senatore PELLICINI concorda sull'esigenza di prorogare le missioni ricordate dal relatore. La presenza italiana è ormai organica nel Mediterraneo allargato, ma bisogna introdurre una visione organica, quale il Governo non è riuscito ancora a dare; altresì, è necessario favorire l'ammodernamento dei mezzi a disposizione dei militari. Si esprime infine a favore di un testo unico che disciplini organicamente le missioni all'estero.
Il senatore MANCA ribadisce che il Governo è costantemente sordo verso le esigenze segnalate dall'opposizione per un testo unico organico; confessa altresì di essere costretto a ripetere quanto più volte da lui sostenuto nel corso della legislatura per provvedimenti analoghi. Ricorda infatti che i turni di permanenza dei militari sono particolarmente onerosi e che i livelli di retribuzione non sono paragonabili rispetto a quelli dei colleghi delle altre nazioni. Non basta la parata del 4 giugno, ma necessita un impegno diuturno di sostegno concreto verso le Forze armate. Non sono poi da sottovalutare i disagi anche in Italia, che ricadono parimenti sulle famiglie e non solo durante le permanenze all'estero.
Il senatore GUBERT rileva che nelle premesse del decreto manca la menzione dei mandati internazionali che costituiscono il presupposto di tali proroghe. Del pari, non si comprendono le ragioni del perché l'ulteriore proroga sia stata disposta sino al 31 dicembre e non sino ad altra data. Nota poi la previsione di un'unica scadenza per tutte le missioni, pur tra loro così diverse. Osserva poi all'articolo 1 che si continua a definire indennità di missione quello che è invece un compenso straordinario: il reiterarsi di tale errore, più volte da lui in passato segnalato, espone al rischio di una manipolazione dell'istituto del compenso straordinario. Si mostra, poi perplesso sulle deroghe alla normativa sulla contabilità dello Stato. Chiede infine al relatore chiarimenti sugli interventi negli aeroporti di Pristina e Dakovica. E da ultimo rileva con riferimento all'articolo 3, l'assenza di un limite al ricorso da parte del personale militare e civile alle utenze telefoniche a titolo gratuito.
Il senatore PETRUCCI preannuncia a nome del Gruppo dei democratici di sinistra il voto favorevole: il provvedimento in titolo, infatti, testimonia l'apprezzamento per il lavoro, oscuro ma prezioso, dei contingenti italiani all'estero. Rammenta di essersi recato con il Presidente Di Benedetto la scorsa domenica a Pristina in occasione del subentro del 152° reggimento della Brigata Sassari al 9° reggimento Alpini nell'ambito della Brigata Multinazionale Ovest. Rileva esser stato positivo l'impatto di quei reparti con la realtà del luogo e parimenti positiva l'impressione del livello di coinvolgimento nel contribuire a risolvere i problemi di quelle popolazioni. Precisa altresì che l'aeroporto di Pristina passerà dal 1° luglio ad una gestione a guida italiana. Chiarisce inoltre al collega Gubert che l'aeroporto di Dakovica serve anche per altre regioni dei Balcani che vedono coinvolto personale militare italiano. La presenza italiana non è simbolica e il personale colà impiegato è molto motivato.
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.
Replica il relatore NIEDDU ricordando che mai forte come in questa legislatura è stato l'impegno del Parlamento per riammodernare lo strumento militare. La struttura militare merita profondo apprezzamento per ciò che è stato in grado di fare e parimenti lo merita il Parlamento che ha messo in condizione la struttura di ben funzionare nello scacchiere internazionale. Precisa che si sta operando nel senso di una giusta omologazione delle retribuzioni fra le varie missioni. Specifica, da ultimo che il comma 4 è riferito ai soli contingenti nazionali.
Il PRESIDENTE propone di fissare per giovedì 29 giugno 2000, alle ore 13, il termine per la presentazione di eventuali emendamenti.
Conviene la Commissione.
La seduta termina alle ore 21.