523ª Seduta pubblica
Mercoledì 14 ottobre 2015 alle ore 09:31
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 2081, regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, e connessi.
Il ddl n. 2081 è volto a riconoscere giuridicamente le coppie di persone dello stesso sesso e i diritti delle coppie di fatto. Il Capo I introduce nell'ordinamento l'istituto dell'unione civile tra persone dello stesso sesso, il Capo II reca una disciplina della convivenza di fatto, eterosessuale e omosessuale.
Il sen. Palma (FI-PdL), presidente della Commissione giustizia, ha riferito in modo dettagliato sui lavori in sede referente, che sono iniziati il 18 giugno 2013 e non si sono conclusi. Il sen. Palma ha evidenziato lo stallo determinato dalla calendarizzazione della riforma costituzionale e ha giudicato ingenerose le critiche rivolte alla Commissione.
A seguito della decisione assunta ieri dalla Conferenza dei Capigruppo, il ddl n. 2081 sarà discusso senza relazione. I sen. Giovanardi (AP) e Malan (FI-PdL) ritengono che la procedura sia illegittima, violando le previsioni sul procedimento legislativo dell'articolo 72 della Costituzione.
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 1559, recante norme per la riorganizzazione dell'attività di consulenza finanziaria. Il testo passa alla Camera.
Il ddl, che consta di un unico articolo, è volto ad istituire un albo unico, gestito da un solo organismo con personalità giuridica di diritto privato, per consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede (attuali promotori finanziari), consulenti finanziari indipendenti (attuali consulenti finanziari), società di consulenza finanziaria.
Nella seduta antimeridiana del 16 settembre scorso si è conclusa la discussione generale. Nelle dichiarazioni finali, hanno annunciato voto favorevoli i sen. Anna Cinzia Bonfrisco (CR), Barani (AL), Federica Chiavaroli (AP), Sciascia (FI-PdL) e Mauro Marino (PD). Ritenendo che le due figure di promotore e consulente finanziario non siano chiaramente distinte, i sen. Tosato (LN) e le sen. Bottici (M5S) e Bignami (Misto-SEL) hanno annunciato l'astensione.
Accolta la proposta di inversione dell'ordine del giorno, l'Assemblea ha approvato la richiesta di dichiarazione d'urgenza per il ddl n. 2024, di iniziativa di M5S, sul divieto di pubblicità per i giochi con vincite in denaro. Dopo un dibattito in cui il sen. Endrizzi (M5S) ha polemizzato con la richiesta di estendere la dichiarazione d'urgenza al ddl n. 2000, il cui contenuto non può essere considerato omogeneo, sono state votate e approvate anche le richieste di dichiarazioni d'urgenza per i ddl n. 2000 del sen. Mirabelli (PD), n. 2047 del sen. Crosio (LN) e n. 2087 della sen. Bencini (Misto-IdV).
Al termine delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Renzi in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre, che discuterà i temi dell'immigrazione, della Siria e dei rapporti con la Russia, l'Assemblea ha approvato la risoluzione di maggioranza e, in un testo riformulato, la proposta di Alleanza Liberalpopolare.
Il Presidente del Consiglio ha rivendicato con orgoglio il fatto che l'esigenza di una politica condivisa dell'immigrazione sta raccogliendo consensi e che il regolamento di Dublino è ormai superato. L'identità europea - ha affermato il Presidente del Consiglio - non può fondarsi sulla contrapposizione alla Russia e sulla costruzione di nuovi muri e le risposte al terrorismo non possono limitarsi ai raid aerei. Nel Mediterraneo e in Medio Oriente occorre abbandonare la politica delle reazioni istintive ed elaborare una strategia che consenta di contrastare il blocco del fondamentalismo che si estende dall'Afghanistan alla Nigeria. In questa prospettiva si inquadrano una politica di investimenti in Africa e la stabilizzazione dell'Egitto. A proposito della richiesta di revisione dei Trattati e del rapporto dei cinque presidenti, il Presidente del Consiglio ha affermato che la nuova governance dell'eurozona non è sufficiente a rilanciare la crescita: occorre prendere atto che la politica economica europea di questi anni non ha funzionato. Nei prossimi due anni si apre uno scenario interessante: nel 2017 ci saranno le elezioni in Francia e in Germania e il referendum nel Regno Unito. Avendo completato le riforme strutturali (riforma costituzionale, del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione e della scuola), l'Italia avrà una maggiore credibilità per promuovere una politica alternativa e contribuire alla soluzione dei problemi europei.
Nelle dichiarazioni di voto la sen. Anna Cinzia Bonfrisco (CR) ha posto l'accento sulla necessità di una politica dell'immigrazione e della sicurezza più rigorosa e tempestiva; ha evidenziato il ruolo chiave della Tunisia; ha ricordato che senza la crisi siriana e l'attraversamento dell'est europeo da parte di migliaia di profughi, l'Europa avrebbe continuato a ignorare il problema. Il sen. Giovanni Mauro (GAL) ha evidenziato che l'Europa continua a privilegiare l'Est rispetto al Mediterraneo e ha auspicato una politica di cooperazione con l'Africa che rifugga tentazioni neocoloniali. Il sen. Arrigoni (LN) ha evidenziato che l'Italia non è riuscita a condizionare la politica europea: il regolamento di Dublino non sarà superato, la politica europea di respingimenti e di controllo rigido delle frontiere è molto lontana dal permissivismo del Governo italiano, che non distingue tra rifugiati e immigrati economici. Secondo la Lega Nord è molto pericoloso investire sulla Turchia, che ha avuto probabilmente un ruolo nella genesi dell'Isis, considerandola un partner affidabile per il contenimento dei flussi migratori. Secondo il sen. Barani (AL) non si può attendere il 2017 per mettere in campo una strategia europea di accoglienza. La lotta contro l'Isis non può escludere il ricorso alla forza e richiede una convergenza tra Russia e USA. E' auspicabile infine che la Germania abbandoni la politica del surplus commerciale e punti sulla crescita della domanda interna. Il sen. De Cristofaro (SEL) ha auspicato maggiore coraggio, ricordando che anche il Governo italiano ha assecondato pulsioni demagogiche quando ha soppresso l'operazione Mare Nostrum. Alla propaganda va opposto un progetto politico ampio, anche perché l'Europa è un continente sempre più vecchio e l'immigrazione è una grande opportunità. Sulla Turchia, il sen. De Cristofaro ha evidenziato la necessità di affrontare la questione curda, riconoscendo che il Pkk è un baluardo contro il fondamentalismo. Ha ricordato infine che le riforme italiane sono in continuità con quel paradigma dell'austerità e del liberismo temperato che ha aggravato la crisi. Il sen. Casini (AP) ha evidenziato la mancanza di una strategia europea per il Mediterraneo a causa della miopia dei Paesi del Nord. La politica di vicinato con la Russia non può essere determinata dalle angosce dei Paesi baltici: la questione siriana e irachena non può essere risolta senza l'associazione della Russia. Occorre evitare l'uscita del Regno Unito dalla UE, tenere aperto il dialogo con la Turchia e onorare gli impegni con la Tunisia. La sen. Fattori (M5S) ha invitato il Governo a dismettere i toni autocelebrativi: l'Europa è lontana dalla soluzione del problema dell'immigrazione, che viene affrontato in un'ottica germanocentrica. M5S chiede da anni il superamento del trattato di Dublino, l'asilo europeo, il potenziamento delle commissioni territoriali, i corridoi umanitari, le quote vincolanti, la revisione dell'accoglienza, la lotta al traffico degli esseri umani su cui hanno lucrato anche le cooperative. La risoluzione del Gruppo prevede che in occasione della revisione dei trattati, chiesta dal Regno Unito, i cittadini europei possano pronunciarsi sulla moneta unica e sulla permanenza nell'eurozona. La sen. Fattori ha annunciato infine l'astensione sulla risoluzione di maggioranza perché le riforme necessarie per la crescita e la democratizzazione dell'Europa non coincidono con le riforme oligarchiche volute dal Governo. Secondo il sen. Minzolini (FI-PdL) il Governo italiano pecca di immobilismo rispetto alla situazione mediorientale dove non vanno ripetuti gli errori commessi in Libia. Realisticamente, per battere l'Isis bisogna contare sulla Russia e su Assad: occorre dunque lavorare a una coalizione internazionale con gli Stati Uniti e i Paesi arabi moderati. La risoluzione del Gruppo propone di aprire campi profughi sul terreno libico, sollecitare il passaggio alla terza fase di Eunavformed, considerare l'impegno militare contro l'Isis. Il sen. Minzolini ha ricordato infine che la Costituzione non ha prezzo: non si può modificare la Carta fondamentale per ottenere un margine di flessibilità rispetto ai vincoli di bilancio. Hanno annunciato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza la sen. Repetti (Misto), il sen. Panizza (Aut), che ha auspicato lo sbocco di risorse per la crescita, e il sen. Maran (PD) che ha posto l'accento sull'instabilità dello scenario mondiale: oggi gli Stati Uniti non sono più la locomotiva economica mondiale e non hanno le risorse per governare il mondo. L'Europa deve quindi rilanciare il processo di unificazione, affrontare il problema della difesa comune e firmare il TTIP per contrastare le potenze emergenti del capitalismo autoritario. Sulla situazione siriana, è difficile immaginare un intervento militare ed è impensabile che la Russia possa trovare una soluzione politica. Il Sottosegretario di Stato Gozi ha espresso parere contrario sulle risoluzioni di LN, SEL, M5S, CR e FI-PdL. Ha accolto invece la risoluzione di maggioranza e ha chiesto una riformulazione della risoluzione di AL.
L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 2054, modifiche all'articolo 9 della legge 2012, n. 96, concernenti la Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici.
Il relatore, sen. Gotor (PD), ha illustrato il contenuto del provvedimento. L'articolo 1 potenzia l'organico della Commissione per il controllo dei rendiconti dei partiti, la quale, per carenza di personale, non è riuscita a verificare i bilanci per gli anni 2013 e 2014, regolarmente presentati da tutti i partiti politici. Differisce, inoltre, al giugno 2016 il termine della verifica e detta una norma di interpretazione autentica sull'accesso dei dipendenti dei partiti alla cassa integrazione straordinaria e ai contratti di solidarietà. Il relatore ha colto l'occasione per polemizzare con la demagogia antipartitica e ha rivendicato la vitale importanza per la democrazia del finanziamento pubblico ai movimenti politici.
La questione pregiudiziale presentata dal sen. Endrizzi (M5S) è stata respinta. Movimento 5 Stelle, che ha rinunciato alle risorse pubbliche, ha ricordato che il finanziamento pubblico dei partiti, abolito da un referendum popolare, è stato reintrodotto surrettiziamente sotto forma di rimborso elettorale. Il controllo sui bilanci dei partiti è stato sottratto alla Corte dei conti e affidato ad una Commissione che non è stata messa nelle condizioni di verificare i rendiconti. Il ddl dispone quindi una sanatoria per gli anni 2013 e 2014. Il Gruppo ha presentato emendamenti per abolire il rimborso per le spese elettorali, restituire alla Corte dei conti la verifica di congruità tra somme percepite e somme sostenute per scopi elettorali, riassegnare i fondi a fini sociali. Il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario su tutti gli emendamenti. Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Bruni (CR), Mazzoni (AL), Anna Maria Bernini (FI-PdL), Del Barba (PD): il provvedimento non dispone una sanatoria ma prevede una regolarizzazione. A titolo personale, ha annunciato voto favorevole il sen. Maurizio Romani (Misto-IdV). La sen. De Petris (SEL) e il sen. Campanella (Misto-IdV) hanno annunciato l'astensione. Anche il sen. Augello (AP), in dissenso dal Gruppo, si è astenuto. Il sen. Morra (M5S), nell'annunciare voto contrario, ha rilevato che il bicameralismo paritario non ha ostacolato l'approvazione in tempi fulminei del ddl. La sen. Mussini (Misto) ha annunciato voto contrario. Il sen. Crimi (M5S) ha dichiarato la non partecipazione al voto.