DIFESA (4ª)
MERCOLEDÌ 27 SETTEMBRE 2000
246ª Seduta
Presidenza del Vice Presidente
AGOSTINI
Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Minniti.
La seduta inizia alle ore 15,05.
IN SEDE CONSULTIVA
Schema di decreto ministeriale concernente la ripartizione del capitolo 1286 dello stato di previsione del Ministero dell’interno per la concessione di contributi statali in favore delle associazioni combattentistiche (n. 735)
(Osservazioni alla 1ª Commissione. Esame. Osservazioni favorevoli)
Riferisce il relatore VIVIANI sullo schema di decreto ministeriale, emanato ai sensi della legge 11 giugno 1998, n.205, concernente la ripartizione della somma di 731 milioni di lire, relativa al capitolo 1286 (ex 1204), tra l’Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisti, l’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti e l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra.
Ricorda che in forza dell’articolo 2 della legge 11 giugno 1998, n. 205 il Ministro dell’interno provvede al sostegno delle attività di promozione sociale e di tutela degli associati svolte dalle associazioni combattentistiche sottoposte alla propria vigilanza, per gli esercizi finanziari 1998, 1999 e 2000 mediante ripartizione con proprio decreto di contributi per un importo complessivo di lire 1.462.000.000 per il 1998 e di lire 731.000.000 annui per gli anni 1999 e 2000. In applicazione della citata legge n.93 del 1994 il contributo annuo di lire 731.000.000 dovrà essere così ripartito: A.N.E.D. 76 milioni, A.N.P.I.A. 85 milioni e A.N.V.C.G. 570 milioni.
Da ultimo mostra stupore per l’assegnazione in via prioritaria del provvedimento in titolo ad altra Commissione e non alla Commissione difesa.
Si apre la discussione generale.
Il senatore MANCA interviene in senso adesivo; lamentando incidentalmente il ritardo con il quale vengono concretamente elargite le somme stanziate dal Governo, dopo il conforme parere delle Commissioni parlamentari.
Il senatore PALOMBO chiede di conoscere il numero degli iscritti alle tre associazioni. Preannuncia comunque il voto favorevole della sua parte politica.
Il relatore VIVIANI, in ordine a tale richiesta, ritiene che non sia possibile, nel corso della seduta, acquisire elementi numerici precisi.
Il senatore PELLICINI, premettendo di concordare con quanto dichiarato, e annunciando quindi il suo voto favorevole, ricorda che bisogna tenere in grande considerazione anche le aspettative dei combattenti su entrambi i fronti della Guerra Civile di Spagna; aspettative, che si potrebbero concretizzare peraltro in un mero riconoscimento formale. Rammenta gli affidamenti che, a più riprese nel corso degli anni, erano stati forniti in Commissione difesa e chiede quindi l’approvazione dei disegni di legge pendenti, che intendono riconoscere una semplice onorificenza (quindi non onerosa per lo Stato) anche in favore di chi ha combattuto nelle fila della Repubblica Sociale Italiana.
Il senatore TABLADINI condivide pienamente quanto affermato dal collega Pellicini che auspica il superamento di barriere psicologiche del passato, e ciò in nome della comune condizione di combattenti.
Il PRESIDENTE reputa non infondate le questioni poste dal senatore Pellicini e ne auspica una definizione in tempi brevi.
Dichiarata chiusa la discussione generale, il PRESIDENTE pone ai voti, previo accertamento del numero legale, la proposta di parere favorevole, che è approvata.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il senatore MANFREDI interviene quale presentatore del disegno di legge n. 4616, concernente «Nuove norme in materia di servizio militare e servizio civile», e chiede di sapere le ragioni della mancata iscrizione all’ordine del giorno dei lavori, di quel disegno di legge pur strettamente connesso agli altri, vertenti (in larga parte) sul medesimo argomento.
Il PRESIDENTE fa presente che il disegno di legge n. 4616 è stato assegnato alle Commissioni riunite affari costituzionali e difesa, proprio per la eterogeneità dei contenuti. Ciò lo induce a non modificare i contenuti dell’ordine del giorno, quale distribuito.
IN SEDE REFERENTE
(4672)
Norme per l’istituzione del servizio militare professionale,
approvato dalla Camera dei deputati
(48)
BERTONI ed altri. – Riduzione a dieci mesi del servizio militare di leva
(1465)
UCCHIELLI ed altri. – Norme sul servizio di leva e sulla sua durata
(2336)
MANCA ed altri. – Riordino delle Forze armate della Repubblica su base professionale e volontaria
(2972)
MANFREDI. – Destinazione dei militari di leva a prestare il servizio militare nel Corpo forestale dello Stato
(3790)
FLORINO ed altri. – Disposizioni in materia di termini e di utilizzo, durante il servizio di leva, dei soggetti residenti in Campania o in altre regioni
(3816)
RUSSO SPENA ed altri. – Norme sulla riforma della leva obbligatoria, sull’istituzione del Ministero della protezione civile e del Dipartimento della difesa popolare non violenta
(3818)
MAZZUCA POGGIOLINI. – Modifiche alla legge 31 maggio 1975, n. 191, recante nuove norme per il servizio di leva
(4199)
Athos DE LUCA. – Norme a tutela dei cittadini durante lo svolgimento degli obblighi di leva e istituzione del difensore civico nazionale militare
(4274)
MANZI ed altri. – Misure urgenti per la riforma e la riqualificazione del servizio militare di leva obbligatorio
(4653)
BATTAFARANO. – Disposizioni in materia di servizio sostitutivo di leva
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)
Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta del 26 luglio 2000.
Il sottosegretario di Stato per la difesa MINNITI invita la Commissione a tenere conto dell’avvenuta calendarizzazione in Assemblea dei disegni di legge in titolo, disposta ieri dalla Conferenza dei Capigruppo per i giorni 17, 18 e 19 ottobre.
Prosegue la discussione generale.
Il senatore SEMENZATO integra le parole del sottosegretario precisando che anche i disegni di legge sul Servizio civile, pendenti presso la commissione affari costituzionali, sono stati calendarizzati.
Rievocata preliminarmente l’insieme degli importanti provvedimenti approvati nel corso della legislatura aventi ad oggetto il Sistema-Difesa e lamentando lo scarso tempo residuo a disposizione per l’approvazione dei due provvedimenti citati, quello sul Servizio civile e quello sul Servizio volontario, segnala l’opportunità di un esame sollecito del primo e propone di rinviare il secondo, almeno finchè la Commissione affari costituzionali non avrà licenziato il Servizio civile. Manifesta infatti forte perplessità per le cifre fornite dal Governo in ordine all’entità globale dei militari che saranno in servizio e parimenti per le cifre relative agli stanziamenti a copertura del provvedimento. Entrando nel merito ritiene più congruo ipotizzare un numero ridotto di militari e intervenire con disponibilità finanziarie più sensibili e intervenire più attente ai costi del mercato del lavoro.
Da ultimo, con riferimento all’articolo 1 del testo-base, reputa preferibile la formulazione originaria proposta dal Governo e non quella scelta della Camera dei deputati. Rileva che la professionalizzazione delle Forze armate è solo una parte, molto importante sicuramente, del processo di ristrutturazione di tutto il settore della difesa, iniziato in questa legislatura, processo che ha l’obiettivo di rendere lo strumento militare più efficace ed efficiente. Ritiene che alcune delle scelte fatte siano condivisibili, altre criticabili e a suo tempo anche criticate. La sua parte politica non si opporrà quindi all’abolizione della coscrizione obbligatoria, ma intende ancora lavorare per incidere sulle scelte possibili, e valuta che l’esperienza maturata in questi anni dal servizio civile non debba essere dispersa (da non dimenticare che negli ultimi anni più di un terzo dei giovani chiamati alle armi ha scelto di svolgere il Servizio civile).
Ritiene che la riforma della leva possa compiersi senza spese ulteriori, semplicemente riducendo in maniera consistente l’attuale «formato» della Difesa, decisamente sovradimensionato: ravvisa la necessità di una riduzione ulteriore degli organici delle Forze armate, che si dovrà tradurre necessariamente anche in un ridimensionamento di tutto l’apparato, anche allo scopo di non aggravare ulteriormente il bilancio dello Stato: gli attuali 40.000 miliardi di spese militari sono più che adeguati e già perfettamente in linea con le medie europee. Ritiene invece necessario investire nella formazione dei militari, e arrivare ad un cambiamento qualitativo delle Forze armate, soprattutto a livello di istruzione, formazione e addestramento, in particolare in relazione alle esigenze delle missioni internazionali; questo non potrà fare altro che giovare alle Forze armate stesse, in termini di risultati, ma anche di «appetibilità» da un punto di vista lavorativo.
I Verdi sono favorevoli all’abolizione della leva, perché negli Stati a capitalismo avanzato esistono solo eserciti professionali, in cui a volte viene mantenuta una minima componente di leva con funzioni del tutto ausiliarie che poco incidono sulla struttura militare. Questo riduce ulteriormente l’interesse dei giovani nei confronti del servizio militare. Anche l’indubbia crescita dell’obiezione di coscienza lo dimostra: da scelta di antimilitarismo è diventata una scelta di utilità sociale. Non crede che la leva di massa abbia mai contribuito all’evoluzione e alla democratizzazione di una società; semmai, la vita militare è servita piuttosto a inculcare obbedienza cieca, rispetto delle gerarchie e disciplina funzionale ai poteri forti. Non crede neanche alle derive antidemocratiche delle Forze armate professionali.
Dichiara di temere piuttosto l’uso che le democrazie occidentali possono fare dello strumento militare e la progressiva militarizzazione della sicurezza internazionale in atto; ritiene che vada piuttosto elaborato un modello di ingerenza umanitaria che privilegi la prevenzione delle crisi e dei conflitti armati, valorizzando le istanze e le capacità della società civile e che solo a partire da questa prospettiva vada valutato l’uso eventuale di strumenti militari, che non possono essere la sola ed unica risposta.
Esprime quindi il desiderio che si dia una più chiara definizione dei compiti delle Forze armate, specialmente per quello che riguarda le missioni internazionali: si pone anche un problema di controllo parlamentare sulle scelte del Governo.
Auspica quindi di non essere chiamati esclusivamente a ratificare le decisioni prese in sede Nato. Difatti, l’incapacità delle Nazioni Unite di prevenire o trovare soluzioni alle situazioni di crisi e di conflitto nel mondo non può essere considerata un argomento in favore del rilancio di organizzazioni militari come la Nato e l’Ueo. La riforma dell’Onu deve essere invece portata avanti con decisione, con il proposito di rendere quest’organizzazione più reattiva alle sfide del mondo di oggi.
Ritiene infine che sia soprattutto urgente rompere il circolo vizioso delle emergenze, ripensando le strategie di cooperazione e di sviluppo di medio e lungo periodo: le crisi umanitarie non sono altro che lo sblocco esplosivo di situazioni di squilibrio che diventano intollerabili per un determinato paese o per una società. Alla radice ci sono soprattutto l’indigenza, l’ignoranza, la diffusione di malattie a livello endemico, la distruzione delle risorse naturali e degli ecosistemi. Sono ancora queste le cause di fondo delle crisi del mondo contemporaneo.
Il senatore MANCA ricorda che il 10 aprile 1997 è stato trasmesso alla Presidenza del Senato il disegno di legge n. 2336. Esso verte sullo stesso tema del disegno di legge n. 4672, che gode dell’alto «
imprimatur
» governativo, una sorta di genitura gentilizia che, purtroppo, può essere propria solo di chi detiene l’Esecutivo.
Dichiara di aver voluto iniziare il suo intervento con una data, non per una pura e semplice rivendicazione di primogenitura, ma solo per mettere in evidenza quanto sia dannoso ed amaro constatare che ci si può trovare, per questioni di rivalità politica, se non di becera e gratuita demagogia, dinanzi ad una forte ed amara contraddizione, come è quella facilmente riscontrabile nell’episodio legislativo citato.
È noto che, in fatto di problematiche attinenti alle Forze armate, le uniche testimonianze avulse da interessi di parte e da convenienze partitiche hanno visto quasi sempre come protagonisti i parlamentari del Polo per le libertà, i quali non solo si sono serviti sempre dei mezzi propri dell’opposizione responsabile, ma sono stati spesso primi titolari di iniziative di riforma e di interventi giustificati dai tempi e dalle circostanze e legittimati da una specifica ed acuta sensibilità politica.
Con riferimento poi al disegno di legge n. 4672 e alla relazione del senatore Loreto, si complimenta non solo per come egli ha presentato il provvedimento, ma anche per l’obiettività con cui ha esposto caratteri e peculiarità degli altri disegni di legge, precisando, per ciascuno di essi, quanto era e quanto non era attinente alla riforma delle Forze armate.
Pone quindi dei precisi quesiti al relatore. Desidera sapere come si è giunti al numero totale di 190.000 unità complessive per le tre Forze armate. Precisa, a tal proposito, che il disegno di legge di Forza Italia parla di 200.000 unità, numero che non è frutto di un atto di fede, ma di calcoli e di riferimenti ad altri Paesi; desidera sapere come è stata affrontata la questione della risposta dei giovani al reclutamento volontario, soprattutto di quelli interessati al VFB e al VSP; desidera sapere se si è cercato di ovviare agli aspetti negativi dei casi in cui un volontario sia costretto a ricominciare tutto
ex novo
dopo 5-7
o 9 anni di servizio, pur non avendo demeritato; desidera altresì sapere come si è affrontato il problema del nuovo profilo professionale degli ufficiali e soprattutto dei sottufficiali che avranno da gestire, con il volontariato, personale diverso da quello della coscrizione obbligatoria. Chiede altresì chiarimenti sull’articolo 3, comma 1 lettera a). Inoltre desidera sapere come si intende modificare la tempistica del provvedimento (inizio, termine del primo periodo, ecc.) per tener conto dei ritardi con cui sarà approvata la legge. Da ultimo, come si ritiene possa essere mantenuto il legame delle Forze armate con la società civile.
Formula poi osservazioni di carattere metodologico che attengono al modo con cui il relatore ha inteso impostare la relazione. Rileva per primo che, a proposito dei meriti storici del servizio di leva obbligatoria cui ha fatto cenno il senatore Loreto, va aggiunto anche quello di aver dato la possibilità, soprattutto a chi aveva pregiudizi e preconcetti sui militari e sul sistema militare, di scoprire un mondo che non era poi così perverso come era descritto da ambienti sostenuti, per anni, da alcuni settori della Sinistra. Spesso si sono verificati casi di giovani che lasciavano il servizio a malincuore, non solo per i risvolti umani, ma anche per quelli professionali e lavorativi.
A proposito della posizione della Sinistra attuale, che è favorevole al servizio militare volontario, sottolinea che tale posizione è recentissima e che, fino a pochi mesi or sono, egli si trovava a confrontarsi con esponenti politici della Sinistra non solo del tutto contrari al servizio volontario, ma che ironizzavano sul suo disegno di legge nato nel lontano 1996 e ufficializzato nel 1997.
Ribadisce che la struttura ed il comportamento operativo dello strumento militare non vanno valutati in termini di accondiscendenza agli umori dei cittadini, ma in termini di credibilità internazionale e di estrinsecazione della volontà parlamentare del Paese ai fini della tutela degli interessi nazionali anche al di fuori dei confini naturali. In definitiva, si tratta di dar vita ad una politica di difesa e quindi a Forze armate come derivazione diretta della politica estera cui occorre dare soprattutto ora che non c’è più la presenza consolidata dei due blocchi, certezza ed univocità.
Nel disegno di legge-base non ravvisa alcuna forma di raccordo con la società civile, che è invece presente nel disegno di legge n. 2336, il quale prevede la chiamata annuale dei cittadini abili al servizio militare per lo svolgimento di un tirocinio addestrativo obbligatorio della durata di 10 giorni lavorativi fino al compimento del 26º anno di età, prevedendo, specificamente, un’informazione generale su tematiche attinenti a problemi della difesa del Paese ed un addestramento militare individuale.
Conclude ribadendo che la riforma in argomento è improcrastinabile, necessaria ed utile. Aggiunge l’inderogabile necessità di far affidamento sia su istruttori validi e motivati, sia su strutture logistiche non fatiscenti, come è capitato, in molti casi, finora.
E se è vero tutto ciò per quanto riguarda la formazione del volontario, non meno cura si dovrà mettere nelle misure indispensabili per presentare alla società civile il prototipo del militare professionista come persona motivata, orgogliosa del suo ruolo, cosciente della delicatezza della sua funzione, accettata ed amata da coloro che non vestono l’uniforme, ma che vedono e devono vedere nel militare professionale una figura che appartiene alla società intimamente legata alla dignità nazionale ed internazionale del Paese e quindi connessa con la pace, la giustizia e la libertà, dentro e fuori dei confini nazionali.
Il PRESIDENTE si rallegra con il senatore Manca per l’appassionato intervento e rinvia alla prossima seduta, convocata per martedì 3 ottobre, la conclusione della discussione generale.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato alla prossima seduta.
La seduta termina alle ore 16,30.