385ª Seduta pubblica
Martedì 27 gennaio 2015 alle ore 09:31
Alle 10,30 la Ministro della difesa Pinotti ha reso un'informativa sull'incidente aereo avvenuto ieri nella base Nato di Albacete: un F-16 in fase di decollo è precipitato, provocando il decesso di dieci militari e il ferimento di venticinque. Il Ministro farà visita oggi al contingente italiano e al maresciallo rimasto ferito.
Hanno quindi preso la parola i sen. Mario Mauro (GAL), che ha sollecitato un impegno maggiore, anche di spesa, per la difesa comune europea; Divina (LN), che ha evidenziato la necessità di mezzi arerei e navali più efficienti. Anche per il sen. Mazzoni (FI-PdL) l'ammodernamento delle dotazioni dell'aeronautica e della marina è necessario per garantire la sicurezza dei militari e per consentire all'Italia di collaborare pienamente con gli alleati. Il sen. Battista (Aut) ritiene che, nonostante la crisi economica, i Paesi europei più importanti dovrebbero stanziare il due per cento del Pil per la spesa militare. Di opposto avviso il sen. Marton (M5S): garantire dotazioni efficienti non implica stanziare il due per cento del Pil per spese militari. L'Italia non dovrebbe delegare ai militari la politica estera e dovrebbe ridimensionare, in base a precise priorità, i suoi impegni internazionali. Il sen. Uras (SEL) ha evidenziato la necessità di investire nella manutenzione delle apparecchiature militari. Secondo il sen. Di Biagio (NCD-UDC) la dinamica dell'incidente merita approfondimento. Il sen. Latorre (PD) ha colto l'occasione per ricordare l'evoluzione della Nato e il contributo italiano all'Alleanza atlantica.
Alle ore 17l'Assemblea ha approvato, in un testo modificato, il ddl n. 1385, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati. Il testo torna all'altro ramo del Parlamento.
Nella seduta di ieri si è conclusa la votazione degli articoli e degli emendamenti. Sono stati approvati gli emendamenti 1.7000 e 1.7001 (testo 2) che specificano i principi fissati dall'emendamento 01.103 del sen. Esposito (PD): soglia al 40 per cento per l'attribuzione alla lista, anziché alla coalizione, del premio di maggioranza nel primo turno elettorale; possibilità del ballottaggio tra le due liste più votate; soglia di sbarramento unica al tre per cento; candidati capilista bloccati i quali, ove siano di identico sesso, non possono superare il sessanta per cento; applicazione della nuova normativa elettorale a decorrere dal 1° luglio 2016.
Nelle dichiarazioni finali, hanno annunciato voto favorevole i sen. Maran (SC), Zeller (Aut), Quagliarello (NCD-UDC), Paolo Romani (FI-PdL), Zanda (PD). Hanno annunciato voto contrario i sen. Ferrara (GAL), Calderoli (LN), De Petris (SEL), Morra (M5S). Hanno parlato in dissenso dai rispettivi Gruppi, annunciando la non partecipazione al voto, i sen. Minzolini, Cinzia Bonfrisco, Bruni, D'Ambrosio Lettieri (FI-PdL), Mineo, Lucrezia Ricchiuti, Chiti, Gotor (PD), D'Anna (GAL).
La Lega Nord ha ricordato che quaranta senatori di Forza Italia hanno sostituito i dissidenti del PD, tenendo così in vita il premier Renzi che, a sua volta, ha resuscitato politicamente Berlusconi, con buona pace del bipolarismo. La nuova legge non supera i due vizi censurati dalla Corte costituzionale: il premio di maggioranza è irragionevole (potrebbe essere attribuito nel secondo turno ad un partito del venti per cento) e la maggioranza del Parlamento continuerà ad essere nominata. Il Senato è stato espropriato dall'interruzione dei lavori in sede referente, dall'approvazione di un emendamento inammissibile, dal contingentamento dei tempi. Il patto del Nazareno ha cancellato la storia della sinistra e ha resuscitato la Democrazia Cristiana: la Lega propone elezioni anticipate immediate da tenere con il Consultellum (sistema proporzionale puro con le preferenze). GAL ritiene che la nuova normativa non garantisca trasparenza, conoscenza, scelta e parità. Né uninominale né proporzionale, la nuova legge elettorale non supera realmente il Porcellum e non ha riscontri nelle democrazie avanzate. Sinistra Ecologia e Libertà ha ricordato le forzature, i trucchi, gli espedienti che hanno scandito l'iter di una legge che la Costituzione vorrebbe circondata da particolari garanzie. Nel merito, il combinato disposto di riforma costituzionale e legge elettorale - ribattezzata Porcellum 2 la vendetta - completa un percorso di verticalizzazione del sistema istituzionale, teso a superare la democrazia parlamentare. Obiettivo non è rianimare la rappresentanza, ma passare ad una democrazia dell'investitura, che esalta le componenti populiste, attribuisce un potere assoluto al partito di maggioranza relativa, relega l'opposizione ad un ruolo di tribuna. La soglia per il premio di maggioranza, sebbene aumentata, rimane irragionevole e distorsiva. Le miniliste bloccate implicano che la Camera dei deputati sarà costituita per più del 60 per cento da nominati. Sostenitore di un sistema elettorale che privilegi la rappresentanza e valorizzi la scelta dei cittadini, Movimento 5 Stelle ha ricordato che la democrazia è sinonimo di partecipazione, condivisione, inclusione. La nuova maggioranza, in forza dei numeri, introduce invece un sistema elettorale peggiore della legge truffa, che replica i vizi rilevati dalla Corte costituzionale e introduce surrettiziamente un premierato di fatto, privo dei necessari contrappesi. I dissenzienti di PD e FI hanno denunciato il deficit di rappresentanza della nuova legge, che personalizza la competizione e favorisce una concentrazione enorme di potere nelle mani del leader del partito vincente il quale, attraverso i capilista bloccati, controllerà la maggioranza dell'unica Camera elettiva. I dissenzienti di FI hanno posto l'accento sul compromesso al ribasso, che ha scambiato la legge elettorale con l'elezione del Presidente della Repubblica. I dissenzienti del PD hanno denunciato la forzatura delle regole e la mancata attribuzione ai cittadini della scelta dei parlamentari.
Pur auspicando una maggiore tutela delle preferenze e una maggiore flessibilità attraverso le coalizioni, Nuovo Centrodestra è soddisfatto delle modifiche approvate in Senato e insiste sulla necessità di una visione complessiva, che tenga insieme legge elettorale, forma di governo e forma di Stato. Ritiene, infine, che la clausola di salvaguardia suggelli l'impegno della maggioranza a completare il processo riformatore. Secondo Scelta Civica, lungi dall'essere la quintessenza della democrazia le preferenze rappresentano uno strumento clientelare e sono state rifiutate dal referendum del 1991. Obiettivi della nuova legge sono il consolidamento della democrazia competitiva e il contrasto della frammentazione e il testo ha raggiunto un equilibrio accettabile tra rappresentatività e governabilità, tra candidati bloccati e preferenze. La minoranza del PD ha di mira il patto del Nazareno e vuole utilizzare la riforma elettorale per far saltare il premier. Il Gruppo delle Autonomie ha espresso apprezzamento per le modifiche introdotte al Senato, ma ha ricordato che resta irrisolto il problema della rappresentanza della minoranza slovena. Contribuendo all'approvazione della nuova legge elettorale e della riforma costituzionale, Forza Italia sta cambiando l'assetto del Paese per dotarlo di istituzioni solide ed efficienti, capaci di affrontare nuove sfide. I leader dei due partiti più grandi hanno saputo superare pregiudizi e raggiungere una mediazione alta. Il nuovo modello prevede un Esecutivo più forte, un Parlamento più snello e rapido nelle decisioni, un Presidente della Repubblica di garanzia. Il Gruppo nega che sia in atto un cambiamento di maggioranza: Forza Italia rimane all'opposizione di politiche incapaci di portare il Paese fuori dalla crisi. La maggioranza del PD ritiene essenziale realizzare compiutamente la transizione dall'impotenza democratica alla democrazia della decisione e pensa che le riforme istituzionali siano uno snodo importante per uscire dalla crisi. Il Gruppo avrebbe preferito collegi uninominali, ma il sistema misto tra capilista e preferenze, esito di un compromesso necessario, non è in contrasto con la sentenza della Corte.
Lo scontro tra maggioranza e opposizione si è riacceso dopo che la sen. Finocchiaro (PD) ha avanzato una proposta di coordinamento, relativa ai collegi plurinominali, alla soppressione del riferimento alle coalizioni, al voto di preferenza. I sen. Calderoli (LN), Crimi (M5S) e De Petris (SEL) hanno chiesto alla Presidenza di rispettare il fine del coordinamento formale, espungendo norme estranee ovvero rinviando il testo in Commissione. La Presidenza ha espunto dalla proposta di coordinamento le lettere c), d) e conseguenti, in quanto estranee agli emendamenti approvati, ha invece sottoposto al voto dell'Assemblea la proposta di rinvio, che è stata respinta. I sen. Calderoli (LN) e De Petris (SEL) hanno chiesto la soppressione di altre norme, tra cui le lettere a) e b). Dopo una breve sospensione, la Presidente ha espunto il riferimento al comma 16-bis dell'emendamento 1.7001. Secondo il sen. Calderoli (LN) la valutazione è erronea: anziché il riferimento ad un emendamento che è stato approvato, andrebbe espunto il riferimento all'articolo 68 del testo unico elettorale. La Presidente ha sottoposto alla votazione dell'Aula la proposta di espungere le lettere a) e b), che è stata respinta. Secondo il sen. Giarrusso (M5S) si tratta di un atto eversivo dell'ordine costituzionale. L'Assemblea ha poi approvato la proposta di coordinamento modificata.
Nel Giorno della memoria, la Presidenza ha ricordato le vittime dell'Olocausto e l'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio. La sen. Amati (PD) e il sen. Malan (FI-PdL) hanno sollecitato la calendarizzazione del ddl sul negazionismo. I sen. Giovanardi (NCD-UDC) e Candiani (LN) hanno rilevato che la proposta non ha attinenza con l'ordine del giorno. Per la commemorazione del settantesimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz sono intervenuti i sen. Campanella (Misto), Ichino (SC), D'Anna (GAL), Volpi (LN), Palermo (Aut), Alessia Petraglia (SEL), Compagna (NCD-UDC), Sara Paglini (M5S), Mazzoni (FI-PdL), Tronti e Zavoli (PD).