GIUSTIZIA (2a)
MERCOLEDÌ 17 GIUGNO 1998

302a Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
ZECCHINO

Interviene il sottosegretario di Stato per la grazia e la giustizia Ayala.

La seduta inizia alle ore 8,45.

IN SEDE REFERENTE
(1293) DANIELI. - Modifiche alla legge 24 marzo 1958, n. 195, recante norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura
(3025) MILIO ed altri. - Modifiche alla legge 24 marzo 1958, n.195, e successive modificazioni, recante norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura
(3089) ZECCHINO ed altri. - Modifiche da apportare al Capo terzo della legge 24 marzo 1958, n. 195, recante nuove modalità di elezione dei magistrati al Consiglio superiore della magistratura
(3138) PERA ed altri. - Elezione dei componenti magistrati al Consiglio superiore della magistratura
(3154) FASSONE ed altri. - Modifiche della normativa sul sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta dell'8 aprile 1998.

Il relatore CORTELLONI riferisce sui lavori del comitato ristretto, alla cui costituzione si era convenuto di procedere nell'ultima seduta, sottolineando come sia risultato impossibile pervenire alla individuazione di un testo base per il prosieguo dell'esame così come alla redazione di un'eventuale testo unificato. Ciò è avvenuto nonostante, a suo avviso, da tutti disegni di legge presentati trasparisse la volontà di porre rimedio ai problemi derivanti dal fenomeno della ripartizione in correnti del Consiglio superiore della magistratura. Più in particolare, sia in sede informale sia in sede di comitato ristretto, era emersa la possibilità di assumere come testo base il disegno di legge n. 3138, presentato dai senatori Pera ed altri, dopo che da parte dei presentatori dello stesso si era manifestata la disponibilità a rinunciare al principio della separazione dell'elettorato attivo fra magistrati che esercitano le funzioni giudicanti e magistrati che esercitano le funzioni requirenti. Anche su tale specifica ipotesi, però, da ultimo non è stato possibile registrare una convergenza sufficientemente ampia e quindi, visto l'imminente svolgimento delle elezioni per il rinnovo del Consiglio superiore, la praticabilità di un intervento legislativo che possa modificare la legislazione elettorale prima di tale rinnovo deve di fatto escludersi.

Il senatore VALENTINO manifesta il profondo disagio del Gruppo Alleanza Nazionale per il fatto che non si sia riusciti in tempi brevi a portare a termine un intervento legislativo concernente una problematica estremamente significativa ed importante. Si augura pertanto che, quanto prima, il Parlamento e la Commissione giustizia, in particolare, si attivino ed affrontino nuovamente questo argomento.

Il senatore RUSSO condivide i rilievi svolti dal senatore Valentino e rileva che, se non è stato possibile modificare la vigente normativa per l'elezione del Consiglio superiore della magistratura prima del suo prossimo rinnovo, indubbiamente il problema di tale modifica rimane e, in prospettiva, è auspicabile che venga nuovamente presa in considerazione l'esigenza di un intervento di riforma.

Interviene poi brevemente il presidente ZECCHINO il quale osserva che, qualora vi fosse una generale convergenza fra le forze politiche, sarebbe possibile orientarsi per una proroga dell'attuale Consiglio superiore della magistratura, proroga da attuarsi con un intervento legislativo come già avvenuto nel 1985, in modo da avere a disposizione i tempi per realizzare subito una riforma della relativa legge elettorale.

Il senatore MILIO rileva come il problema della riforma della legge elettorale per il Consiglio superiore della magistratura rivesta una fondamentale importanza e come quindi appaia di estrema gravità l'incapacità del Parlamento di affrontarlo e risolverlo. In questo momento è peraltro evidente che la Commissione ha di fronte a sè un'unica strada che è quella di proseguire nell'esame dei disegni di legge in titolo; in caso contrario, dovrà essere chiaro quali forze politiche non vogliono la riforma di una legge elettorale funzionale ad un determinato assetto di potere che è servito a organizzare una rivoluzione strisciante.

Il senatore PERA osserva che le dichiarazioni del senatore RUSSO, che si è limitato a prendere atto dell'impossibilità di portare avanti l'esame dei disegni di legge in materia di riforma del sistema elettorale per il CSM, come se tale impossibilità fosse un dato imposto dall'esterno, non riflettono quanto realmente accaduto. Tutti i disegni di legge presentati erano ispirati dalla consapevolezza del carattere negativo dei fenomeni di politicizzazione che contraddistinguono l'assetto della magistratura e, in particolare, quello del Consiglio superiore. Sulla base dei testi presentati è stata tentata una mediazione nell'ambito della quale sono state fatte dalla maggioranza determinate richieste all'opposizione, richieste che quest'ultima ha accolto. Nonostante ciò, senza alcuna motivata spiegazione, la maggioranza e specificamente il Partito Democratico della Sinistra ha modificato la propria posizione iniziale ritenendo impossibile proseguire nella mediazione che fino a quel momento era stata portata avanti. In altri termini, è prevalsa la volontà di lasciare inalterato l'attuale stato delle cose ed è per questo motivo che si è venuto sostanzialmente a bloccare l'esame dei disegni di legge in titolo e non per le difficoltà tecniche relative alla individuazione di un testo base che, in realtà, erano state superate.

Segue una breve interruzione del senatore BERTONI il quale definisce come falsificazioni ed insinuazioni le affermazioni del senatore Pera.

Il senatore PERA conclude quindi il proprio intervento, ribadendo come il Gruppo democratici di sinistra - L'Ulivo abbia, in concreto, dimostrato la propria volontà di non far seguire i fatti alle parole e alle dichiarazioni di intenti sul tema in questione.

Il senatore FASSONE evidenzia che è soprattutto la maggioranza ad avere ragioni per lamentarsi del modo in cui si è svolto l'esame dei disegni di legge in titolo, in quanto proprio il disegno di legge n. 3154 - che più degli altri poteva essere considerato espressione delle forze di maggioranza - non è stato, di fatto, mai preso in considerazione come eventuale testo base, sia nell'ambito dei contatti informali che si sono svolti, sia in sede di comitato ristretto. Va sottolineato inoltre che l'intervento legislativo sul sistema elettorale per il CSM si inseriva nel processo di riforma costituzionale e se non è stato possibile realizzare una convergenza su questo specifico provvedimento legislativo, ciò è stato determinato dalla circostanza che non si è realizzato un più ampio accordo, atteso il rifiuto dell'opposizione di considerare l'intervento sulla legge elettorale come risolutivo di tutte le altre questioni poste e riguardanti anche lo stesso Consiglio superiore della magistratura.

Prende poi brevemente la parola il senatore PERA il quale sottolinea che se vi fosse un'effettiva convergenza sulla necessità della riforma in tempi brevi della legge elettorale per il CSM, come prospettato anche dallo stesso presidente ZECCHINO, potrebbe prendersi in considerazione la possibilità di una proroga dell'attuale Consiglio superiore in modo da assicurare al Parlamento i margini di tempo necessari per l'attuazione di un intervento legislativo.

Il presidente ZECCHINO rileva che il tema di un'eventuale proroga del CSM potrebbe essere preso in considerazione se venissero presentati appositi disegni di legge in tal senso, mentre, per quello che concerne i provvedimenti in titolo, non può che prendere atto degli interventi svoltisi e della situazione che si è venuta a determinare. Rinvia pertanto il seguito dell'esame congiunto, auspicando che in futuro si possano trovare margini di intesa, che attualmente non sembrano sussistere, necessari per affrontare la problematica della riforma della legge elettorale per il CSM.

(3081) PELLEGRINO. - Modifica dell'articolo 407 del codice di procedura penale concernente i termini di durata massima delle indagini preliminari
(Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 14 maggio 1998.

Il presidente ZECCHINO riepiloga le linee generali del dibattito svoltosi in quella sede. Dopo aver ricordato che nella seduta del 28 maggio scorso si era dato atto del rilevante numero di emendamenti al disegno di legge n. 3081, ripropone all'attenzione della Commissione la possibilità di approfondire la - già prospettata - limitata soluzione consistente nell'introdurre nelle norme di attuazione di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, una apposita disposizione transitoria che prolunghi a tre anni il termine di durata massima delle indagini preliminari nei procedimenti in corso solo per i reati di cui agli articoli 285 e 422 del codice penale. Si garantirebbe in tal modo la messa a disposizione di un maggior arco di tempo per concludere le delicate indagini per i noti e più gravi fatti di terrorismo verificatisi in Italia fra il 1969 e il 1984, senza intaccare l'impostazione generale dell'articolo 407 del codice di procedura penale. Alla luce di tali considerazioni invita pertanto i presentatori a ritirare gli emendamenti da 1.1 a 1.1007 per poter pervenire, anche mediante la riformulazione di qualcuno dei restanti emendamenti, alla predisposizione di un testo sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge rispondente agli orientamenti emersi in precedenza.

Il senatore GRECO si richiama all'andamento del dibattito sulla riforma del sistema d'elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura (Atti Senato nn. 1293, 3025, 3089, 3138 e 3154) appena conclusosi, per stigmatizzare il comportamento della maggioranza che, mentre impedisce di portare a compimento riforme attese ed importanti come quella dell'organo di autogoverno dei magistrati, adotta - subito dopo - un atteggiamento di estrema pressione per l'immediato varo di un altro disegno di legge - n. 3081 - che intende ovviare ad una chiara mancanza di incisività ed efficacia del sistema giudiziario della quale non è certo responsabile il Parlamento. Si tratta di una verità forse scomoda, ma che deve essere posta chiaramente in luce perchè si possa meglio valutare l'inopportunità dell'atteggiamento assunto dal senatore Pardini - nella seduta di ieri - e la mancanza di ogni giustificazione per le dichiarazioni da lui successivamente rese alla stampa al fine di addossare al gruppo di Forza Italia la responsabilità del mancato varo del disegno di legge n. 3081. Il senatore Greco prosegue, sottolineando che la riforma dell'articolo 407 del codice di procedura penale è contenuta in un più ampio disegno di legge (A.S. n. 2680) presentato dalla sua parte politica da più di un anno e fra quelli il cui esame era stato maggiormente sollecitato presso l'Ufficio di presidenza della commissione. Se si vuole quindi aprire un discorso che porti a sfoltire gli emendamenti presentati al disegno di legge n. 3081 per approdare a riformulazioni che si muovano all'interno del percorso indicato dal Presidente, gli appare imprescindibile l'assicurazione che si passi a trattare al più presto del disegno di legge n. 2680.

Il presidente ZECCHINO assicura il senatore Greco che l'Ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi della Commissione dovrà riunirsi al più presto, non appena varata la normativa per la riforma dei collaboratori di giustizia. In tale prossimo Ufficio di presidenza la richiesta avanzata non potrà che essere esaminata con la massima sollecitudine.

Il senatore GRECO ritiene necessario acquisire immediatamente anche l'orientamento della maggioranza rispetto alle prospettazioni del Presidente.

Il senatore BERTONI ribadisce che risulta chiaramente come vi sia la massima disponibilità del gruppo dei Democratici di sinistra a riformulare il testo del disegno di legge n. 3081 nella più limitata prospettiva di una norma transitoria limitata ai reati di cui agli articoli 285 e 422 del codice penale: si tratta, pertanto, delle limitate ipotesi delle vicende di piazza Fontana e di piazza della Loggia.

Il senatore GRECO torna ad intervenire per ribadire l'esigenza che la maggioranza chiarisca se intende assicurare priorità ai disegni di legge presentati dalla sua parte politica, fra i quali rientra anche l'Atto Senato n. 2680.

Il presidente ZECCHINO assicura il senatore Greco che la programmazione dell'attività della Commissione concordata in sede di Ufficio di presidenza risulta da un accordo cui partecipano complessivamente tutti i gruppi presenti in Commissione. D'altra parte, egli ricorda pure al senatore Greco che la prassi negli ultimi tempi invalsa del gruppo di Forza Italia di ricorrere all'articolo 79 del Regolamento, facendo propri i disegni di legge cui si vuole assicurare una corsia preferenziale, rischia di essere controproducente poichè analoghe iniziative vengono adottate da altri Gruppi, con il risultato di creare un affollamento di iniziative proceduralmente prioritarie, che ostacolano reciprocamente il sollecito inizio dell'iter di approvazione.

Il senatore RUSSO dichiara di prendere atto della richiesta del senatore Greco.

La senatrice SALVATO ritiene inaccettabile l'intento, sotteso alle considerazioni svolte dal senatore Greco, di voler condizionare l'andamento dei lavori della Commissione all'accoglimento di richieste pregiudiziali. Non è invece possibile procedere con tali modalità, considerando soprattutto che il disegno di legge n. 3081 si ricollega ad eventi di doloroso rilievo politico, mentre i disegni di legge d'iniziativa del gruppo di Forza Italia ricordati dal senatore Greco non potranno che seguire gli ordinari percorsi di programmazione dei lavori della Commissione.

Il senatore PERA ribadisce che il disegno di legge 3081 è stato inserito proditoriamente all'ordine del giorno della Commissione senza che l'Ufficio di presidenza ne fosse informato e ribadisce che, in ogni caso, ad esso si sarebbe dovuto connettere il disegno di legge n. 2680. D'altra parte non può valere come argomento contrario alla connessione la prospettata possibilità di un completo snaturamento del testo iniziale, effettuato riformulando emendamenti. Aggiunge, a sua volta, che non gli appare accettabile varare un provvedimento ad hoc solo per permettere, in un caso singolo, di prolungare il termine per le indagini preliminari e torna a dichiarare di ritenere necessario procedere alla connessione con il disegno di legge n. 2680, perchè solo in quella sede si potranno valutare eventuali interventi sull'articolo 407 del codice di procedura penale. Conclude tornando a sottolineare come la Commissione ripartisca in modo irrazionale la propria attività, dedicando inutile dispendio di energie all'esame di provvedimenti come l'atto Senato 3081, mentre rinuncia a riforme di tale importanza come quella per le elezioni del Consiglio superiore della magistratura.

Il presidente ZECCHINO ricorda che il disegno di legge n. 3081 è stato inserito all'ordine del giorno della Commissione dopo che, nella seduta del 12 maggio scorso, egli stesso aveva sottoposto alla Commissione la proposta di integrare in tal senso l'ordine del giorno delle successive sedute.

Seguono interventi dei senatori PREIONI e MELONI i quali sollecitano la messa a disposizione dell'elenco dei disegni di legge pendenti presso la Commissione, prima dello svolgimento dell'Ufficio di presidenza.

Il presidente ZECCHINO ricorda che tale elenco è sempre a disposizione presso la segreteria della Commissione.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,35.