(72) Iniziativa della Repubblica francese in vista dell’adozione del regolamento del Consiglio relativo alla libera circolazione dei titolari di un visto per soggiorno di lunga durata (doc. 9667/00 Add 1)
(74) Iniziativa della Repubblica francese in vista dell’adozione della direttiva del Consiglio relativa al riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di espulsione dei cittadini di paesi terzi (doc. 10130/00)
(82) Decisione quadro del Consiglio sulla tutela penale contro comportamenti anticoncorrenziali fraudolenti o sleali in relazione all’aggiudicazione dei appalti pubblici nell’ambito del mercato interno (doc. 9230/33)
(98) (COM (2000) 448 def.) Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che proroga taluni programmi d’azione comunitari concernenti la salute pubblica, adottati dalle decisioni n. 645/96/CE, n. 646/96/CE, n. 647/96/CE, n. 102/97/CE, n. 1400/97/CE e n. 1296/97/CE e modifica dette decisioni (doc. 10725/00)
(147) Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante le regole di prevenzione e di lotta contro alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili (doc. 12963/00 Add 1 Rev 1) (Esame congiunto con esiti separati. Deliberazione, ai sensi dell’articolo 144, comma 5, del Regolamento, per ciascuno degli atti n. 100, n. 72, n. 74, n. 82, n. 98 e n. 147) Il presidente BEDIN ricorda che gli atti in titolo sono stati già esaminati dalla Giunta, per il parere alle Commissioni di merito, e che – essendo trascorsi almeno 15 giorni dalla trasmissione dei pareri senza che le predette Commissioni si siano pronunciate – ai sensi dell’articolo 144, comma 5, del Regolamento si rende necessaria una nuova deliberazione per chiedere la trasmissione dei rispettivi pareri al Governo per il tramite del Presidente del Senato. Verificata la presenza del prescritto numero legale l’oratore pone pertanto in votazione, ai fini della suddetta deliberazione, ciascuno dei seguenti atti: n. 100, su cui la Giunta ha espresso parere favorevole lo scorso 31 gennaio; n. 72 e n. 74, su ciascuno dei quali la Giunta ha espresso parere favorevole con osservazioni nella seduta del 1° febbraio; n. 82 e n. 98, su ciascuno dei quali la Giunta ha espresso parere favorevole con osservazioni, e n. 147, su cui la Giunta ha espresso parere favorevole nella seduta del 7 febbraio 2001. La Giunta delibera quindi, con distinte votazioni, di avanzare al Presidente del Senato le predette richieste di trasmissione al Governo. (44) (COM (2000) 324 def. – Vol. III) – Proposta di decisione del Consiglio relativa alla firma, a nome della Comunità europea, dell’accordo di partenariato tra gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altro (doc. 8872/00 Add 2)
(45) (COM (2000) 324 def. – Vol. II) – Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell’accordo di partenariato tra gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall’altro (doc. 8872/00 Add 1) (Esame congiunto, ai sensi dell’articolo 144, comma 4, del Regolamento. Approvazione del doc. XXIV-ter, n. 2)) La relatrice DE ZULUETA riferisce congiuntamente sugli atti comunitari in titolo che attengono alla conclusione dell’accordo di Cotonu, firmato il 23 giugno 2000, concluso fra la Comunità europea ed i suoi Stati membri, da un lato, e i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), dall’altro. Tale accordo di partenariato succede alla Convenzione di Lomé che costituisce il più importante accordo internazionale di cooperazione allo sviluppo dell’Unione europea la quale, a sua volta, rappresenta il maggior donatore mondiale. Ad esso partecipano 77 Stati ACP fra cui 48 paesi africani, di cui 33 appartenenti al gruppo degli Stati meno avanzati. L’accordo costituisce quindi uno degli strumenti più importanti per il sostegno alle aree più povere del mondo. Esso è stato rinegoziato, in vista della scadenza della ventennale Convenzione di Lomé, già rinnovata tre volte, alla luce degli scarsi progressi conseguiti da tali paesi che, nonostante le preferenze commerciali e le altre forme di sostegno loro accordate, hanno visto peggiorare le rispettive condizioni economiche. La ridefinizione dei rapporti tra l’Unione europea e il gruppo ACP si è resa altresì necessaria in quanto talune delle precedenti clausole commerciali apparivano in contrasto con la normativa dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) sugli scambi internazionali. Con la stipula del nuovo accordo ai 71 partner precedenti si sono aggiunti sei nuovi paesi del Pacifico. La nuova intesa si caratterizza inoltre per la centralità riconosciuta al rispetto dei diritti umani, dei principi democratici e dello stato di diritto e dei criteri di buona amministrazione. Essa si basa inoltre sull’approfondimento del dialogo politico, nel cui ambito è previsto anche lo svolgimento di periodiche valutazioni sul rispetto dei suddetti valori, sullo sviluppo della cooperazione economica e finanziaria e sul perseguimento dell’obiettivo di lottare contro la povertà e consolidare l’inserimento di tali Stati – che negli ultimi anni hanno visto diminuire il flusso di scambi e di investimenti che li riguardava – nell’economia internazionale e nell’OMC. Fra i pilastri su cui si basa il nuovo accordo figura inoltre la razionalizzazione degli strumenti di cooperazione economica, commerciale e finanziaria. La relatrice illustra quindi alcuni degli aspetti caratterizzanti dell’accordo con riferimento all’inclusione del capitolo della migrazione – con l’inserimento di specifiche clausole sulla riammissione degli immigrati illegali nei paesi di provenienza, argomento di particolare interesse per l’Italia che figura tra i primi paesi a stipulare delle intese in questo settore – ed al coinvolgimento della società civile nei rapporti di partenariato. Dal punto di vista commerciale si prevede una graduale soppressione delle clausole in contrasto con le disposizioni dell’OMC, cui verranno però richieste delle deroghe per disciplinare la fase transitoria, che durerà fino al 2008. Per i paesi meno avanzati del gruppo si prevede altresì, a partire dal 2005, una esenzione doganale per quasi tutti i prodotti mentre per gli altri Stati verranno definiti, a partire dal 2004, regimi preferenziali alternativi compatibili con la normativa dell’OMC nonché forme di sostegno alla cooperazione economica ed agli scambi regionali. Un elemento negativo che caratterizza tali paesi, infatti, è lo scarso sviluppo degli scambi reciproci a fronte della relativa consistenza dei rapporti commerciali con l’Unione europea. Gli strumenti finanziari essenziali, per cui è disponibile una dotazione globale di circa 25 miliardi di euro, cui l’Italia contribuisce nella misura del 12,5 per cento, sono costituiti dal Fondo europeo di sviluppo e dai prestiti erogati dalla Banca europea degli investimenti. Al riguardo l’oratore evidenzia come l’Italia costituisca uno dei maggiori contributori per le azioni di sviluppo multilaterali, fenomeno accentuato dalla compressione degli stanziamenti disponibili per la cooperazione bilaterale, scenario che rende tanto più importante per l’Italia l’accordo in esame. Soffermandosi sull’iter dell’atto in esame la relatrice ricorda che già nel 1997 la Commissione europea ha pubblicato un Libro verde sui rapporti fra l’Unione europea e i paesi ACP, che è stato approfonditamente esaminato dal Parlamento europeo il quale, in vista dei nuovi accordi, nel 1998 ha approvato un’articolata risoluzione formulando una serie di proposte, la maggior parte delle quali è stata recepita nell’intesa firmata a Cotonu. Fra queste figura il riconoscimento della centralità dei diritti umani – sebbene i paesi partner non abbiano accettato di formalizzare il principio della condizionalità degli aiuti – l’inserimento negli accordi dei capitoli sulla migrazione e sull’indebitamento nonché un più incisivo impegno nella lotta contro la povertà. Nonostante il mancato condizionamento degli aiuti al rispetto dei diritti umani, cui l’Unione europea è molto sensibile, si deve tuttavia ritenere che il dialogo politico, soprattutto nei casi più gravi – come il conflitto del Governo con la magistratura e le vessazioni nei confronti dei coltivatori bianchi nello Zimbabwe - consentirà di conseguire, anche attraverso lo svolgimento di missioni di monitoraggio elettorale, apprezzabili progressi. Negli accordi non è stata invece recepita la proposta del Parlamento europeo di affrontare anche il tema dei rifugiati né aspetti più tecnici come l’estensione della fase di transizione per il superamento degli accordi di Lomé per una durata di dieci anni anziché gli otto stabiliti dai Governi. L’accordo si caratterizza inoltre per un quadro istituzionale che contempla, a fianco dei meccanismi intergovernativi, un organismo parlamentare misto, composto dai rappresentanti dei paesi ACP e del Parlamento europeo. L’oratore evidenzia tuttavia come da parte dei paesi del gruppo ACP siano stati manifestati dei timori a proposito della congruità delle somme stanziate dall’Unione europea rispetto ai danni che potrebbero derivare dallo smantellamento delle tariffe preferenziali incompatibili con la normativa dell’OMC. Dopo aver sottolineato, quindi, la complessità del negoziato svoltosi e ricordando che l’accordo sarà perfezionato con il prevedibile parere conforme del Parlamento europeo e che entrerà in vigore a seguito della ratifica da parte degli Stati membri, la relatrice propone infine di esprimere un giudizio favorevole con le osservazioni menzionate. Il senatore MANZI condivide l’obiettivo di perseguire un maggiore rispetto dei diritti umani attraverso il dialogo politico ma sottolinea come tale questione non possa essere posta nei termini di una contropartita per gli aiuti dell’Unione europea. Il senatore MANZELLA chiede chiarimenti sul coordinamento fra le misure in favore dei paesi più poveri previste dall’accordo di Cotonu e le altre iniziative assunte in favore dei paesi meno avanzati, fra le quali figura una recente intesa commerciale con 48 Stati. Il senatore MAGNALBO’ condivide le considerazioni del senatore Manzi e preannuncia un voto favorevole del Gruppo di Alleanza nazionale sulla relazione della senatrice De Zulueta. Il presidente BEDIN propone di sottolineare, nel documento della Giunta sull’atto comunitario in titolo, che gli effetti delle clausole commerciali previste dall’accordo di Cotonu, con particolare riferimento al loro impatto sulle produzioni agricole mediterranee, devono essere considerati, sotto tutti i punti di vista, come degli oneri a carico dell’Unione e non possono gravare solamente sui settori economici o sulle regioni interessate. Considerando il rilievo dell’impegno finanziario degli Stati membri – che, come evidenziato dalla relatrice, incide anche sulle loro politiche di cooperazione bilaterali – sarebbe altresì opportuno prefigurare delle forme di coinvolgimento dei Parlamenti nazionali negli organismi parlamentari istituiti dai suddetti accordi. Il senatore VERTONE GRIMALDI sottolinea come gli accordi con i paesi ACP non possano essere considerati una forma di beneficenza in quanto la situazione economica di tali Stati deriva anche dalle sfavorevoli ragioni di scambi imposte dai paesi più ricchi. Il senatore BETTAMIO, preannunciando il voto favorevole, osserva come gli accordi di cooperazione stipulati dall’Unione europea appaiano ancora inadeguati rispetto all’obiettivo di identificare dei più efficaci fattori di sviluppo per quei paesi. Il senatore LO CURZIO annuncia il voto favorevole da parte del Gruppo CCD. La relatrice DE ZULUETA, in relazione alle osservazioni del senatore Manzi e del senatore Vertone Grimaldi, precisa che i paesi del Gruppo ACP condividono tutti la prospettiva di rafforzare la democrazia. Le loro preoccupazioni emergono piuttosto a proposito delle sollecitazioni rivolte allo sviluppo della democrazia economica e delle condizioni di mercato, che vengono percepite, anche per via dell’impatto negativo delle ragioni di scambio, come una forma di ingerenza neocoloniale. Rilevando come talune misure in favore di paesi meno avanzati costituiscano una sorta di applicazione anticipata delle più generali politiche di sostegno internazionale, che prevedono la sostanziale abolizione delle tariffe doganali per i prodotti di tali paesi, l’oratore rileva l’impatto modesto degli accordi di Cotonu sui prodotti mediterranei, che infatti non contemplano i prodotti più sensibili come lo zucchero. La relatrice condivide tuttavia le osservazioni in merito all’esigenza di ripartire gli oneri derivanti dalle clausole commerciali di tali accordi, che potrebbero riguardare, ad esempio, il settore tessile. L’oratore, rilevando che negli organismi istituiti dai suddetti accordi non vengono contemplati i Parlamenti nazionali, sottolinea inoltre la necessità di monitorarne l’attuazione anche a livello parlamentare, e dichiara la propria disponibilità ad accogliere le considerazioni in proposito del presidente Bedin quali auspici per le future intese. La relatrice rileva infine come proprio l’inefficacia della Convenzione di Lomé rispetto all’obiettivo di sostenere lo sviluppo negli Stati meni favoriti abbia indotto le parti a rinegoziare un nuovo accordo. Verificata la presenza del prescritto numero dei senatori, la Giunta conferisce quindi mandato alla relatrice a redigere un documento in cui si esprime un giudizio favorevole con le osservazioni emerse dal dibattito. CONVOCAZIONE DEL COMITATO PARERI Il presidente BEDIN comunica che il Comitato pareri, già convocato in data odierna al termine della seduta, è convocato anche al termine della seduta della Giunta prevista domani, giovedì 8 marzo, per esaminare gli atti di cui non verrà concluso l’esame nella seduta odierna del Comitato pareri nonché gli altri atti comunitari ancora in itinere non inseriti nell’ordine del giorno della Giunta.