484ª Seduta pubblica
Mercoledì 15 luglio 2015 alle ore 09:30
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1993 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR, già approvato dalla Camera dei deputati.
L'articolo 1 determina la misura della rivalutazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS, relativamente agli anni 2012 e 2013 (con effetti anche sugli anni successivi). L'intervento consegue alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità dell'esclusione, per gli anni 2012 e 2013, della perequazione automatica per i trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo. Considerato che il ripristino della rivalutazione automatica avrebbe un impatto negativo sui saldi di finanza pubblica, il Governo ha optato per la restituzione parziale, modulata attraverso quote variabili: resta ferma la perequazione al cento per cento per i trattamenti di importo inferiore o pari a tre volte il minimo. La rivalutazione è riconosciuta nella misura del quaranta per cento per le pensioni pari a quattro volte il trattamento minimo; nella misura del venti per cento per le pensioni pari a cinque volte il minimo, nella misura del dieci per cento per le pensioni inferiori a sei volte il minimo. Non è riconosciuta alcuna perequazione per i trattamenti di importo superiore a sei volte il minimo. L'articolo 2 dispone un incremento, pari a 1.020 milioni di euro per il 2015, del Fondo sociale per occupazione e formazione, ai fini del finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. L'articolo 3 incrementa da 30 a 35 milioni di euro, per il 2015, il limite massimo della quota destinata al riconoscimento della cassa integrazione in deroga per il settore della pesca. Il comma 1 dell'articolo 4 estende al 2015 la possibilità per le imprese di stipulare contratti di solidarietà di tipo difensivo, stanziando 140 milioni di euro per il 2015. I commi 1 e 1-bis dell'articolo 5 recano una modifica della normativa pensionistica sul sistema di calcolo contributivo, prevedendo che il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo individuale non è in ogni caso inferiore ad un punto percentuale. L'articolo 6, inserito dalla Camera, reca una norma di interpretazione autentica della disposizione sui trattamenti pensionistici per i lavoratori esposti all'amianto. Il comma 1 dell'articolo 6 introduce un termine temporale unico per il pagamento da parte dell'INPS dei trattamenti pensionistici, delle prestazioni in favore degli invalidi civili e delle rendite vitalizie a carico dell'INAIL. L'articolo 7 modifica un profilo della disciplina, introdotta in via sperimentale dalla legge di stabilità, relativa alla possibilità, per i lavoratori dipendenti del settore privato, di liquidazione in busta paga delle quote del trattamento di TFR maturate nel periodo 1° marzo 2015-30 giugno 2018. La garanzia del privilegio speciale è sostituita con il privilegio generale sui beni mobili.
Nella seduta di ieri la relatrice ha illustrato il provvedimento, sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità e si è svolta la discussione generale. Oggi, in sede di replica, la sen. D'Adda ha ricordato che la sentenza n. 70 della Corte costituzionale ha bocciato non il blocco dell'indicizzazione varato nel 2011 bensì il mancato bilanciamento tra esigenze finanziarie, richiamate in modo generico, e diritti dei cittadini, e la penalizzazione delle pensioni più basse. In una delicata situazione di finanza pubblica, il decreto concentra le risorse sulle pensioni più basse e non prevede una sospensione indeterminata della rivalutazione.
Tutti gli emendamenti riferiti agli articoli sono stati respinti.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto contrario i sen. Emanuela Munerato (Misto), Anna Cinzia Bonfrisco (CR), Divina (LN), Uras (SEL), Nunzia Catalfo (M5S). Il sen. D'Anna (GAL) ha annunciato l'astensione, auspicando un intervento sul sistema previdenziale per risanare la finanza pubblica. Il sen. Sacconi (AP), nell'annunciare voto favorevole, ha affermato la necessità di promuovere la previdenza complementare e di unificare il sistema pensionistico a livello europeo.
Le opposizioni hanno denunciato le pressioni esercitate dal premier Renzi sulla Corte costituzionale e hanno appuntato le critiche sul rimborso parziale e forfetario, previsto dall'articolo 1, che aggira la sentenza n. 70 ed è in continuità con l'austerità del Governo Monti. Secondo Conservatori e Riformisti l'Esecutivo avrebbe dovuto dare piena attuazione alla sentenza, conseguire risparmi attraverso la revisione della spesa improduttiva e intervenire sulla legge Fornero per correggere le iniquità del sistema previdenziale. La Lega Nord ha denunciato il silenzio dei sindacati di fronte a interventi gravemente lesivi dei diritti dei lavoratori. SEL ha criticato l'accorpamento in un unico decreto del rimborso parziale e del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. Ha ricordato che la Repubblica è fondata sul lavoro, non sul pareggio di bilancio, e ha posto l'accento sulla violazione dei diritti acquisiti dei lavoratori e sul fallimento della misura del TFR in busta paga. Ribadendo la proposta del reddito di cittadinanza, M5S ha definito il provvedimento decreto elemosina: il Governo, che ha reperito nove miliardi per il bonus degli 80 euro ma nulla ha fatto per gli esodati, restituisce solo due miliardi dei diciassette indebitamente sottratti ai pensionati.
Le ultime dichiarazioni e il voto finale sono rinviati alla seduta pomeridiana.