376ª Seduta pubblica
Mercoledì 14 gennaio 2015 alle ore 16:32
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1385, e connesso n. 1449, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati, già approvato dall'altro ramo del Parlamento.
Nella Conferenza dei Capigruppo, riunitasi alle ore 15, è stata respinta la richiesta delle opposizioni di sospendere l'esame della legge elettorale al fine di allentare le tensioni politiche e favorire un clima sereno per individuare, con ampia condivisione, il nuovo Presidente della Repubblica. La legge elettorale ha sostanza costituzionale: durante il suo esame devono essere attentamente garantite le prerogative parlamentari, evitando forzature. La mancanza di urgenza del provvedimento, peraltro, è dimostrata da un emendamento della maggioranza che rinvia al 2016 l'entrata in vigore della legge elettorale. Vi è il sospetto - ha affermato la sen. De Petris (SEL) - che il nuovo Presidente della Repubblica sia stato già individuato nel patto del Nazareno ovvero che il premier intenda utilizzare la legge elettorale come arma di ricatto.
La discussione generale, che è iniziata il 7 gennaio e si concluderà domani mattina, è proseguita con gli interventi dei sen. Erika Stefani (LN); Verducci, Gotor, Buccherini, Collina, Russo, Lumia, Migliavacca, Pagliari, Sposetti (PD); Barozzino (SEL); Di Biagio, Torrisi (NCD-UDC); Maria Mussini, Ivana Simeoni (Misto).
La Lega Nord ha dichiarato di avere presentato un elevato numero di emendamenti per invitare maggioranza e Governo a riflettere sull'opportunità di abbandonare una strada che mina la dialettica democratica e inganna i cittadini. Il meccanismo dei capilista bloccati consegna la scelta dei parlamentari ai segretari dei partiti, mentre la revisione costituzionale accentra il potere nelle mani del premier a scapito degli equilibri e delle garanzie costituzionali. Il sen. Gotor (PD) ha evidenziato che il tentativo di impedire la presentazione di subemendamenti alle proposte dei Capigruppo di maggioranza è stato inutile e controproducente, offrendo un segno tangibile di superficialità e arroganza. Alla Camera, dove è in discussione la revisione costituzionale, il Governo si è opposto ad una norma che prevedeva il giudizio preventivo di legittimità costituzionale sulla legge elettorale: il meccanismo dei capilista bloccati e delle pluricandidature rischia infatti di incorrere in una nuova censura da parte della Consulta. Ritenendo che non si possa consegnare a Forza Italia un potere di veto su collegi uninominali e preferenze, il sen. Gotor ha illustrato un emendamento, sottoscritto da un terzo dei senatori del PD, che prevede il trenta per cento dei candidati nominati dai segretari dei partiti e il settanta per cento scelti dagli elettori. Secondo il sen. Verducci (PD) la legge elettorale è un'occasione per rilegittimare la legislatura, che deve avere un segno costituente. La battaglia per le preferenze è sbagliata ed estranea alla cultura del PD. Secondo il sen. Collina (PD) è merito del Governo avere spinto su riforme istituzionali attese da tempo. Ad avviso del sen. Lumia (PD) la legge elettorale deve rispondere alla domanda di decisione e garantire un governo forte e autorevole sul piano internazionale. Anche secondo il sen. Pagliari (PD) la legge elettorale deve assicurare un vincitore. Il sen. Migliavacca (PD), invece, ha ricordato che la legge elettorale è atto squisitamente parlamentare sul quale non si può misurare la fiducia al Governo. Il sistema delle liste bloccate per la sola Camera elettiva è difficilmente accettabile, ma è possibile affrontare i nodi irrisolti attraverso un confronto parlamentare mirato, evitando forzature e ostruzionismi. Il sen. Sposetti (PD) ha auspicato una sintesi tra governabilità e partecipazione. Obiettivo fondamentale della legge elettorale dovrebbe essere, infatti, contrastare la crisi della politica e della rappresentanza. Il Gruppo Misto ha segnalato che l'iter della legge elettorale è stato segnato da fretta, forzature, trucchi, sorprese. Il Governo in carica, dopo aver aperto una contesa con il Parlamento, punta all'approvazione di un testo che inganna i cittadini con la ridefinizione strumentale della geografia elettorale, le candidature multiple, i candidati bloccati. Secondo il sen. Di Biagio (NCD-UDC) la legge elettorale deve rinsaldare il rapporto tra lettori ed eletti ma il voto di preferenza non è esente da rischi, come mostra lo scandalo di Roma capitale. Occorre bilanciare rappresentatività e governabilità, aprire una riflessione sul finanziamento pubblico dei partiti, tenere in adeguata considerazione i rilievi della Corte attraverso liste bloccate brevi o collegi uninominali.Il sen. Torrisi (NCD-UDC) ha auspicato la ricostruzione di uno spirito costituente e ha insistito sulla clausola di salvaguardia: le elezioni della Camera devono svolgersi dopo la conclusione della riforma costituzionale. Ha auspicato, infine, l'estensione del sistema delle preferenze a tutti i candidati.
La Camera e il Senato sono convocati in seduta comune, con i delegati regionali, giovedì 29 gennaio alle ore 15 per l'elezione del Presidente della Repubblica.