DIFESA (4a)

MERCOLEDI' 14 GIUGNO 2000

229a Seduta

Presidenza del presidente
DI BENEDETTO



Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Minniti.

La seduta inizia alle ore 15,05.

SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI

Il PRESIDENTE rende noto che è pervenuta una richiesta per garantire la pubblicità dei lavori mediante circuito chiuso. Precisa però che non è possibile disporla, giacché la sede in cui la Commissione si accinge ad operare non è contemplata dalla disposizione del Regolamento (articolo 33) che alla pubblicità dei lavori si riferisce.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo concernente disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo 28 novembre 1997, n. 464, recante riforma strutturale delle Forze armate (n. 688)
(Parere al Ministro della difesa, ai sensi dell'articolo 9 della legge 31 marzo 2000, n. 78. Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende la discussione generale, sospesa al termine della seduta di ieri.

Il senatore LORETO evidenzia il contributo proficuo offerto negli ultimi anni dal Parlamento per migliorare la qualità operativa delle Forze armate. Ribadisce che l'elevato livello delle missioni italiane di pace all'estero scaturisce dalla sinergia positiva fra l'azione del Governo e del Parlamento, nonchè, ovviamente, dal grande impegno delle stesse strutture militari. L'ammodernamento delle Forze armate è stato reso possibile in gran parte anche per effetto dell'incremento dei fondi messi a disposizione dai documenti di bilancio annualmente votati dalle due Camere.

Il senatore PALOMBO chiede di sapere se le parole del senatore Loreto siano afferenti alla discussione generale sul provvedimento in titolo.

Il PRESIDENTE reputa pienamente legittimo l'intervento del collega Loreto e lo invita pertanto a proseguire nel suo dire, come pure invita tutti i senatori a non interromperlo.

Il senatore LORETO, rievocati i vari passaggi legislativi che nel corso degli anni hanno portato alla delega de qua, invita i colleghi ad aver fiducia nelle strutture ministeriali che, sulla base dei princìpi e criteri direttivi fissati dal potere legislativo, hanno collaborato con il ministro nella redazione dello schema di decreto legislativo, oggi all'esame.

Il relatore GIORGIANNI dichiara di condividere pienamente quanto affermato ieri dal collega Nieddu, e ricorda un particolare principio direttivo fissato dal legislatore sin dal 1995, quello relativo all'impatto sociale che, nei singoli territori interessati, non deve essere troppo dirompente in danno delle popolazioni coinvolte. Ciò premesso, si dichiara disponibile a prospettare una ipotesi di parere favorevole, ma solo subordinatamente all'accoglimento di precise e rigorose condizioni. Ribadisce che la legge delega del 1985 si è preoccupata che la riforma non determinasse pericolose ricadute sociali negative. Sottolinea che le realtà della Maddalena e di Messina richiedono una valutazione approfondita delle programmate soppressioni e dei cadenzati declassamenti. Ricorda che la svolta socio-economica di Messina ha negli ultimi anni determinato uno smantellamento progressivo e/o un ridimensionamento della presenza militare (e delle forze di polizia). Fa presente che oggi si registra una disoccupazione media del 30% con picchi del 50% nella provincia di Messina. Con riguardo alla ristrutturazione delle Forze armate il decreto del ministro del 30 gennaio 1998, nel ristrutturare l'area tecnico-industriale, ha collocato l'arsenale militare di Messina (con i suoi cinquecento dipendenti) nella tabella C. La consapevolezza del triste destino di chiusura ha successivamente spinto il ministro a prorogare con suo decreto il termine del 30 giugno 2000 (di cui all'articolo 1, comma 1 del decreto interministeriale 9 febbraio 2000) al 31 dicembre 2000. Alla luce di tale ultimo provvedimento appare contraddittoria la previsione del decreto legislativo n. 1502 di sopprimere o declassare da subito enti dell'area tecnico-operativa di Messina, nonostante le già citate assicurazioni governative. Sarebbe stato più opportuno, data la evidente complementarietà dell'area tecnico- industriale e di quella tecnica-operativa, rinviare al dicembre 2004 anche la valutazione sulle soppressione e sui declassamenti prima citati. Ciò consentirebbe in un unico contesto temporale di valutare globalmente, nell'ottica di un polo siciliano Messina/Augusta, una ristrutturazione delle Forze armate a Messina, evitando una pesante ricaduta sociale negativa, con un disastro occupazionale paragonabile ad una ipotetica chiusura degli stabilimenti Fiat nelle zone in cui la stessa è insediata. Ciò va evitato, spostando più avanti nel tempo le valutazioni di cui al decreto legislativo n. 1502, procedendo senza tentennamenti alla ristrutturazione di Marimessina, avviando una concertazione con le rappresentanze sindacali locali e con gli enti pubblici territoriali per una rivitalizzazione concreta di quelle realtà prima indicate, individuando modelli e percorsi che garantiscano il lavoro e quindi l'occupazione, agevolando anche lo sviluppo industriale. Ripresi i concetti espressi dal Ministro della difesa e dal Capo di Stato maggiore della Difesa nelle sedute del 6 e 7 giugno, rammenta da ultimo che l'intero progetto del Governo si ispira a criteri di precisa organicità che il Parlamento ha costantemente seguito e sostenuto. In conclusione, citando nel dettaglio le cifre fornite dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, invita i commissari a valutarle con la dovuta serenità e senza aprioristici giudizi negativi e conferma l'alto grado di attenzione verso le esigenze rappresentate dalle organizzazioni del personale.

Il senatore GUBERT invita a tener conto in grande misura delle esigenze prospettate dai colleghi, anche se i profili di produttività non possono essere ignorati. Reputa del pari importante, per la dignità del Parlamento, rimettere le scelte di dettaglio alle autorità amministrative e lasciare alle Commissioni (e alle Assemblee) la determinazione delle opzioni di fondo nella politica della Difesa. Nel preannunciare, pur ciò premesso, il suo voto favorevole al provvedimento in titolo, fa presente in conclusione che ben poco è stato fatto per mettere le Forze armate in condizione di espletare con dignità i loro compiti.

Il PRESIDENTE ricorda l'apprezzamento del Capo dello Stato per le Forze armate, espresso con lettera di cui dette lettura nella seduta del 31 maggio e che era stata redatta dopo la visita del Presidente Ciampi al Quartier Generale della Nato a Bruxelles, dove ebbe modo di constatare il prestigio che circonda le Forze armate italiane.

Il senatore FIRRARELLO, registrata l'ineluttabilità della ristrutturazione delle Forze armate, reputa inevitabile che ciò possa comportare "tagli" dolorosi. Tuttavia, invita a tener conto, anche in un'ottica di più ampio respiro, di prospettive più rilevanti circa il destino presente e futuro delle strutture militari. Mostra perplessità su alcuni aspetti delle scelte del Governo, ma preannuncia comunque il voto favorevole della sua parte politica.

Il senatore GERMANA' condivide l'appello ad avere fiducia nelle strutture tecniche degli Stati Maggiori e tuttavia auspica una sana sinergia fra il momento politico e quello amministrativo. Ricorda che i Governi succedutisi negli ultimi anni hanno trascurato le esigenze delle realtà locali e sottolinea con particolare enfasi le drammatiche condizioni nelle quali si dibatte la città di Messina e la sua popolazione, che conosce un livello di disoccupazione elevatissimo. Chiede che si tenga conto della situazione esplosiva nella quale si dibatte la città, e ritiene che la soppressione del Comando marittimo autonomo di Messina (ed il conseguente smantellamento dell'area operativa della base navale che occupa 420 dipendenti civili e che è dotata di attrezzature e strutture tecnologicamente avanzate, con maestranze e tecnici di alto livello di specializzazione e professionalità) comporterà la perdita di quasi 1000 posti di lavoro. Fa presente che Messina è una città con un tasso di disoccupazione del 30,7%. Rammenta altresì come a seguito di petizione popolare che ha raccolto 52.000 firme, nel febbraio 1999 fosse stato promesso dall'allora sottosegretario alla Difesa Abbate che l'arsenale militare sarebbe stato mantenuto. Ricorda che si ipotizzava l'allocazione della Guardia costiera per l'Italia meridionale con sei/otto pattugliatori, dando così continuità operativa alla base navale e lavoro di manutenzione alle maestranze dell'arsenale. Ma i recenti Governi solo a parole difendono i lavoratori. A Messina il distretto militare è stato smantellato; l'ospedale militare inutilizzato se non per visite di routine. I dragamine sono stati dirottati a La Spezia, nonostante geograficamente il punto strategico sia certamente la Sicilia e la zona calda sia il mare Adriatico. La normativa di riferimento per il provvedimento in titolo è la legge 28 dicembre 1995, n. 549: per i messinesi il 28 dicembre è un giorno sfortunato in quanto nel 1908 un terremoto distrusse la città, e dopo 87 anni è stato regalato un altro terremoto, ma disoccupazionale.

Il senatore TABLADINI dichiara di comprendere i disagi, pressoché inevitabili, che colpiranno alcune zone del Paese in forza del provvedimento di ristrutturazione. Afferma comunque che operare nella direzione di una, si spera sana, ristrutturazione delle Forze armate non avrebbe potuto essere realizzato senza un intervento in parte doloroso. Preso poi spunto dagli attestati di stima da tutti manifestati verso i vertici militari, invita i colleghi a tener conto delle indicazioni da loro provenienti.

Il senatore PELLICINI, rievocato un quesito da lui posto al Capo di Stato Maggiore della Difesa sul destino futuro degli Alpini, dà notizia di un voto di oggi della Camera dei deputati, che sostiene il mantenimento in vita delle varie specialità degli Alpini, i quali rappresentano un momento importante della storia italiana. Preso poi spunto dalle parole del collega Loreto dichiara di dissentire dall'impostazione della maggioranza, che ha favorito un progressivo smantellamento degli organici delle Forze armate (anche tramite la configurazione data alla legge sull'obiezione di coscienza) e non ha certo rafforzato lo strumento militare italiano. E in tale contesto vanno inseriti i danni che si stanno producendo alla Maddalena ed a Messina.

Il senatore RAGNO, rievocata la vetustà del dibattito sul destino occupazionale di Messina - dibattito che risale ad oltre cinque anni fa - e le promesse espresse dei responsabili dei Governi degli ultimi anni, afferma la esigenza di dar corso agli impegni sinora assunti nell'interesse della città di Messina.

Il senatore BOSI auspica un'omogenea dislocazione nell'intero territorio nazionale delle strutture militari. Si mostra disponibile ad accogliere l'impostazione del relatore sul provvedimento in titolo e, al contempo, si dichiara sensibile verso le esigenze espresse dai colleghi sui problemi della città di Messina.

Chiusa la discussione generale, replica il sottosegretario MINNITI per dichiararsi soddisfatto della giusta impostazione data nel valutare lo schema di decreto che, pur nel pieno rispetto dell'atto di delegazione, si inserisce armoniosamente nell'azione internazionale della Difesa italiana, che opera in piena sintonia con gli altri Stati europei. Ricorda, del pari, che sono imminenti le decisioni sulla istituzione di un Corpo di reazione rapida a livello europeo. A ciò si aggiunge l'odierno voto della Camera dei deputati che ha approvato in prima lettura il passaggio del reclutamento delle Forze armate da un modello misto, come quello attuale, al modello su base volontaria, che meglio permette all'Italia di svolgere le azioni di peace-keeping, così importanti nello scacchiere internazionale.
Conclude manifestando preoccupazione per un'eventuale, e non auspicabile, alterazione dell'asse portante del provvedimento in titolo. Infatti, se esso venisse modificato, ci si esporrebbe a livello internazionale al sospetto di incertezze nella costruzione del Nuovo Modello di Difesa.

Il relatore GIORGIANNI presenta la seguente bozza di parere, riservandosi di illustrarla nella seduta di domani, già convocata per le ore 15.

“La 4a Commissione permanente (Difesa) del Senato, esaminato in sede consultiva su atti del Governo il testo in titolo,
valutato che il decreto legislativo deve rispettare i principi della legge-delega del 1995, che ha espressamente fissato come criterio "le iniziative volte ad evitare negative ricadute sociali" (art. 1, comma 1, lettera e)
rilevato che esso, con le modifiche proposte dal presente parere, appare conforme ai principi e criteri direttivi contenuti nell'atto delegante,
sottolineata l'esigenza di favorire il processo di ristrutturazione delle Forze armate, ferma restando l'esigenza di evitare la modifica e/o la soppressione di reparti la cui storia nella II guerra mondiale ha illustrato l'Italia e di enti allocati in zone a struttura economico-sociale debole,
esprime parere favorevole subordinandolo alla presentazione annuale al Parlamento di una relazione periodica sullo stato di avanzamento della ristrutturazione.
Gli interventi governativi non debbono omettere di considerare le realtà sociali sottostanti, che si troverebbero a soffrire in maniera eccessiva e controproducente per "tagli" particolarmente dolorosi, e ciò in sintonia con la citata legge delega del 1995.
Il parere favorevole è quindi subordinato all'accoglimento delle seguenti condizioni:
1) per Messina, ritenuta la complementarietà fra l'area tecnico-industriale e quella tecnico-operativa, si sottolinea la necessità di evitare la soppressione degli enti e comandi indicati nelle tabelle C e D e la necessità di una valutazione globale nella logica della creazione di un polo siciliano Messina-Augusta. Conseguentemente su Messina va rinviata al dicembre 2004 la valutazione delle programmate soppressioni e declassamenti; in special modo si esprime la contrarietà alla soppressione dei seguenti enti/comandi:
- Comando Militare Marittimo autonomo;
- Base navale di appoggio operativo.
- Sezione di commissariato e relativi magazzini.
- Direzione di Sanità.
- Centro telecomunicazioni secondario.
- Direzione del Genio Militare per la Marina.
- Nonché alla soppressione dei relativi enti di supporto;
- Battaglione logistico Aosta.
2) Sulla scorta delle stesse considerazioni, in riferimento alla Maddalena, è parimenti necessario posticipare al dicembre 2004, nella logica della creazione di un polo sardo, la valutazione del trasferimento nella sede di Cagliari dell'alto Comando di Marisardegna ed il declassamento, nonché la soppressione degli enti di supporto relativi; in special modo si esprime contrarietà alla soppressione dei seguenti enti/comandi:
- comando militare Marittimo Marisardegna;
- base navale di appoggio operativo;
- centro telecomunicazioni secondario;
- direzione di sanità militare;
- nucleo logistico e relativi magazzini.
3) che non sia soppresso il 33° reggimento di artiglieria "Acqui", e che si consenta la sua collocazione all'Aquila.
4) Inoltre, la Commissione segnala l'opportunità di fissare in capo al Ministero della difesa, al fine di consentire l'acquisizione e l'accrescimento delle occorrenti professionalità dei medici militari, anche in ragione del loro impiego a sostegno della partecipazione italiana a missioni internazionali di mantenimento della pace, la potestà di stabilire le categorie di beneficiari non appartenenti all'amministrazione della Difesa che possono essere assistiti presso le strutture sanitarie militari, nei limiti delle disponibilità delle stesse, e la tipologia delle prestazioni erogabili. I rapporti (anche finanziari) scaturenti potranno essere definiti attraverso accordi contrattuali con le regioni interessate sulla base di convenzioni-quadro approvate con decreto del ministro della Sanità, sentita la conferenza Stato-Regioni. Infine, le prestazioni erogate dalle strutture sanitarie militari anche in favore di soggetti diversi da quelli indicati dal decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1976, n. 1076, non dovranno dare luogo a recuperi o rimborsi."

Il seguito dell'esame è infine rinviato.

La seduta termina alle ore 17.