Discorso d'insediamento del Presidente Cesare Alfieri di Sostegno (14 dicembre 1857-21 gennaio 1860)
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Discorso del Presidente
PRESIDENTE. Signori senatori,
Per la grazia del Re mi trovo una terza volta chiamato all'onore della Presidenza del Senato. Ambizioso, come lo devo essere, di corrispondere il più degnamente che per me si possa a così eminente favore sovrano, io ricorro ancora a quella vostra benevolenza, a quella vostra cortesia che mi sorressero nelle prime prove, confidando che da voi non sia per riputarsi presuntuosa la speranza prevalente in me, che non siano per venirmi meno in avvenire quei preziosi conforti, quei validi sussidi di cui mi foste larghi nel passato.
A promuovere o preparare, a gloria e benefizio dello Stato, il desiderabile progressivo svolgimento delle liberali istituzioni dalla sapienza del magnanimo Carlo Alberto fondate, dalle lealtà di Re Vittorio Emanuele confermate, dal sentimento nazionale custodite, attesero animosamente nelle passate Legislature le due Camere del Parlamento, con salutare e memorabile accordo, in quella guisa e misura che i tempi, non propizi sempre, consentivano.
Né certo avverrà mai che in appresso il Parlamento Subalpino disdica i propri esempi, perché in lui non possono fallire la riconoscenza e la divozione alla Monarchia benefattrice, né l'amore d'una generosa e sana libertà. E così le discussioni e le deliberazioni del Senato conserveranno sempre l'impronta di quella maturità di consiglio, per cui gli ordinamenti legislativi meglio si acconciano alla ragione vera e durevole dell'essere loro; e di quello spirito di conciliazione il quale, procedendo con giudizioso equo temperamento, non esclude la fermezza nei propositi, non offende l'integrità dei convincimenti. (Bene! Bravo!)
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