574ª Seduta pubblica
Martedì 9 febbraio 2016 alle ore 12:07
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2081, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, e connessi.
Il Capo I (articoli da 1 a 10) introduce l'istituto dell'unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale; disciplina le modalità per la costituzione delle unioni civili e ne delinea le cause di impedimento; definisce diritti e doveri derivanti dall'unione; estende alle parti le disposizioni in materia di diritti successori dei coniugi; permette alla parte dell'unione civile di ricorrere all'adozione non legittimante nei confronti del figlio naturale dell'altra parte; disciplina lo scioglimento dell'unione. Il Capo II (articoli da 11 a 23) definisce la convivenza di fatto; stabilisce doveri di reciproca assistenza, diritti di permanenza nella casa comune di residenza, l'obbligo di mantenimento in caso di cessazione; parifica i diritti del convivente superstite a quelli del coniuge superstite; enuncia le cause di nullità del contratto di convivenza.
Si è oggi conclusa la discussione generale, iniziata il 2 febbraio. Hanno preso la parola i sen. Falanga, D'Anna, Scavone (AL); Emilia De Biasi, Anna Finocchiaro, Emma Fattorini, Pagliari, Doris Lo Moro, Manconi, Mineo, Francesca Puglisi, Giuseppina Maturani, Santini, Josefa Idem, Pamela Orrù, Verducci, Lumia, Lepri, Martini (PD); Giovanardi, Quagliarello, Davico (GAL); D'Ascola, De Poli, Formigoni, Sacconi (AP); Buccarella, Cappelletti, Airola (M5S); Razzi, Fasano, Cardiello, Malan, Anna Maria Bernini, Gasparri (FI-PdL); Cervellini, Loredana De Petris (SEL); Ivana Simeoni (Misto); Liuzzi (CR); Berger, Romano (Aut).
GAL, FI-PdL, CR e AP hanno ribadito che l'unione civile, ricalcando la configurazione del matrimonio, è in contrasto con l'articolo 29 della Costituzione, che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il ddl stravolge il concetto di famiglia, discrimina le coppie di fatto, antepone i desideri individuali degli adulti al diritto dei minori di avere due genitori di sesso diverso. Il Gruppo Area popolare ha invocato la coesione nazionale, ricordando che il ddl sulle unioni civili non fa parte del programma di governo: una lacerazione avrebbe una ricaduta sugli equilibri istituzionali. Il Gruppo propone di riconoscere le convivenze omossessuali, differenziando l'unione civile dal matrimonio e stralciando l'articolo 5. La step child adoption, infatti, apre la strada al diritto alla genitorialità e alla pratica della maternità surrogata, legittimando una coppia omosessuale a utilizzare l'utero di una donna straniera. Occorrerebbe almeno prevedere che il ricorso all'utero in affitto sia un reato, anche se praticato all'estero. Alcuni senatori del PD e il Gruppo delle Autonomie condividono queste perplessità: ritengono necessario approvare una legge condivisa e propongono di rinviare la disciplina delle adozioni a un provvedimento ad hoc, di limitare l'adozione ai figli già nati o di sostituire l'adozione del figliastro con l'affido rinforzato. La maggioranza del PD ritiene, invece, che oggetto del ddl non sia la ridefinizione del concetto di famiglia, bensì il riconoscimento di diritti civili che contribuiscono a modernizzare il Paese. Il Gruppo AL ha preannunciato voto favorevole al ddl. Secondo M5S, più che dal ddl sulle unioni civili, la famiglia è minacciata dalla precarietà e dalla mancanza di politiche sociali. L'articolo 5 è oggetto di polemiche politiche strumentali, che mescolano perplessità legittime con pregiudizi retrogradi, e la maggioranza di Governo non dovrebbe nascondersi dietro il voto segreto. Favorevole al matrimonio egualitario, SEL nega che vi sia una relazione tra l'articolo 5 e la pratica dell'utero in affitto, alla quale ricorrono principalmente le coppie eterosessuali, ed è contraria a modifiche restrittive del ddl. La sen. Finocchiaro (PD) ha proposto che l'approvazione del ddl sia accompagnata da un atto di indirizzo che impegni il Governo ad assumere iniziative per la messa al bando a livello internazionale della pratica dell'utero in affitto e per una riforma della legge sulle adozioni centrata sul preminente interesse del minore. A titolo personale, la sen. Bernini (FI-PdL) ha annunciato voto favorevole al ddl, che colma un vuoto normativo che ha provocato condanne all'Italia da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo. Ha però criticato la superficialità, l'opportunismo politico, le forzature con cui è stata affrontata la materia.
La Presidenza ha comunicato che il sen. Calderoli (LN) ha presentato una proposta di non passaggio all'esame degli articoli. La replica del rappresentante del Governo avrà luogo nella seduta pomeridiana di domani.