370ª Seduta pubblica
Giovedì 8 gennaio 2015 alle ore 09:33
In apertura di seduta, il sen. Mucchetti (PD) ha sollecitato una puntuale informativa del Presidente del Consiglio sulla vicenda della norma prima inserita e poi ritirata nel decreto delegato in materia fiscale. La vicenda evidenzia un problema di trasparenza nella formazione della decisione politica del Governo, che merita di essere approfondito anche in vista delle riforme istituzionali. La richiesta è stata sostenuta dai sen. Candiani (LN) e Airola (M5S) e Loredana De Petris (SEL), la quale chiede da tempo un'audizione per conoscere il contenuto del patto del Nazareno. Il sen. Sacconi (NCD) ha manifestato stupore per la richiesta e il sen. Tonini (PD) ha precisato che le considerazioni del sen. Mucchetti (PD) non impegnano il Gruppo. Il Presidente di turno Calderoli ha ricordato che alle 12,30 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1385, e connesso n. 1449, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati, già approvato dall'altro ramo del Parlamento.
Nella seduta del 19 dicembre la Presidente Finocchiaro ha riferito sui lavori della Commissione affari che non ha concluso l'esame in sede referente. Nella seduta di ieri sono state respinte questioni pregiudiziali e sospensive ed è iniziata la discussione generale, che è proseguita oggi con gli interventi dei sen. De Cristofaro (SEL); Maran (SC); Gasparri (FI-PdL); Divina (LN); Daniela Donno, Gaetti (M5S); Lo Giudice, Astorre (PD); D'Anna (GAL); Campanella (Misto).
Secondo SEL il combinato disposto di riforma costituzionale e legge elettorale acuiscono la crisi della democrazia che, nel suo intreccio con la crisi economica, costituisce una miscela esplosiva. La tendenza degli ultimi vent'anni a privilegiare la governabilità, a scapito della rappresentanza, lungi dal restituire fiducia nelle istituzioni ha approfondito la crisi della politica. La critica principale al ddl riguarda l'elevato premio di maggioranza, che è incompatibile con soglie di sbarramento. SC avrebbe preferito un sistema elettorale a doppio turno unito ad un sistema di governo semipresidenziale. Il Gruppo ritiene comunque che il ritorno al proporzionale non sia auspicabile, che compito della legge elettorale sia indicare chiaramente un vincitore e la transizione vada compiuta rafforzando il potere dell'Esecutivo. Pur ritenendo più organica la riforma costituzionale del 2006, FI-PdL ritiene preferibile una riforma parziale all'immobilismo. Ribadendo l'esistenza di un accordo chiaro in materia di riforme istituzionali, il Gruppo insiste sul premio di coalizione e sulla non auspicabilità del ritorno alle preferenze, che alimentano il voto di scambio. LN ritiene che una buona legge elettorale dovrebbe seguire e non precedere la riforma del bicameralismo. Il Gruppo è poi contrario ai capilista bloccati, che considera una presa in giro dei cittadini. M5S è contrario ad un ddl che scaturisce da un accordo tra Renzi e Berlusconi e disattende i rilevi della Corte costituzionale sul premio di maggioranza e sulla libertà di scelta dell'elettore. Il Gruppo ha avanzato una proposta, nota come democratellum, che garantisce un Parlamento di eletti e di non inquisiti. Il PD ha ricordato le modifiche proposte dalla sen. Finocchiaro (PD) che riducono la soglia di sbarramento dall'8 al 3 per cento, aumentano dal 37 al 40 per cento la soglia del premio di maggioranza attribuendolo alla lista anziché alla coalizione, introducono le doppie preferenze di genere. Il sen. Lo Giudice (PD) è favorevole ad una legge elettorale che escluda le candidature plurime e reintroduca le preferenze, secondo quanto previsto nel programma elettorale del PD. Per consolidare un consenso che rischia di sgretolarsi -afferma GAL- il premier insegue elezioni anticipate con un sistema che rafforzi il suo potere personale. Il Gruppo non voterà una legge senza le preferenze e senza una clausola di salvaguardia che preveda l'applicazione del consultellum in caso di fine anticipata della legislatura.
La Conferenza dei Capigruppo ha approvato a maggioranza il calendario dei lavori fino al 22 gennaio. Lunedì 12 alle ore 17 il Governo renderà un'informativa sull'attacco terroristico a Charlie Hebdo. E' poi previsto il seguito dell'esame della legge elettorale: gli emendamenti dovranno essere presentati entro le ore 20 di martedì 13 gennaio. La sen. De Petris (SEL) ha deprecato la scomparsa dal calendario dei ddl delle opposizioni; ha proposto quindi l'inserimento del ddl sui reati ambientali e dell'informativa del Governo sui decreti attuativi della delega fiscale. Il sen. Airola (M5S) ha proposto di rinviare la legge elettorale in Commissione e di inserire in calendario il pacchetto anticorruzione, nonché i ddl sul reddito di cittadinanza, sul divorzio breve, sull'identificazione delle Forze dell'ordine. Il sen. Centinaio (LN) ha chiesto di inserire in calendario l'informativa sui decreti fiscali. Le proposte di modifica del calendario sono state respinte.