468ª Seduta pubblica
Giovedì 18 giugno 2015 alle ore 09:31
L'Assemblea ha approvato il ddl n. 1678, nel testo proposto dalla Commissione, recante delega al Governo per l'attuazione della direttiva 2014/23/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, della direttiva 2014/24/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE e della direttiva 2014/25/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE.Il testo passa alla Camera.
Il ddl, composto di un solo articolo, reca una delega al Governo, che dovrà essere attuata entro il 18 febbraio 2016, per il recepimento di tre direttive che riordinano la normativa europea. E' prevista la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni. Tra i criteri della delega: il divieto di introdurre, o di mantenere negli atti di recepimento, livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive europee; la razionalizzazione del quadro normativo in materia di appalti pubblici e di concessioni, finalizzato a un maggior livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti; la trasparenza e pubblicità delle procedure di gara; la riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e la semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti; il contenimento dei tempi e la piena verificabilità dei flussi finanziari, anche attraverso adeguate forme di centralizzazione delle committenze e di riduzione del numero delle stazioni appaltanti; la razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato; la revisione del sistema vigente di qualificazione degli operatori economici; la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto; il miglioramento delle condizioni di accesso, per le piccole e medie imprese e le imprese di nuova costituzione, al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni; l'individuazione, per le procedure di affidamento, di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento; la trasparenza, nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi ai processi decisionali finalizzati alla programmazione e all'aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni. La Commissione ha introdotto ulteriori criteri direttivi: il divieto di affidamento dei contratti attraverso procedure derogatorie; la sostituzione del criterio del massimo ribasso con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, anche nei servizi ad alta intensità di manodopera; la valorizzazione di esigenze di sostenibilità ambientale e di clausole sociali; la previsione di forme di dibattito pubblico nei territori interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto sull'ambiente; la valorizzazione della fase progettuale e il contenimento delle varianti in corso d'opera; il rafforzamento dei poteri di vigilanza e indirizzo dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), che elaborerà contratti-tipo e bandi-tipo e istituirà un albo nazionale dei commissari di gara; l'istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture, di un albo nazionale per il ruolo di responsabile dei lavori; l'affidamento delle concessioni mediante procedura ad evidenza pubblica, con una disciplina transitoria per le concessioni autostradali.
Nella seduta antimeridiana di ieri è iniziata la votazione degli emendamenti, che si è conclusa oggi con l'approvazione degli emendamenti: 1.368 (testo 3), a prima firma del sen. Zeller (Aut), che esclude dalla procedura di evidenza pubblica le concessioni autostradali ove il controllo sia esercitato da soggetti pubblici; 1.376 (testo 2) del sen. Margiotta, che affianca, alla previsione di procedure di dibattito pubblico sulle grandi opere di impatto ambientale, una procedura di acquisizione di consensi tecnici per realizzare un'opera semplice, vincolante e non modificabile; 1.387 del sen. Cioffi (M5S), che prevede l'obbligo per la stazione appaltante di procedere al pagamento diretto anche su richiesta del subappaltatore; 1.246 (testo 2), a prima firma del sen. Cioffi (M5S), sulla riduzione delle stazioni appaltanti, che prevede, per gli affidamenti di importo superiore alle soglie comunitarie, un livello di aggregazione almeno regionale o di provincia autonoma e, per gli affidamenti di importo superiore a 100.000 euro e inferiore alle soglie comunitarie, aggiudicati dai comuni, livelli di aggregazione subprovinciali. Approvati anche gli emendamenti dei relatori 1.607, che include l'ANAC tra i soggetti da consultare prima dell'emanazione dei decreti delegati; 1.652, che estende alle procedure di appalto già bandite il divieto di attribuire compiti di responsabilità dei lavori al contraente generale; 1.700, con un subemendamento del sen. Crosio (LN), che, in relazione agli appalti assegnati, impone il ricorso a conti dedicati per regolare i flussi dei pagamenti verso tutti i prestatori d'opera e prevede un sistema amministrativo di penalità e premialità, sotto la direzione dell'ANAC, per la denuncia obbligatoria delle richieste estorsive e corruttive; 1.651 (testo 4), che esclude dall'obbligo di procedura di evidenza pubblica le concessioni in essere o di nuova aggiudicazione affidate con la formula della finanza di progetto e le concessioni in essere affidate con procedure di gara ad evidenza pubblica secondo il diritto dell'UE.
Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i sen. Di Maggio (CR), Crosio (LN), Buemi (Aut), Di Giacomo (AP), Matteoli (FI-PdL), Zanda (PD) che hanno lodato l'ottimo lavoro svolto, in tempi relativamente brevi, dalla Commissione lavori pubblici, grazie al proficuo confronto di merito e alla collaborazione e con il Vice Ministro delle infrastrutture Nencini. Il sen. Cervellini (SEL) e Ciofi (M5S) hanno annunciato l'astensione, rammaricandosi per l'esclusione di alcune concessioni dalla procedura di evidenza pubblica; hanno auspicato, inoltre, che il delicato equilibrio raggiunto non sia incrinato nel passaggio alla Camera e che il Governo eserciti la delega attenendosi ai criteri fissati.