AFFARI COSTITUZIONALI (1
a
)
MERCOLEDI' 25 NOVEMBRE 1998
330ª Seduta
Presidenza del Presidente
VILLONE
Intervengono il Ministro per le riforme istituzionali Amato e il sottosegretario per l'interno Vigneri.
La seduta inizia alle ore 15,15.
IN SEDE REFERENTE
(288)
LA LOGGIA ed altri - Abolizione della quota proporzionale per l’elezione della Camera dei deputati e attribuzione di tutti i seggi con il sistema uninominale a un turno.
(290)
LA LOGGIA ed altri - Estensione del sistema elettorale uninominale maggioritario a turno unico a tutti i seggi elettivi del Senato della Repubblica.
(1006)
PIERONI ed altri - Modifiche ed integrazioni alle norme per l'elezione della Camera dei deputati.
(1323)
MILIO - Abolizione della quota proporzionale per l’elezione della Camera dei deputati e attribuzione di tutti i seggi con il sistema uninominale maggioritario a un turno.
(1935)
COSSIGA - Modifiche e integrazioni alle norme per la elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
(2023)
BESOSTRI e MURINEDDU - Nuova disciplina dell’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica con la previsione del sistema elettorale a doppio turno.
(3190)
FORCIERI ed altri - Riforma del sistema elettorale del Parlamento.
(3325)
PASSIGLI - Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati
(3476)
DISEGNO DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE - Introduzione del doppio turno nei collegi uninominali
(3621)
MAZZUCA POGGIOLINI - Norme per la modifica dei sistemi elettorali mediante l'introduzione di collegi binominali
(3628)
LA LOGGIA ed altri - Modifiche al testo unico delle leggi recante norme per la elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361
(3633)
PIERONI ed altri - Modifiche ed integrazioni al testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, per l'introduzione del doppio turno di coalizione
(3634)
PIERONI e LUBRANO DI RICCO - Modifiche ed integrazioni al testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, per l'introduzione del doppio turno di coalizione
(Esame congiunto e rinvio)
Riferisce il presidente VILLONE anticipando che non è sua intenzione dare conto in modo analitico delle iniziative presentate, le quali tra l'altro riflettono le diverse stagioni politiche che hanno accompagnato la rispettiva presentazione. I sistemi elettorali rappresentano dei congegni per tradurre i voti in seggi, ma l'incidenza di tali congegni sul sistema politico non va sopravvalutata. Raccomanda pertanto una certa cautela al riguardo, tenuto conto che tutte le proposte all'ordine del giorno convengono sull'incompletezza della transizione e sull'esigenza di favorire la stabilità e la governabilità. Si discosta, in qualche modo, l'iniziativa della senatrice Mazzuca Poggiolini, tendente all'introduzione del collegio binominale. Le iniziative riguardano per lo più i sistemi elettorali di entrambi i rami del Parlamento ed incidono sulla quota proporzionale modificandone in qualche caso l'attuale riparto. Investiti da modificazioni sono anche i turni di votazione, essendo prevalente l'orientamento a favore del doppio turno, di collegio o di coalizione, da molti considerato uno dei meccanismi capaci di determinare una maggior polarizzazione del sistema politico. Nella proposta del senatore Cossiga si ipotizza anche un terzo turno elettorale; in altre si prevede di destinare una quota di seggi come premio alla coalizione vincente. Varie iniziative modificano poi il meccanismo dello scorporo, nel senso di accentuare il carattere maggioritario, fino alla possibile abolizione della quota proporzionale, come nel caso dei senatori Pieroni ed altri, o di prevedere un turno di elezioni primarie (Forcieri ed altri). In certe ipotesi si dispone anche una soglia di sbarramento.
La questione della riforma elettorale va comunque valutata in relazione alla vicenda referendaria, la quale rappresenta uno stimolo per il legislatore a provvedere in coerenza con il quesito proposto. Rimane naturalmente estraneo al dibattito il profilo concernente l'ammissibilità, aspetto che non impedisce di avviare intanto l'esame dei progetti all'ordine del giorno. Si dice poi convinto che la riforma dell'assetto politico discende da una sinergia tra la legge elettorale e modifiche di rilievo costituzionale. In passato si è forse riscontrato un eccesso di aspettative legate alla riforma elettorale, aspettative rimaste deluse: dopo l'introduzione del sistema maggioritario si così è osservato un incremento di frammentazione dovuto al proliferare del voto marginale.
Il ministro AMATO, condividendo l'impostazione del relatore, richiama l'attenzione sui meccanismi rivolti a favorire la formazione delle maggioranze.
Il PRESIDENTE nota che poche delle iniziative prevedono un premio di maggioranza, molte di esse attendono che la maggioranza scaturisca naturalmente dal sistema adottato.
Il senatore ELIA ricorda che nella giurisprudenza della Corte di cassazione non si richiede che la nuova legge si orienti nel senso del quesito referendario, essendo sufficiente che la nuova disciplina sia soltanto diversa. Molte delle soluzioni proposte potrebbero quindi essere idonee ad evitare la consultazione.
Secondo il senatore SALVI le numerose proposte presentate costituiscono un indice dell'inadeguatezza del sistema elettorale vigente. Indipendentemente dalle valutazioni di spettanza della Corte costituzionale, è opportuno avviare il dibattito parlamentare senza contrapposizioni preconcette in vista di una condivisione la più larga possibile. In applicazione della legge elettorale del 1993 in due successive situazioni politiche sono scaturite maggioranze rilevatesi inidonee a perdurare per l'intera legislatura. Il premio di maggioranza non costituisce una garanzia dell'omogeneità delle coalizioni, caratteristica che viene fondata solitamente sul collegio uninominale e sul maggioritario. Obiettivo del legislatore non deve essere quello di evitare il
referendum
quanto piuttosto di approvare una buona legge elettorale, non drammatizzando la scadenza referendaria. La soluzione indicata dal comitato promotore appare oltretutto imperfetta se intesa nella prospettiva di rimettere ai cittadini la scelta della maggioranza.
Per il senatore LA LOGGIA una eventuale decisione di ammissibilità della Corte costituzionale sulla richiesta di referendum renderebbe forse più complesso il dibattito tra le forze politiche, soprattutto poi se nella consultazione dovesse prevalere l'accoglimento. Confida che le disparità di vedute non siano insuperabili e assicura da parte del suo Gruppo un confronto ravvicinato e costruttivo.
Osserva il senatore MIGLIO che la stabilità dei governi non rappresenta forse più la preoccupazione dominante tra le forze politiche, in quanto vasti settori reclamano all'opposto una maggiore mobilità. A suo avviso un quinquennio di durata per una maggioranza appare eccessivo.
Il senatore FISICHELLA sostiene che il referendum popolare potrà essere evitato o con una decisione di inammissibilità della Corte costituzionale ovvero perchè le Camere approveranno una normativa coerente con il quesito. Non potrà essere considerata sufficiente una qualunque modifica, seppure nel senso di avvicinare il sistema elettorale della Camera a quello in vigore al Senato. Per favorire l'omogeneità delle coalizioni il sistema elettorale non è poi decisivo, fermo restando che un quinquennio di continuità è forse un arco di tempo troppo prolungato. Il tema dell'omogeneità delle coalizioni attiene prevalentemente al sistema dei partiti ed è proprio la loro frammentazione a far nascere più di una nota di preoccupazione.
Il senatore ELIA paventa un appiattimento sul quesito referendario, mentre invece è possibile accentuare il carattere maggioritario del sistema senza abolire la quota proporzionale. Insiste dunque perchè le Camere adottino un loro orientamento prima della decisione della Corte costituzionale; un confronto serrato potrebbe intervenire nel corso della sessione di bilancio. Ad ogni modo la maggior mobilità delle maggioranze, auspicata dal senatore Miglio, non può implicare scadenze tanto ravvicinate da rendere impossibile la realizzazione dei programmi sottoposti agli elettori.
Il presidente VILLONE rileva che, dalla pendenza dell'iniziativa referendaria, non discende un vincolo in favore dell'abolizione della quota proporzionale.
Il senatore MISSERVILLE teme che la preoccupazione referendaria finisca per propiziare una legge elettorale non idonea. Ricorda che le occasioni referendarie del passato hanno sempre segnato degli avanzamenti nella storia civile del paese. Le Camere devono quindi tendere ad una legge adeguata, orientata nel senso dell'accoglimento del quesito referendario.
Il senatore MIGLIO consiglia di imprimere alle istituzioni una maggior capacità di adattamento al mutamento. L'arco temporale ottimale potrebbe essere il triennio, perchè sono le stesse condizioni oggettive a subire una accelerazione.
Il senatore PASSIGLI ritiene che il quesito referendario rappresenti, se non un limite giuridico, almeno un limite politico. Esclude tuttavia che le Camere siano tenute a sopprimere la quota proporzionale, potendo questa variare nella sua entità e potendosi altresì applicare anche alla Camera dei deputati il sistema elettorale in vigore per l'elezione del Senato. Si dice comunque perplesso circa l'esito favorevole dell'eventuale referendum, in quanto una coalizione soccombente nel numero dei voti raccolti e nei collegi uninominali, potrebbe trovarsi maggioritaria grazie alla distribuzione territoriale.
Secondo il senatore PELLEGRINO l'eventuale accoglimento del quesito referendario non impedisce al legislatore di intervenire nella materia elettorale. Indubbiamente il corpo elettorale, già nel 1993, era favorevole alla semplificazione del sistema politico, ma il quadro scaturito dall'approvazione della legge di quell'anno ha rappresentato una autentica eterogenesi dei fini. Per non cadere in un analogo errore le forze politiche devono ora puntare decisamente a quell'obiettivo, la semplificazione, piuttosto che rimanere meccanicamente fedeli al quesito referendario.
Il senatore PARDINI richiama l'attenzione sulle elevate percentuali di assenteismo, assolutamente patologiche, riscontrate nelle ultime consultazioni. Solo una riforma elettorale incisiva, nel senso della semplificazione del sistema politico, potrà mettere un freno a questa disaffezione crescente.
Il ministro AMATO ritiene che l'iniziativa referendaria in corso scaturisce dalla diffusa insoddisfazione che deriva dal funzionamento della legge elettorale del 1993. Occorre restituire ai cittadini una maggior capacità decisionale ed occorre pervenire ad una maggiore semplificazione del sistema, il quale non può operare in modo efficace se diventa un mosaico di frammenti. Bisogna altresì tener conto che esistono componenti non coalizzabili, uno spazio va lasciato anche a costoro. Si compiace quindi della volontà da più parti manifestata di avviare un confronto ed insiste sulla stretta connessione, a suo avviso esistente, con le questioni legate alle riforme costituzionali e ai meccanismi di finanziamento.
Il presidente VILLONE, nel rinviare il seguito dell'esame congiunto, assicura che la Commissione dedicherà all'esame delle problematiche elettorali almeno una seduta nell'ambito del proprio calendario settimanale.
SCONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE avverte che la seduta già prevista per domani, giovedì 26 novembre, alle ore 15, non avrà più luogo.
CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE avverte che la Commissione è convocata domani, giovedì 26 novembre, alle ore 9, con all'ordine del giorno l'esame in sede consultiva del disegno di legge n. 3662, collegato alla legge finanziaria, nonché dei disegni di legge n. 3660 e 3661, relativi al bilancio di previsione dello Stato e alla legge finanziaria per il 1999.
La seduta termina alle ore 16,30.