444ª Seduta pubblica
Mercoledì 6 maggio 2015 alle ore 16:30
Al termine dell'esame di mozioni sulla realizzazione della rete a banda ultra-larga, l'Assemblea ha approvato la mozione del PD e, con modifiche, quelle di LN, M5S, Gruppo Misto e FI-PdL.
Nella seduta antimeridiana sono stati illustrati gli atti di indirizzo e si sono svolte la discussione generale e la replica del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Giacomelli.
In dichiarazione di voto sono intervenuti i sen. Crosio (LN), che, nell'invocare la regia del Governo nella realizzazione di una libera concorrenza nel mercato della rete a banda ultra-larga, ha annunciato l'astensione sulla mozione del Gruppo Misto, a suo dire anacronistica e dispersiva; Orellana (Misto); Langella (NCD); Castaldi (M5S), che, nel rimarcare il gap che separa l'Italia dagli altri Paesi europei, ha auspicato l'estensione dei servizi on line offerti dalle pubbliche amministrazioni; Romani (FI-PdL), che ha espresso rammarico per la contrarietà del Governo alla creazione di una società partecipata per la realizzazione della rete. Per il sen. Borioli (PD) la realizzazione della rete a banda ultra-larga è la piattaforma necessaria per il successo delle rilevanti riforme che il Governo ha messo in campo.
L'Assemblea ha poi avviato l'esame del ddl n. 1328, nel testo proposto dalla Commissione, recante deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura.
Il provvedimento, collegato alla manovra di finanza pubblica, è articolato in sei titoli: il titolo I riguarda la semplificazione e la sicurezza agroalimentare; il titolo II la razionalizzazione e il contenimento della spesa pubblica; il titolo III la competitività e lo sviluppo delle imprese agricole e agroalimentari; il titolo IV disposizioni relative a singoli settori produttivi (trasformazione del pomodoro, riso, prodotti della pesca e dell'acquacoltura). La Commissione ha introdotto due ulteriori titoli: il V, in materia di lavoro agricolo, e il VI, sulle disposizioni finali.
All'articolo 1 la Commissione ha soppresso le norme riguardanti le semplificazioni in materia di controlli e ha introdotto disposizioni - all'articolo 2 anche di natura penale - per garantire la sicurezza agroalimentare. L'articolo 3 reca disposizioni in materia di servitù. L'articolo 4 riguarda la riduzione dei termini per i procedimenti amministrativi. La Commissione ha soppresso le disposizioni in materia di contratti agrari. L'articolo 5 prevede una delega al Governo per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di agricoltura, pesca e acquacoltura. L'articolo 6, introdotto dalla Commissione, promuove società di affiancamento tra agricoltori pensionati e giovani imprenditori agricoli per agevolare la trasmissione di conoscenze economico-gestionali. L'articolo 7 riguarda il sostegno dell'agricoltura e dell'acquacoltura biologiche: senza nuovi oneri a carico del bilancio statale, si prevede l'istituzione del Sistema informativo per il biologico (SIB) presso il Ministero delle politiche agricole. L'articolo 8, introdotto dalla Commissione, riguarda il subappalto. L'articolo 9 reca una delega al Governo per il riordino, la soppressione e la riduzione di enti, società, agenzie vigilati dal Ministero delle politiche agricole, per il riordino dell'assistenza tecnica agli allevatori e per la revisione della disciplina sulla riproduzione animale. Si pone l'accento su criteri di nomina che garantiscano una comprovata qualificazione scientifica e professionale e sulla riduzione del ricorso a contratti a soggetti esterni alla pubblica amministrazione. Si prospetta l'istituzione di un unico ente preposto alla ricerca, alla sperimentazione in agricoltura e all'analisi dell'economia agraria. In Commissione sono state soppresse le norme sul made in Italy all'estero e sul marchio identificativo della produzione nazionale, in quanto subordinate all'approvazione della Commissione europea. Soppresso anche l'articolo sui contratti di rete. Sono stati invece introdotti gli articoli 10, che prevede l'istituzione della Banca delle terre agricole, 11, riguardante la modernizzazione della logistica, e 12 sull'assunzione congiunta di lavoratori. L'articolo 13 reca disposizioni per agevolare la partecipazione ai programmi di aiuto europei. L'articolo 14, introdotto in Commissione, prevede interventi di sostegno delle imprese agricole attraverso l'Istituto per lo sviluppo agroalimentare (ISA). E' stato soppresso il capo relativo all'imprenditoria giovanile e al ricambio generazionale. L'articolo 15 reca una delega al Governo per il riordino degli strumenti di gestione del rischio in agricoltura e di regolazione dei mercati. L'articolo 16 reca disposizioni per il sostegno della pesca sociale e lo sviluppo della filiera agricola e ittica. Gli articoli 17, 18 e 19 definiscono i prodotti derivanti dalla trasformazione del pomodoro fabbricati in Italia. Gli articoli da 20 a 24 riguardano etichettatura, sanzioni e clausola di mutuo riconoscimento. L'articolo 25 reca una delega al Governo per il sostegno del settore del riso. Gli articoli da 26 a 31, introdotti dalla Commissione, riguardano i prodotti della pesca, lo sportello unico della pesca e dell'acquacoltura, la rete del lavoro agricolo di qualità, la copertura finanziaria dei decreti attuativi.
Il relatore, sen. Formigoni (NCD), nel dar conto dell'approfondito lavoro svolto in Commissione, ha valorizzato gli interventi strutturali e ad ampio spettro previsti nel provvedimento, ponendo l'accento sul loro legame con Expo 2015.
In discussione generale, sono intervenuti i sen. Morra, Gaetti e Puglia (M5S); Candiani (LN-Aut); Scilipoti Isgrò (FI-PdL); Ruvolo (GAL); De Pin (Misto); Pignedoli, Gatti, Elena Ferrara, Padua, Fasiolo e Saggese (PD).
Secondo le opposizioni, il provvedimento è uscito svuotato dall'enorme rallentamento subito, tanto da presentare un contenuto eterogeneo e disordinato, nonostante si proponga di rimediare ai difetti di precedenti provvedimenti emanati in modo frettoloso. È privo di concretezza, chiarezza e prospettiva ed è incapace di proporre un nuovo modello di agricoltura. Per M5S, in particolare, l'art. 9 rappresenta una delega in bianco al Governo, in materia di riordino degli enti partecipati dal Ministero delle politiche agricole e forestali, mentre vi è una totale assenza di risposte alla necessità di tutela del made in Italy e delle piccole e medie imprese agricole nei confronti delle grandi multinazionali estere. Secondo FI prevale con evidenza la logica del profitto a tutti i costi a scapito della valorizzazione della nostra agricoltura, che è alla base della salutare dieta mediterranea. La sen. De Pin (Misto), tra l'altro, ha posto l'accento sull'importanza delle misure atte a favorire l'accesso ai fondi europei. Secondo il PD lo strutturato sistema di incentivi proposto dal provvedimento rappresenta un sostegno organico alla competitività del settore, in particolare nei confronti dei competitors extraeuropei. La semplificazione legislativa ha consentito lo snellimento del sistema dei controlli e la riduzione dei tempi necessari per aprire attività agricole. La tutela del made in Italy è stata rafforzata, il sistema agricolo locale valorizzato ed il ricambio generazionale in agricoltura agevolato. In particolare, la sen. Elena Ferrara ha sottolineato la rilevanza della risicoltura nel nostro Paese, la sen. Padua ha fatto presenti le difficoltà delle piccole e medie imprese del settore vivaistico ed è stata poi ricordata la necessità di contrastare il lavoro nero nel comparto agricolo.
Il seguito della discussione è rinviato alla seduta antimeridiana di domani.