517ª Seduta pubblica
Lunedì 5 ottobre 2015 alle ore 15:08
Il Consiglio di Presidenza integrato, dopo avere esaminato quanto avvenuto nella seduta di venerdì 2 ottobre, ha comminato le seguenti sanzioni: interdizione per cinque giorni di seduta ai sen. Barani e D'Anna (AL) e per un giorno al sen. Airola (M5S). Il Consiglio, che si riunirà per approfondire ulteriori episodi, ha poi censurato la condotta del sen. Castaldi (M5S) e i comportamenti della Lega Nord nella seduta del 1° ottobre. Condotte irrispettose delle persone e delle istituzioni non saranno più ammesse: la Presidenza ha invitato i Capigruppo a collaborare.
L'Assemblea ha approvato il parere favorevole, espresso dalla 1a Commissione permanente, sulla sussistenza dei requisiti costituzionali di necessità e urgenza in ordine al decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica. A favore del parere è intervenuto il sen. Migliavacca (PD); si sono pronunciati contro i sen. D'Ambrosio Lettieri (CR), Arrigoni (LN), Campanella (Misto-SEL), Endrizzi (M5S), Mario Mauro (GAL) e Anna Maria Bernini (FI-PdL).
Sulla notizia relativa al pagamento di un riscatto per liberare le due cooperanti italiane rapite nel 2014 vicino ad Aleppo, sono intervenuti i sen. Divina (LN), Crimi (M5S), Casini (AP), Casson (PD), Romani (FI-PdL), De Cristofaro (SEL) e Buemi (Aut).
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1429-B, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della Costituzione, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.
Nella seduta di sabato 3 ottobre è stato approvato l'articolo 2 con l'emendamento di maggioranza 2.204.
Gli articoli 3, 4 e 5 non sono stati modificati dalla Camera. L'Assemblea ha approvato, senza modifiche, l'articolo 6 che modifica l'articolo 64 della Costituzione, prevedendo che il Regolamento della Camera disciplina lo statuto delle opposizioni.
La Ministro per i rapporti con il Parlamento Boschi si è rimessa all'Aula sull'emendamento 6.910 del sen. Calderoli (LN), che fa riferimento anche alle minoranze linguistiche, mentre ha espresso parere contrario sugli altri emendamenti. Nella votazione a scrutinio segreto, l'emendamento 6.910 è stato respinto. Sono stati respinti anche gli emendamenti 6.701, a prima firma del sen. Uras (SEL), che esplicitava la finalità dello statuto: assicurare la rappresentanza popolare delle opposizioni, l'esercizio della funzione legislativa e di sindacato ispettivo; l6.18c di M5S, che rinviava al Regolamento per la designazione dei Presidenti delle Commissioni di controllo e garanzia, e 6.10c di M5S, volto a prevedere la decadenza dal mandato parlamentare in caso di reiterata violazione del dovere di partecipare ai lavori. Respinti, infine, gli emendamenti di SEL e di FI-PdL volti a introdurre lo statuto delle opposizioni anche nel Regolamento del Senato.
Il sen. Malan (FI-PdL) ha sollevato nuovamente la questione dell'emendabilità degli articoli 10 e 21. Il sen. Endrizzi (M5S) ha invitato a sciogliere il nodo dell'articolo 39, che contiene la norma transitoria sull'elezione del Senato. M5S e LN hanno chiesto alla Presidenza di riconsiderare i tempi assegnati, anche in considerazione del fatto che numerosi emendamenti non sono stati ammessi alla votazione.
La Presidenza non ha consentito al sen. Calderoli (LN) di ritirare e trasformare alcuni emendamenti in ordini del giorno, ravvisando un intento ostruzionistico e richiamando l'articolo 95, comma 7, del Regolamento, che fa riferimento al consenso del Presidente. Il sen. Romani (FI-PdL) si è dichiarato poco interessato alla lotta tra gamberi e canguri e ad un dibattito incentrato sulle procedure: ha quindi invitato il Presidente a convocare la Conferenza dei Capigruppo per favorire un'intesa sulla prima applicazione della riforma al Senato e sull'elezione dei giudici della Corte costituzionale. L'osservazione del sen. Romani è stata condivisa dalla sen. Bonfrisco (CR) e dal sen. Marton (M5S). Il sen. Calderoli (LN) ha rilevato che il Governo non si è ancora pronunciato sui nodi irrisolti. Anche la sen. De Petris (SEL) ha auspicato un chiarimento politico.
Dopo che l'Assemblea ha respinto una richiesta di votazione per parti separate avanzata dal sen. Candiani (LN) sull'emendamento 6.1032c, la Presidenza ha messo ai voti la prima parte dell'emendamento. Le opposizioni hanno sollevato obiezioni, ritenendo che l'emendamento avrebbe dovuto essere votato nella sua interezza. Il Presidente ha richiamato l'articolo 102, comma 4, in base al quale l'ordine delle votazioni può essere modificato per economia dei lavori, e ha richiamato all'ordine il sen. Candiani. Il sen. Santangelo (M5S) ha osservato che l'ordine di votazione è concetto diverso dalla votazione per parti separate. Secondo il Presidente riproporre questioni già decise, al fine di impedire il prosieguo dei lavori, è scorretto.
Nelle dichiarazioni di voto all'articolo 6, hanno annunciato voto contrario i sen. Malan (FI-PDL), Bruni (CR), Mario Mauro (GAL), Arrigoni (LN), De Cristofaro (SEL), Crimi (M5S). Le opposizioni hanno giudicato pasticciata la norma che richiama il concetto di minoranze parlamentari, ma rinvia solo al Regolamento della Camera la disciplina dello statuto delle opposizioni.
Il sen. Castaldi (M5S) ha chiesto alla Presidenza di consentire una riunione del Gruppo domani dalle 11 alle 13. La Presidenza ha anticipato la pausa della seduta antimeridiana di domani alle ore 13.