DIFESA (4a)

MARTEDÌ 25 GIUGNO 1996


3a Seduta

Presidenza del Presidente
GUALTIERI

Interviene il Ministro della Difesa Andreatta.

La seduta inizia alle ore 15,35.

PROCEDURE INFORMATIVE
Dibattito sulle dichiarazioni rese, nella seduta del 20 giugno, dal Ministro della difesa sugli indirizzi generali della politica del suo dicastero
(R 046 003, C04a, 0001°)

Il presidente GUALTIERI dichiara aperta la discussione sulle dichiarazioni rese nella precedente seduta da parte del Ministro della difesa, annunciando che il dibattito potrà proseguire in una ulteriore successiva seduta.

Il senatore PALOMBO, pur riconoscendo che la relazione svolta dal Ministro tocca quasi tutti i problemi riguardanti le nostre Forze armate nel dichiarato intento di formare uno strumento militare utile, ben organizzato, addestrato e ben equipaggiato, osserva che andrebbe però meglio approfondito il tema dei fini per i quali le Forze armate debbono essere formate ed a tale riguardo può essere utile l'invito che lo stesso Ministro ha rivolto a se stesso a tutti i parlamentari affinchè si compia ogni utile sforzo per fugare quel sospetto di incertezza, o addirittura di indifferenza, che può albergare nella coscienza dei militari al cospetto di meccanismi politici e parlamentari a volte defaticanti o frustranti. Nell'affrontare poi alcune specifiche questioni, il senatore Palombo chiede che il Ministro chiarisca la portata della affermazione relativa alla necessità di fornire assistenza anche materiale ai paesi apertisi di recente alla democrazia e che egli indichi inoltre quali sono i criteri che hanno portato a definire le riduzioni previste nelle Forze armate, pari a un 30 per cento in meno per l'Esercito, 7 per cento in meno per la Marina e 20 per cento per l'Aeronautica. Per quanto concerne poi il tema della riduzione della durata della ferma di leva da 12 a 10 mesi, egli ritiene che allo stato attuale non esistano i presupposti per adottare tale provvedimento senza pregiudicare la funzionalità dell'intero strumento militare. Infatti la riduzione di due mesi comporterebbe un decremento di operatività che potrebbe essere compensato soltanto da una più ampia disponibilità di volontari, adeguati per numero e per qualità.
La riduzione potrebbe pertanto essere introdotta solo contestualmente all'arruolamento di almeno trenta o trentacinquemila volontari, ad una più razionale disciplina dell'obiezione di coscienza e alla eliminazione delle macroscopiche disparità che esistono, soprattutto in termini retributivi, tra i soldati di leva delle Forze armate e i cosiddetti ausiliari delle Forze di polizia.
Nell'affrontare poi il tema dell'Arma dei carabinieri, il senatore Palombo da atto al Ministro di avere riservato una particolare attenzione ad una istituzione che merita il rispetto e la gratitudine di tutta la collettività nazionale. Bene ha fatto il Ministro, a suo avviso, a ribadire fermamente l'identità militare dell'Arma, che costituisce una ferma garanzia per il paese. Non va dunque posta il discussione la militarità dell'Arma, neppure da proclamate esigenze di coordinamento, il quale peraltro già esiste e può altrimenti essere migliorato. Il senatore Palombo auspica poi che possano essere tempestivamente affrontati, anche in sede normativa, le questioni della legge organica dell'Arma, del trattamento economico dei capitani e dei marescialli più anziani, del trattamento economico dei dirigenti e del nuovo regolamento sulla rappresentanza militare. Per quanto concerne in particolare la proposta di legge organica, che intende adeguare l'attuale fonte normativa, il regolamento organico del 1934, il senatore Palombo ricorda che essa, da tempo elaborata, intende confermare l'identità militare dell'istituzione, riconoscergli autonomia funzionale, definirne puntualmente i compiti militari, prevedendo in particolare la partecipazione alle missioni internazionali di pace, mantenere la collaudata duplice linea di dipendenza, dalla Difesa per il reclutamento e l'ordinamento dei compiti militari, dall'Interno per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Per quanto concerne infine il nuovo regolamento sulla rappresentanza militare, il senatore Palombo rileva che esso intende garantire ai rappresentanti le stesse prerogative delle componenti sindacali, nel rispetto dell'etica militare, e assicurare ai medesimi la possibilità di dedicarsi a tempo pieno allo svolgimento della loro delicata funzione.

Il senatore DOLAZZA ritiene che il Ministro della difesa, da poco insediato nel labirintico macrocosmo di quella Amministrazione, con eccessiva fiducia si sia adagiato su quanto gli viene detto dagli uffici, specie per quanto concerne l'annuncio della possibile contrazione del periodo del servizio di leva.
Il senatore Dolazza, convinto che l'austero abito di economista del Ministro gli farà mutare atteggiamento quando tra poco dovrà proporre una spesa di oltre 18 mila miliardi per finanziare l'industrializzazione del caccia EFA, si sofferma poi sui ripetuti rapporti negativi che la Corte dei conti redige sull'Amministrazione della difesa, sugli sprechi che questa continua a produrre e sulla ripetuta insistenza con cui i capi di stato maggiore di forza armata continuano a richiedere aumenti di stanziamenti per l'acquisizione di nuovi mezzi e di sistemi darma, pretendendo dalla collettività nazionale un innalzamento del budget a disposizione oltre livelli già al limite del possibile e del consentito.
Il fallimentare consuntivo delle nostre Forze armate, prosegue il senatore Dolazza, le quali anche per le operazioni fuori area o per limpiego dei nostri soldati nell'ordine pubblico pretendono il ricorso a stanziamenti speciali, è dovuto principalmente al fatto che le scelte dei sistemi darma e dei mezzi in generale, da almeno un ventennio, vengono compiute in funzione degli interessi di un monopolio industriale dalle mediocri capacità produttive e dalla tecnologia obsoleta. Questo monopolio lucra sull'intreccio di interessi tra politica, industria pubblica e vertici militari e ciò nuoce gravemente alla disciplina, alla prassi amministrativa, all'etica militare nel suo complesso.
È proprio l'acquiescenza all'industria militare nazionale la causa di affermazioni che lasciano stupefatti.
Non si potrebbe altrimenti spiegare come il Ministro abbia potuto indicare tra i programmi più significativi quello del FLA, abbandonato dai nostri partners europei, o dell'elicottero EH-101, giudicato tra i più costosi nel mondo; a questi fallimenti progettuali andrebbero poi aggiunti quelli del carro Ariete, del caccia AMX o del quarto riammodernamento del caccia F104. Dinanzi a tale quadro, che configura l'esistenza di una vera e propria questione morale, il senatore Dolazza sollecita il varo di una seria indagine parlamentare, già proposta dal suo Gruppo nella scorsa legislatura, che possa compiere un'approfondita istruttoria soprattutto in relazione alle scelte tecniche dei grandi sistemi, ai costi denunciati, ai risultati che sono stati ottenuti. Si potrebbe anche ipotizzare, per una radicale revisione dei programmi e una loro eventuale rinegoziazione, secondo più severe norme contrattualistiche, uno slittamento della maggior parte dei programmi industriali, per consentire una pausa di riflessione e avviare a soluzione la richiamata questione morale, riportando nell'ambiente efficienza e pulizia. Del resto i nostri alleati, ai quali tanto abbiamo offerto anche di recente con il sostegno logistico e con la concessione delle nostre basi per le operazioni NATO, potrebbero contribuire alla integrazione del nostro strumento militare mentre l'operazione di rinnovamento e pulizia viene condotta.

Osservato che nell'intervento del Ministro manca un cenno al problema del servizio militare femminile volontario, il senatore MANCA, a sua volta, sostiene che per garantire una adeguata efficienza dello strumento militare del nostro paese non occorre soltanto fare attenzione agli stanziamenti di bilancio e ai vari elementi operativi, organizzativi e tecnici che formano le Forze armate, ma guardare in primo luogo al rapporto che esiste tra Forze armate e collettività nazionale. Tale rapporto in passato purtroppo è stato il risultato soprattutto di una certa cultura fatta di pacifismo a senso unico e di opportunismo assistenziale: ciò ha finito per avvilire gli uomini in divisa, non tanto per l'inadeguatezza delle risorse poste a loro disposizione, quanto per la negazione dei valori che avrebbero dovuto essere il loro alimento morale.
Superando questi errori, occorre ora che Governo e Parlamento si impegnino per garantire alle Forze armate il consenso della collettività nazionale, dando ad esse quelle motivazioni che valgono assai più della sofisticazione e del numero degli armamenti. E necessario insomma, prosegue il senatore Manca, porre fine alla irresponsabile criminalizzazione delle spese per la difesa e la sicurezza, garantendo alla comunità militare una giusta e dovuta dignità sociale, politica ed istituzionale. Quest'impegno, che prima di essere finanziario è morale e politico, è oltremodo necessario ed urgente, poichè dopo la fine della guerra fredda, come del resto ha riconosciuto il Ministro della difesa, in uno scenario internazionale caratterizzato dalla complessità e dalla molteplicità dei rischi, la comunità militare è chiamata a nuove e maggiori responsabilità cui non possono non accompagnarsi concreti elementi di motivazione e di stimolo.

Il senatore RUSSO SPENA si compiace di ritrovare nell'intervento del Ministro l'ansia di garantire sui grandi temi della difesa la centralità del Parlamento e questo è un positivo, importante segnale di novità e di rottura rispetto ai suoi predecessori che invece avevano mostrato di preferire piuttosto lo strumento della delega governativa.
Il Ministro della difesa ha anche opportunamente voluto descrivere quel fenomeno di globalizzazione degli scenari internazionali che vede un intreccio sempre più stretto tra politica estera e difesa. Tale fenomeno, ad avviso del senatore Russo Spena, andrebbe peraltro attentamente controllato per impedire che, come avvenuto in questi ultimi anni, la politica estera diventi ancella delle questioni della sicurezza.
Pur apprezzando le riflessioni compiute dal Ministro Andreatta su questi temi, il senatore Russo Spena tuttavia rivendica alla propria forza politica il perseguimento di un grande obiettivo politico quale è il superamento della Nato; l'alleanza atlantica ha infatti avuto un senso fino alla esistenza della contrapposizione est-ovest; oggi che prevale invece nel panorama mondiale la dicotomia nord-sud la permanenza di una alleanza forte dei paesi del nord industrializzato darebbe vita a una figura di gendarme del mondo che la sua parte non può accettare. Si tratta insomma, ribadisce il senatore Russo Spena, di arrivare al superamento della NATO, di cui giudica negativamente lo sfondamento ad est, anche per i timori e le non immotivate inquietudini che esso può generare in seno alla nazione russa, e pensare invece alla rifondazione dell'ONU, per riportare questa organizzazione alla sua originaria identità di società delle nazioni e dei popoli.
La sua parte politica, che è favorevole allo smantellamento delle basi militari, alla riconversione dell'industria bellica, alla denuclearizzazione dell'area mediterranea, ad una strategia difensiva europea integrata, giudica pericoloso ed incostituzionale lo slittamento verso forze armate di mestiere, quali sembrano profilarsi alla luce dell'intervento del Ministro della difesa; è necessaria dunque una approfondita riflessione parlamentare poichè l'abbandono della coscrizione obbligatoria appare essere in contrasto con l'articolo 52 della Costituzione, così come le proiezioni fuori area del nostro esercito sembrano porsi in contrasto con l'articolo 11 e le stesse quote di riserva per i volontari potrebbero dare adito a rilievi alla luce dell'articolo 51.
Il senatore Russo Spena, dopo aver rilevato che le ipotesi di riordino dei vertici militari sembrano aprire la via ad una ulteriore centralizzazione dei comandi che egli non giudica positivamente, concorda con quanti hanno sostenuto la necessità di penetrare a fondo nei meccanismi della gestione finanziaria e delle decisioni di spesa dell'Amministrazione e si associa a quanti hanno sollecitato una rapida approvazione del disegno di legge per l'obiezione di coscienza.

Il senatore MANFREDI, nel rilevare che sembrano essere condivisibili le affermazioni di principio del Ministro della difesa, dichiara però che esse fanno sorgere talune perplessità, imputabili soprattutto al mancato richiamo al primo degli elementi che entrano in gioco quando si esamina una organizzazione militare, costituito dal fattore umano.
Per quanto riguarda particolari aspetti dellintervento del Ministro della difesa, il senatore Manfredi osserva che l'attuazione del Nuovo modello di difesa si trascina già da anni con lo stentato susseguirsi di proposte settoriali e in assenza di un provvedimento normativo cornice che possa delineare la politica di difesa complessiva. Tale rilievo, ad avviso del senatore Manfredi deve riguardare anche la legge sullobiezione di coscienza.
La ristrutturazione proposta dal Ministro, che è ancora una volta una riduzione, appare poi non motivata dalla previa definizione di una politica nazionale, ma conseguente, semplicemente, ad una massa di risorse finanziarie stabilita a priori.
La ristrutturazione inoltre si fonda, prosegue il senatore Manfredi sulla previsione di reclutare circa 60 mila volontari, secondo unipotesi che peraltro non sembra essere suffragata da specifiche ed adeguate analisi di fattibilità.
Anche l'annunciata riduzione della leva a dieci mesi, alla quale non si dichiara contrario in via di principio, sembra essere una misura isolata, fuori da un più ampio ed articolato contesto di provvedimenti.
Per quanto riguarda invece il volume complessivo delle risorse finanziarie da riservare ai programmi di ammodernamento da qui al 2010, il senatore Manfredi, nel ricordare che il Ministro ha ipotizzato in alternativa o un aggancio al PIL in termini percentuali oppure l'adozione di leggi speciali, si dichiara favorevole a questa seconda ipotesi.
Positivamente va poi giudicata l'intenzione del Governo di rivedere le norme sulla rappresentanza militare, nell'augurio che ciò non generi ulteriori difficoltà per mantenere l'efficienza operativa dei reparti.
Ribadita l'importanza della componente umana e la necessità quindi di dedicare preliminarmente ad essa approfondimenti e riflessioni, il senatore Manfredi auspica che la Commissione difesa possa condurre i propri lavori anche attraverso una diretta presa di contatto con le realtà delle nostre Forze armate, visitando Comandi, Reparti ed Enti.

Il senatore PELLICINI, rilevata la singolare circostanza che una forza di Governo, quale quella rappresentata dal senatore Russo Spena, si dichiari contraria alla NATO, mentre una forza di opposizione, quale è quella alla quale egli appartiene, sia invece favorevole a questa alleanza, si sofferma sul problema della riduzione della leva a dieci mesi, ritenendo che essa possa essere condivisa solo garantendo con altre misure l'efficienza e l'operatività dello strumento militare, per esempio attraverso l'ampliamento della componente volontaria.
Sollecitata poi una incisiva azione legislativa ed amministrativa per il reimpiego del patrimonio immobiliare della difesa che si renderà disponibile, il senatore Pellicini giudica positivamente lannuncio dal Ministro Andreatta in merito agli accordi che il nostro Paese si accinge a stabilire con Francia e Germania in seno alla costituenda Agenzia europea degli armamenti.
Un breve cenno dedica infine alla assistenza che l'Italia può offrire ai paesi dell'est europeo, richiamando in particolare l'attenzione sull'Albania che in Adriatico risulta essere il paese a noi più amico e particolarmente meritevole del nostro sostegno.

Il senatore SEMENZATO, nellapprezzare la scelta compiuta dal Ministro della difesa che ha voluto, con una significativa e positiva novità, calare le questioni di politica della difesa nel più ampio contesto delle grandi opzioni internazionali, dichiara che avrebbe peraltro salutato con favore la valorizzazione dell'ONU anche dal punto di vista militare, ritenendo in prospettiva opportuno il rilancio dell'organizzazione, poichè specialmente i paesi del terzo e quarto mondo avranno sempre forse insuperabili difficoltà di approccio con l'alleanza atlantica.
Auspicato che le nostre scuole di guerra possano evolversi per divenire anche scuole di peace-keeping, e espresso l'interrogativo se sia preferibile definire un modello di difesa nazionale fondato sull'autosufficienza oppure un modello aperto alle integrazioni con le forze dei nostri alleati, il senatore Semenzato giudica positivamente l'impostazione adottata dal ministro Andreatta per una parlamentarizzazione della politica della difesa, nell'intento di restituire al Parlamento la funzione di indirizzo e di individuazione delle linee guida e al Governo quella di attuazione ed esecuzione.
Osservato poi che recenti dichiarazioni del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, a proposito delle disponibilità finanziarie riservate alla Difesa, sembrano voler fare astrazione dalla necessità di completare l'opera di risanamento finanziario di cui il Governo si fa carico, il senatore Semenzato auspica che nelle procedure di dismissione, da molte parti auspicate, non si manchi di valutare il valore artistico, storico o ambientale che molte infrastrutture militari presentano.
Dopo un cenno alla questione della riforma delle leggi sull'esportazione degli armamenti, che richiede un esame vigile e prudente, il senatore Semenzato invoca l'adozione di regole di assoluta trasparenza nelle procedure contrattualistiche e auspica infine un veloce cammino nel disegno di legge sull'obiezione di coscienza.

Il presidente GUALTIERI annuncia che il seguito della discussione sulle comunicazioni del Ministro Andreatta avrà luogo nella seduta di martedì 2 luglio alle ore 15,30.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
(A 007 000, C04a, 0001°)

Il PRESIDENTE comunica alla Commissione che sta per essere approvato dalla Camera dei deputati un decreto-legge recante misure sulla missione di pace in Bosnia.
Poichè i termini di conversione di tale decreto scadranno il prossimo 1o luglio, la Presidenza del Senato, entro il pomeriggio di domani, potrà assegnare alla Commissione il provvedimento e autorizzare la stessa a convocarsi con urgenza.
Pertanto annuncia sin d'ora che la Commissione potrà riunirsi domani pomeriggio, con orario che sarà diramato tempestivamente a cura degli Uffici.

CONVOCAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA ALLARGATO
(R 029 000, C04a, 0001°)

Il Presidente avverte che è convocato l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi parlamentari per giovedì 27 giugno alle ore 11.

La seduta termina alle ore 17,05.