57ª Seduta pubblica
Mercoledì 3 luglio 2013 alle ore 16:32
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 783 di conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31 UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale. Il testo passa alla Camera dei deputati.
Il provvedimento, che mira a potenziare gli strumenti necessari per riqualificare il patrimonio immobiliare in conformità al diritto dell'Unione europea e nell'approssimarsi della scadenza degli attuali benefici fiscali, prevede la proroga al 31 dicembre dell'ecobonus per interventi finalizzati al risparmio energetico degli immobili (la detrazione fiscale è elevata dal 50 al 65 per cento ed è ripartita in dieci annualità); la proroga al 31 dicembre della detrazione Irpef per le spese di ristrutturazione edilizia, che è elevata dal 33 al 50 per cento (il tetto massimo della spesa è aumentato a 96 mila euro); il riconoscimento di una detrazione del 50 per cento, fino a un massimo di spesa di 10.000 euro, per l'acquisto di mobili finalizzati all'arredo dell'unità ristrutturata. Per superare le procedure d'infrazione avviate nei confronti dell'Italia, il decreto-legge recepisce inoltre punti chiave della direttiva UE n. 31 del 2010, riguardanti l'adozione di una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici, la definizione di edifici a energia quasi zero, l'adozione di un sistema di certificazione e di misure per ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento e climatizzazione.
Riprendendo l'esame delle proposte di modifica, accantonate nella seduta antimeridiana, l'Assemblea ha approvato gli emendamenti: 14.900 del Governo, che ricomprende nell'ecobonus per interventi finalizzati al risparmio energetico le spese relative alle pompe di calore ad alta efficienza; 15.900 dei relatori e 15.201 della senatrice Pelino (PdL), sulla messa in sicurezza degli edifici sotto il profilo sismico; 17.0.8 della senatrice Bonfrisco (PdL) sugli impianti termici.
Le dichiarazioni di voto finali a favore del provvedimento sono state svolte dai senatori: Zeller (Aut-PSI), Compagnone (GAL), Consiglio (LN-Aut), Angela D'Onghia (SCpI), Girotto (M5S), Carraro (PdL), Gianluca Rossi (PD). La senatrice De Petris (Misto-SEL) ha invece annunciato l'astensione di Sinistra Ecologia e Libertà, che ha criticato la mancata stabilizzazione degli incentivi per il risparmio energetico e la copertura della proroga delle agevolazioni fiscali basata sull'aumento dell'IVA. In dissenso dal Gruppo, il senatore Di Biagio (SCpI) si è astenuto.
I Gruppi di maggioranza hanno evidenziato le ricadute positive delle agevolazioni fiscali su ambiente, occupazione, crescita e fisco. Sebbene consideri il decreto un'occasione mancata per il rilancio del settore edile, anche la Lega Nord ha votato a favore. Denunciando il pesante condizionamento delle lobbies del carbone, del petrolio e del gas e ponendo l'accento sulla necessità di estendere fino al 2020 le detrazioni per il risparmio energetico, il Movimento 5 Stelle ha sostenuto un provvedimento che consente all'Italia di superare procedure d'infrazione.
L'Assemblea ha quindi avviato l'esame congiunto dei ddl n. 587, recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea, n. 588, recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea, della relazione programmatica 2013 sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e della relazione consuntiva 2012.
La discussione congiunta della legge di delegazione europea e della legge europea rappresenta la prima applicazione della nuova legge ordinamentale, n. 234 del 2012, sulla disciplina dei rapporti tra l'Italia e l'Unione europea che, al fine di accelerare l'adeguamento all'ordinamento comunitario ed evitare l'apertura di nuove procedure di infrazione a carico dell'Italia, ha sostituito la legge comunitaria annuale con due distinti atti normativi: la legge per l'emanazione di decreti legislativi di attuazione delle direttive europee e la legge contenente altre norme per dare attuazione diretta agli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione.
Il relatore sul ddl n. 587, senatore Tarquinio (PdL), ha ricordato che la legge di delegazione europea 2013 consta di soli 9 articoli, di due allegati A e B, contenenti rispettivamente 2 e 34 direttive, e dell'allegato C, recante cinque rettifiche alla normativa europea in materia di IVA. Le direttive da attuare riguardano la prevenzione dell'inquinamento industriale, il permesso di soggiorno per i rifugiati, i requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri, i gestori di fondi di investimento alternativi. Il Governo è delegato ad abrogare le diposizioni IVA incompatibili con il regolamento n. 282 del 2011. Il relatore ha proposto di assegnare alla Commissione per le politiche europee una funzione di vaglio preventivo della compatibilità delle norme nazionali con il diritto europeo.
Il relatore sul ddl n. 588, senatore Cociancich (PD), ha precisato che la legge europea 2013 deve contenere disposizioni modificative o abrogative di disposizioni statali in contrasto con obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione. Il ddl consta di 37 articoli, suddivisi in 6 capi, concernenti i settori della libera circolazione delle persone, della fiscalità, del lavoro e politica sociale, della sanità pubblica e dell'ambiente. L'articolato provvede a sanare venti procedure di infrazione, a risolvere undici casi EU Pilot (annunci di infrazione), a evitare la probabile apertura di due procedure di infrazione, a dare attuazione a due decisioni della Commissione europea e a due regolamenti. Dando conto in modo dettagliato del contenuto dei diversi articoli, il relatore ha segnalato gli argomenti che sono stati oggetto di discussione in Commissione: le guide turistiche, l'allevamento di galline ovaiole, l'etichettatura dei prodotti alimentari, la valutazione d'impatto ambientale, la tutela delle risorse idriche, la tutela risarcitoria contro i danni ambientali, la protezione della fauna selvatica, la sicurezza delle ferrovie (con riferimento al tema delle indagini sull'incidente ferroviario di Viareggio), i sistemi di telepedaggio stradale, la sospensione delle agevolazioni per danni indirettamente conseguenti a calamità naturali che l'UE assimila ad aiuti di Stato.
Il senatore Giovanni Mauro (SCpI), relatore sul Doc. LXXXVII-bis n. 1, ha riferito sui contenuti della relazione programmatica che, presentata dal precedente Governo dopo lo scioglimento delle Camere, offre comunque, anche in ragione della continuità politica assicurata dal Ministro Moavero, elementi di orientamento sulle politiche dell'Unione. La relazione è articolata in tre capitoli. Il primo si sofferma su aree di risalto per il processo di integrazione: l'evoluzione degli istituti di governance economica, il negoziato sul quadro finanziario pluriennale, l'attuazione delle modifiche introdotte dal trattato di Lisbona. Il secondo capitolo passa in rassegna i principali sviluppi previsti nelle singole aree tematiche in cui si articola l'attività dell'Unione, soffermandosi in particolare sul completamento del mercato interno, sulla dimensione esterna dell'Unione, sul rafforzamento dello spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, sulle politiche settoriali. Il terzo capitolo illustra le priorità in materia di adempimenti dell'Italia nel quadro della partecipazione all'Unione europea, che riguardano la prevenzione e risoluzione delle procedure d'infrazione al diritto dell'UE, il contrasto delle frodi, la comunicazione ai cittadini sull'attività dell'Unione. Per quanto riguarda la governance economica, si sottolinea che la costruzione di un'autentica unione economica e monetaria è imperniata su quattro assi portanti: unione bancaria, integrazione fiscale, integrazione economica e legittimità democratica del processo decisionale. La posizione dell'Italia favorevole all'aumento complessivo del bilancio dell'Unione europea non ha trovato consenso sufficiente per evitare una riduzione dei fondi europei. La relazione evidenzia infine la significativa riduzione, ottenuta nel 2012, del numero di procedure di infrazione aperte nei confronti dell'Italia per mancata attuazione o violazione del diritto europeo.
La senatrice Cardinali, relatrice sul Doc. LXXXVII, n. 1, ha illustrato la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia alla Ue che è articolata in quattro parti: la prima tratta gli sviluppi del processo di integrazione europea; la seconda illustra la partecipazione dell'Italia alla realizzazione delle principali politiche settoriali (mercato interno e competitività, agricoltura e pesca, trasporti, occupazione e politiche sociali, istruzione e politiche giovanili, cultura, turismo, salute, tutela dei consumatori, ricerca, ambiente, energia, fiscalità). Nella terza parte è analizzata la partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione; nella quarta sono descritti le politiche di coesione e l'andamento dei flussi finanziari dall'Unione verso l'Italia. L'agenda europea nel 2012 - ha ricordato la relatrice - è stata dominata ancora dai temi economici e finanziari, con l'obiettivo di mantenere la stabilità dell'area euro. La relazione sottolinea l'impegno italiano per adottare il patto per la crescita e l'occupazione, per rafforzare l'architettura istituzionale dell'Unione economica e monetaria, per allargare l'Unione a Serbia, Kosovo e Montenegro, per stipulare partenariati privilegiati con i Paesi mediterranei. Nel settore della politica di coesione, il Governo ha recuperato consistenti finanziamenti europei, ma l'Italia continua ad essere in fondo alla graduatoria dei Paesi europei quanto a percentuale di utilizzo dei fondi europei.